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Su Mauro Icardi c'è il Real Madrid in pole, ma un po’ tutte le corazzate del calcio internazionale stanno studiando testa, caratteristiche tecniche e crescita di uno dei bomber più letali al mondo. Dopo quattro anni e mezzo di Serie A e 99 reti (107 i centri totali, coppe comprese, fra Inter e Sampdoria), il 24enne di Rosario ha messo tutti d’accordo, compreso il c.t. dell’Argentina Jorge Sampaoli che lo ha preferito addirittura a Gonzalo Higuain nelle ultime uscite della Seleccion.
Secondo La Gazzetta dello Sport, l' Inter comunque serena finora, perché Maurito non ha davvero mai vacillato di fronte a ogni tipo di tentazione. "Io sto bene a Milano, la mia famiglia è felice, gioco in un grandissimo club e ne sono il capitano, non mi serve altro", ha più volte detto a media e amici. "Tutte scemenze", la risposta poi a chi già a inizio dicembre lo dava clandestinamente in Spagna a fare le visite mediche per il club di Florentino Perez. Non mancherebbe mai di rispetto a una squadra "che mi è sempre piaciuta fin da quando giocavo alla Playstation — ha raccontato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera — La sceglievo perché c’erano giocatori come Adriano e Martins, devastanti e velocissimi nel giochino. Poi, quando ero ragazzino, degli amici delle Canarie vennero al museo di San Siro. Comprarono due cappellini: uno dell’Inter e uno del Milan. Mi feci regalare quello dell’Inter, iniziai a tifare nerazzurro e provai quindi un’emozione immensa quando Massimo Moratti mi chiamò e mi prese dalla Sampdoria".
Insomma, a fine gennaio non sarà difficile formalizzare un nuovo accordo contrattuale (adeguamento dell’ingaggio, prolungamento e «rivisitazione» della clausola), ma in prospettiva futura occhio al fattore Champions League. E da quando è all’ Inter, stagione 2013-2014, Maurito non si è mai affacciato sul palcoscenico più prestigioso per i club. Non è allora difficile credere che l’argentino possa vacillare di fronte a un eventuale «digiuno» prolungato, a maggior ragione quando a tentarti c’è il Real Madrid, la squadra che ogni calciatore sogna fin da bambino, il club più vincente e prestigioso in assoluto. Di suo Mauro ci sta mettendo tutto per riportare l’Inter fra le grandissime: 18 reti, tripletta al Milan, doppiette a Roma, Fiorentina, Atalanta, Sampdoria e Cagliari, bucate poi pure Spal, Bologna, Chievo, Udinese e ancora Fiorentina.
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 12/1/18)
Rientrare nel giardino di Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar non sarà così semplice. Oggi la classifica dice che Napoli e Juventus se ne sono andate, mentre Inter, Roma e Lazio si contenderanno gli altri due posti. E sulla carta i giallorossi appaiono superiori per alternative e qualità, mentre la stessa Lazio ha «spaventato» l’Inter nell’ultimo scontro diretto. Al di là del faticosissimo 0-0 con la banda Inzaghi, a preoccupare il popolo nerazzurro è soprattutto l’austerity imposta da Suninganche in questa finestra di mercato, nonostante una rosa cortissima e con scarsa qualità dalla trequarti in avanti. «Autofinanziamento totale», è l’ordine di Nanchino. Già, ma l’attuale gruppo ha pochissimo appeal sul mercato, e non potrebbe essere altrimenti per chi è reduce da un disastroso settimo posto in campionato. Un valore generale che precipiterebbe ulteriormente in caso di mancato accesso in Champions. Entro il 30 giugno, l’Inter deve incassare 60-70 milioni in plusvalenze per restare nell’ambito dei paletti del fairplay finanziario: qualcosina può entrare con gli sponsor, ma senza la Champions(circa 20 milioni l’incasso che si può inserire subito a bilancio) diventerebbe parecchio problematico far quadrare i conti e potrebbe allora rendersi necessaria almeno una cessione eccellente. Quotazioni alla mano sono tre gli interisti in grado di fare gola ai «ricchi» d’ Europa: Skriniar, Perisic e appunto Icardi. Il primo è però stato pagato caro la scorsa estate, mentre per Perisic un anno fa il Manchester United di José Mourinho non andò comunque oltre un’offerta da 35 milioni di euro. Insomma, la plusvalenza potenzialmente più ricca riguarda Icardi, ormai a zero a bilancio. E se allora fosse l’Inter a dover sacrificare Maurito per poi «sbloccare» il mercato della prossima estate? In via teorica il pericolo esiste, anche se i nerazzurri prima di un simile sacrificio andrebbero naturalmente a verificare ogni soluzione alternativa possibile.
E’ anche per questo che Walter Sabatini, coordinatore dell’area tecnica di Suning Sports Group, continua a proporre a Zhang Jindong una strategia aggressiva fin da subito: alzare il livello qualitativo della rosa, mettere in sicurezza la Champions League e gettarsi poi nelle vendite (entro il 30 giugno) con argomenti più solidi sul tavolo delle trattative. Di certo non aiuta in questo senso l’ultimo monito del governo cinese a Guangzhou Evergrande e Beijing Guo’an, impegnate a contendersi su cifre folli Aubameyang (offerti al Borussia Dortmund 72 milioni di euro). «Controlleremo attentamente il mercato dei trasferimenti, saremo intransigenti con chi violerà le regole», le parole di Pechino. Insomma, fairplay finanziario e governo cinese frenano oggi Suninge la crescita tecnica dell’Inter. Zhang Jindong, va detto, ha speso parecchio da quando ha acquistato il club, e forse anche per questo ha scelto ora la strada più prudente. Mai come oggi nella Milano nerazzurra stanno allora rimpiangendo le fallimentari operazioni che nell’estate del 2016 avevano portato agli acquisti del brasiliano Gabigol e del portoghese Joao Mario: circa 80 milioni di euro andati praticamente in fumo, in ogni senso.
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 12/1/18)
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