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"Questi 101 figli sono tutti uguali per papà Lautaro («sceglierne uno è difficile, se proprio devo dico il 100°») e allora forse è meglio concentrarsi sull’oggi: ieri era solo il 25 febbraio e il Toro ha già segnato in campionato un gol in più delle ultime due stagioni, che prima di questo boom erano le più prolifiche della carriera. Siamo già a 22 in 23 presenze, poco meno di uno squillo a gara. Immaginare dove possa arrivare non è un esercizio di fantasia, ma di realismo, perché non sembrano esserci limiti su questi schermi. E allora, con ancora 13 partite alla meta, perché non immaginare di toccare il record di 36 che fu di Immobile (con Inzaghi in panchina) e Higuain? A questo punto del cammino Ciro era a 27 e il Pipita a 24".
"In effetti, quello del Toro arriva da lontano: nelle ultime tre stagioni in A è l’attaccante che ha realizzato il maggior numero di reti. Sommando tutti gli addendi, siamo a 64, almeno 15 in più di chiunque altro: il povero Vlahovic arranca a 49, quasi a testimoniare la differenza attuale tra nerazzurri e bianconeri. In questa festa argentina mancherebbero due cose: un gol per eliminare l’Atletico, la squadra che sfiorò prima dell’Inter, e una firma sul rinnovo fino al 2028. Ballano due milioni ancora e si continua a trattare con fiducia, anche perché Lautaro ha fatto professione di interismo. Ama davvero Milano e l’Inter, senza perdere contatto col passato: sabato in ritiro ha festeggiato pure lui il “suo” Racing vincente fuori casa nel Clasico contro l’Independiente. Anche ad Avellaneda ha segnato un attaccante che di cognome fa Martinez, in questo periodo funziona sempre così", aggiunge il quotidiano.
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