Lautaro Martinez è a secco dal 28 febbraio ma, rispetto agli anni precedenti, vive l'astinenza da gol in maniera diversa
"È un Toro diverso a 360 gradi. Di essere diventato un capitano goleador e allo stesso tempo trascinatore l’ha più volte dimostrato nel corso di questa felice stagione, ma le ultime settimane hanno aggiunto un tassello ulteriore che rende Lautaro Martinez ancora più completo. Non segna da oltre due mesi (era il 28 febbraio febbraio contro l’Atalanta), si ritrova a secco da sei partite in campionato, ma sta vivendo questa astinenza in maniera completamente diversa rispetto al passato". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito all'evoluzione di Lautaro Martinez che, a differenza degli anni passati, ha vissuto in maniera completamente diversa il suo digiuno da gol.
"Chiaramente - come tutti gli attaccanti - si nutre di reti, però stavolta il digiuno non ha portato quel nervosismo latente, il livello delle prestazioni non è calato e la positività dell’atteggiamento in campo è il sintomo principale di questa trasformazione. Con il passare del tempo il centravanti argentino si è costruito la corazza ideale per resistere alla pressione e per non essere divorato dall’ossessione del gol. In passato quel rigore contro il Torino avrebbe voluto batterlo a tutti i costi e invece domenica scorsa si è fatto da parte, lasciando il pallone a Calhanoglu con un sorriso valso più di mille spiegazioni. Nessuna smania, soltanto la ricerca continua di volersi rendere utile per la squadra. Un’altra prova indicativa in questo senso rimanda alla trasferta di Udine, dove la zampata decisiva di Frattesi era arrivata in seguito a una sua conclusione stampatasi sul palo. Da qualche partita il goleador campione del mondo non segna, ma è sempre rimasto al centro dell’Inter e ben presto ha archiviato i fantasmi del rigore sbagliato in Champions a Madrid", aggiunge poi il CorSport.