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Gennaio 2009, Marzo 2011. La giustizia sportiva, in poco più di due anni, si trova alle prese con due casi assolutamente analoghi ma la conclusione è tutto fuorché analoga. Gennaio 2009: Adriano, per divincolarsi dalla marcatura di Gastaldello in occasione di Inter-Sampdoria, colpisce il difensore doriano con un pugno allo stomaco del tutto simile a quello rifilato da Ibra a Rossi. Esito: 3 giornate di squalifica, con questa motivazione: "in occasione di un calcio d’angolo a favore della squadra nerazzurra, Adriano e Gastaldello, nell’area di rigore doriana affollata da calciatori di entrambe le squadre, si trovavano a stretto, strettissimo contatto. In tale frangente, il calciatore interista, nel sottrarsi alla pressione esercitata dall’avversario, con un repentino movimento del braccio destro, colpiva con un pugno all’addome il calciatore blucerchiato, che si accasciava al suolo con atteggiamento sofferente".
L'Inter fa ricorso d'urgenza: ricorso bocciato e tre giornate confermate. L'unica differenza nei due casi è che Adriano, rispetto a Ibrahimovic, fu punito con l'ausilio della prova tv.
Lo stesso giudice sportivo ammise, nelle motivazioni, che Adriano colpì Gastaldello "nel sottrarsi alla pressione esercitata dall'avversario", cioè per cercare di andare a prendere la palla, punto di forza del ricorso milanista. Eppure, in quella circostanza, fu tutto inutile, la squalifica venne confermata.
Inevitabile, a questo punto, chiedersi con una punta di amarezza come mai due situazioni identiche siano state valutate in maniera così difforme
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