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Adesso Martinez non ha solo la fascia al braccio e non è solo il terminale ultimo di ogni manovra di Inzaghi, ma è pure il guru in missione per conto di un intero popolo. Raramente c’era stata una leadership tanto pronunciata nell’Inter recente, ad Appiano sussurrano sottovoce che la squadra non aveva un capitano così rispettato e seguito dai tempi di Pupi Zanetti. In quest’ultima settimana Lautaro non ha solo materialmente messo la Supercoppa dentro all’aereo di ritorno dall’Arabia, grazie alla girata decisiva nel recupero della finale contro il Napoli, ma poi ha pure caricato l’intera truppa con parole da guerriero".
"Il resto, poi, sono obiettivi “storici” e personali, ormai facilmente raggiungibili: le prossime glorie nerazzurre messe nel mirino sono Nyers, settimo a quota 133 centri, e Benito Lorenzi a 143. Non c’è da chiedersi se, ma quando Lautaro potrà superarli. Perché no, magari pure in questa annata fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni. Non avesse dovuto saltare due partite di campionato per infortunio, chissà dove sarebbe adesso, magari ancora più vicino a Ciro e al Pipita. Il suo piano di inseguimento, però, risponde a rigide regole matematiche: per proseguire con la media, e avvicinarsi ancora di più allo scudetto, adesso c’è la Juventus", chiude Gazzetta.
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