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Lautaro, l’iradiddio: 4 su 4, l’Inter grida forte il suo nome. C’è un dato che stupisce

Marco Macca

La nostra analisi di quanto successo a San Siro

Non male, per essere una squadra sopravvalutata. Tottenham, Sampdoria, Fiorentina e adesso anche il Cagliari. Lautaro Martinez-Politano: quattro di fila, non può essere un caso. Questa Inter si è ritrovata, e può spaventare tutti. A dispetto delle tante, eccessive critiche piovute sulle notti degli interisti nelle settimane d'inizio stagione. E pazienza se il gioco non è ancora entusiasmante e se qualche sofferenza di troppo continua a rendere le serate dei tifosi un unico, frenetico battito. Quella contro il Cagliari era una partita troppo importante per soffermarsi sui dettagli tecnico-estetici. La stessa squadra spaurita e timorosa di fine agosto-inizio settembre si è ora riportata a 2 punti dal Napoli di Ancelotti, al terzo posto in classifica (con una partita in più del Sassuolo) e con tante note positive da portare sull'aereo che accompagnerà i nerazzurri nella cruciale sfida di Champions League di Eindhoven contro il PSV di van Bommel (che ha vinto la settima partita consecutiva in Eredivisie contro il NAC Breda). Lautaro Martinez e Matteo Politano sono rispettivamente il 9° e il 10° marcatore della stagione dell'Inter, quando non siamo nemmeno a ottobre. E' questo il dato sorprendente: quello nerazzurro non sarà l'attacco più prolifico d'Europa, ma una cosa è certa: lì davanti si lavora di squadra, e tutti ci provano. Segno di un gruppo che sa quello che deve fare e di meccanismi che, se ben oliati, possono dar vita a numeri ancor più incoraggianti.

Ciò non toglie, comunque, che il processo di crescita sia tutt'altro che concluso. Troppa, per una squadra che in queste serate dovrebbe essere padrona del campo in maniera continua nell'arco dei 90 minuti, la sofferenza accusata nella prima metà del secondo tempo, quando sarebbe stato doveroso chiudere la partita e troncare sul nascere qualsiasi velleità dell'avversario. Soffrire è nel DNA dell'Inter, certo, ma rischiare in questo modo può essere maledettamente pericoloso. Anche perché, come si è visto, il campionato, lì davanti, corre velocissimo: la Juventus non perde un colpo e sembra già pronta a salutare la compagnia; il Napoli, pur sconfitto a Torino, ha dimostrato di essere una grande squadra che di sicuro si avvicinerà ai 91 punti della passata stagione; la Roma, con la vittoria nel derby, si è rilanciata alla grande e, vista la qualità della sua rosa, sarebbe bene non sottovalutarla; errore da non commettere nemmeno con la Lazio. Perché è vero, la botta presa è di quelle forti, ma è pur sempre una squadra con grandi potenzialità, spesso poco considerate. Senza tralasciare il fatto che i biancocelesti sono coloro che hanno conteso all'Inter l'accesso alla Champions League fino agli ultimi minuti dell'ultima partita della Serie A 2017-18.

Insomma, crescere è l'obiettivo primario. I margini ci sono ampiamente. E lo si vede anche dal fatto che Luciano Spalletti, in vista della sfida di mercoledì, si è potuto permettere di cambiare 6 uomini e di far rifiatare qualche pezzo da 90. Il gioco, come detto anche dallo stesso Spalletti, deve essere più fluido, logico, preciso e veloce. Di certo, ora la squadra ha un altro volto. E anche la stagione nerazzurra. Mancano due partite per completare il trittico fondamentale che ci porterà alla sosta: dopo la trasferta di Eindhoven, quella insidiosa a Ferrara contro la SPAL. Poi, dopo le Nazionali, il derby. Sarà un ottobre tanto frenetico quanto importante per modellare ancor di più una stagione che però sta assumendo contorni sempre più piacevoli.

LAUTARO - Lui merita un capitolo a parte. Non era al meglio, ma a San Siro nessuno se ne è accorto. Una partita intera scandita dalla sua corsa, dal suo sacrificio, ma al contempo dalla sua qualità e dal suo piede educato e gentile. Che non nasconde, però, un animo duro, deciso, determinato. Presentarsi al Meazza e mettere il sigillo dopo appena 10' è roba da gente che ha tutti i crismi del potenziale fenomeno. Alcune giocate hanno illuminato. E alla sua età non è affatto banale. Se dovesse continuare così, ci sarà da divertirsi.