La delusione del capitano per l'errore dal dischetto e per l'eliminazione dalla Champions League è ancora tanta
Sono stati giorni difficili per Lautaro Martinez: l'errore dal dischetto contro l'Atletico Madrid e la conseguente eliminazione dalla Champions League hanno lasciato il segno nel capitano dell'Inter, e contro il Napoli questo senso di responsabilità si è visto fin dal riscaldamento. Un atteggiamento che ha incontrato il sostegno del pubblico nerazzurro, che ha dimostrato come il feeling con l'argentino sia rimasto intatto.
Così scrive il Corriere dello Sport: "Padrone di un destino da riscrivere, capitano di anime ancora erranti. Da mercoledì notte a ieri sera Lautaro Martinez ha trascorso probabilmente le 72 ore più complesse della sua lunga storia da interista, sentendosi per la prima volta complice di una sconfitta dopo essere stato in 128 occasioni (tante quante i suoi gol) dal lato giusto della storia nerazzurra. Quel rigore calciato alle stelle al Metropolitano, l'ultimo penalty della serie maledetta, ha lasciato una ferita profonda. Nonostante ciò, l'argentino ha giocato da leader: per ritrovare sé stesso e per indicare ai compagni la via da percorrere".
Il feeling con il popolo nerazzurro
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"Lautaro avrebbe potuto scacciare i fantasmi andando alla ricerca della gloria personale, persino intestardirsi. Eppure, nel momento in cui dai suoi piedi è passata l'azione giusta, ha dimostrato di essere grande nella sua generosità poiché ha semplicemente e splendidamente... ragionato; sul lancione di Sommer la spizzata di Thuram ha infatti trovato proprio Lautaro, il quale ha appoggiato il pallone di prima verso Mkhitaryan, se l'è fatto restituire e da vero regista offensivo ha orchestrato il ribaltamento di fronte che ha portato al gol di Darmian.
Diversamente dal solito, dopo la rete del collega non s'è lasciato andare a esultanze sfrenate; quasi a voler ricercare di nuovo un contatto sentimentale con la sua gente, Martinez s'è rivolto alla curva e con ampi gesti ha chiesto sostegno. San Siro ha risposto con un lungo applauso, trasformato in una standing ovation al 79' quando Inzaghi l'ha richiamato in panchina".