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"Il 13 marzo, nell'ultimo faccia a faccia tra le parti, l'agente dell'argentino aveva parlato di una richiesta intorno ai 10 milioni netti a stagione. Poi nei contatti successivi qualcosa è mutato. E quel qualcosa si è materializzato con una cifra: 12 milioni, peraltro una cifra a salire nel corso degli anni. Di fatto, un numero molto al di sopra delle possibilità della società nerazzurra. L'incontro di ieri, in ogni caso, è stato definito all'insegna del dialogo: non c'è stata una rottura tra le parti, il tutto va letto come un segnale positivo. Ma un accordo non è stato raggiunto, per la verità non era neppure il momento atteso per la firma. Resta la distanza tra domanda e offerta".
"L'Inter può mettere sul piatto - l'ha ribadito anche ieri - una proposta che arriva a toccare la doppia cifra di ingaggio, ovvero i 10 milioni, solo con l'aiuto dei bonus. Oltre questo, non se ne fa nulla. Non c'è margine per salire ancora. Magari si può discutere sulla natura di quei bonus, renderli abbastanza semplici da raggiungere. Ma sulla base fissa, lo spazio di manovra è nullo. Serviranno altri incontri, questo è chiaro. E andranno in scena a stretto giro di posta, con ogni probabilità anche entro lunedì, il giorno prima dell'assemblea dei soci in cui verrà eletto il nuovo presidente. La partita è aperta, l'Inter ha messo il pallino nelle mani di Lautaro. Sta all'argentino rispondere, decidere se continuare a essere il riferimento del club con il quale ha vinto sette trofei, oppure forzare la mano andando incontro a scenari a quel punto imprevedibili, a maggior ragione in caso di rottura", aggiunge il quotidiano.
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