A metterci la faccia dopo la sconfitta di Bologna è stato Lautaro Martinez. L'argentino, oltre che bomber e trascinatore dell'Inter, si sta dimostrando sempre più leader della squadra nerazzurra.
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Inter, nuova vita per Lautaro. Leader in campo e fuori, fascia prenotata per il futuro
"In casa Inter qualcosa sta cambiando. Non nei risultati in trasferta, che rimangono deludenti da inizio stagione, ma negli equilibri dello spogliatoio. Anzi, qualcosa è già cambiato da qualche settimana e a Bologna è arrivata la conferma: il leader di questo gruppo è Lautaro Martinez. Non il vecchio Samir Handanovic, che nel corso di questi anni, dal 2012 in poi, tante volte ha dovuto giustificare prestazioni negative davanti alle telecamere. Lautaro è un leader naturale che è stato al suo posto nello spogliatoio fino a che c'era qualcuno che parlava. Per l'educazione e il rispetto che ha dentro, negli scorsi mesi non ha mai fatto sentire la sua voce, mentre adesso che la situazione è cambiata, sia dentro sia fuori dall'Inter, parla", spiega Gazzetta.it.
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Chi conosceva Lauty da quando è arrivato a Milano nell'estate 2018, adesso vede in lui un giocatore e una persona completamente diversa. Non più un ragazzo che poteva diventare un campione (come succedeva 5 anni fa), ma un grande attaccante che ha già vinto e vincerà ancora molto. Oltre che un leader. Con Handanovic e D'Ambrosio fuori dalla formazione titolare, il capitano della squadra è Brozovic. È arrivato prima di Lautaro alla Pinetina e ha anche all'attivo un numero maggiore di presenze. Su questo aspetto niente rivoluzioni di metà stagione: la fascia sarà sul braccio del croato quando andrà in campo. Davanti ai microfoni, invece, toccherà sempre all'argentino dire certe cose. Perché è più bravo del compagno croato a metterci la faccia, ad ascoltare e a farsi ascoltare, a esprimere certi concetti con i toni giusti".
"Non aspettatevi però che i ruoli si invertano neppure dentro lo spogliatoio: Lautaro parlerà anche lì perché il suo modo di farlo piace. Forse più di quello di Brozovic. Fa parte del carattere e del modo di approcciarsi agli altri. Non è una critica nei confronti di Marcelo, ma una semplice constatazione. Alcuni riescono a farsi capire meglio di altri. Brozovic è più uno che parla con i fatti, con le corse per la squadra, con i palloni recuperati. Nel chiuso dello spogliatoio, durante una situazione in cui, come adesso, c'è da dare una svolta visto il rendimento deficitario in trasferta e il -18 in classifica sul Napoli, però, servono parole calibrate e "giuste". Quelle di Handanovic, di D'Ambrosio e... di Lautaro".
"Alzare il livello in allenamento è un'espressione forte: vuol dire che la squadra non lavora abbastanza (difficile pensarlo visti i dati dei chilometri percorsi poi durante le partite) o che non tutti lo fanno nel modo giusto. Come se ci fosse un'Inter dei titolari, di quelli che sanno di essere sempre chiamati in causa, che spinge durante la settimana, e un'altra Inter, quella delle riserve che vengono chiamate in causa non frequentemente, che viaggia con il freno a mano tirato.
Con un duplice effetto negativo: non sono pronte quando vengono chiamate in causa e abbassano l'intensità delle sedute. Questo però è il momento della stagione in cui le differenze vanno eliminate. Perché l'Inter si sta giocando, oltre all'accesso ai quarti di Champions, anche la Coppa Italia e la qualificazione alla Champions 2023-24 ovvero almeno oltre 70 milioni che finiranno (o no) nelle casse del club. Lautaro, che ormai l'Inter la conosce bene e che a questa società è legato, ha fatto sentire la sua voce. Non è "capitan-presente", perché la fascia spetta a Brozovic, ma sarà sicuramente "capitan-futuro-prossimo". E lo merita sia per come gioca sia per come parla", spiega Gazzetta.
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