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Concreto, splendido nel proferire il verbo del suo talento in mezzo al campo, perfetto nelle giocate e nel controllo delle stesse all'interno dei vari momenti della partita. E due gol, che non guastano. In altre parole: dominante. Una definizione che Lautaro Martinez si porta volentieri a casa da Milan-Inter, partita indelebilmente segnata dallo strapotere del Toro. Non sono tantissimi gli attaccanti della storia nerazzurra che possono vantare una prestazione tanto sontuosa nel derby della Madonnina. Lautaro si è iscritto alla lista, lasciando a tutti l'impressione che la conta verrà presto aggiornata.
Di recente, e in alcuni frangenti anche giustamente, Lautaro Martinez aveva ricevuto non poche critiche. D'altronde, in questa stagione l'argentino ha alternato partite di grande spessore ad altre non altrettanto memorabili. In particolare, al Toro veniva contestata una scarsa freddezza sotto porta. Nella mente dei tifosi, sono ancora vivide le immagini di alcuni errori di Lautaro. Un ultimo step mancante per diventare finalmente un campione. Perché nei piedi il lampo e la scintilla dei grandi 'Lauti' li ha sempre avuti. Ma non bastava per erigersi a vero simbolo del corso Inter, per arrivare a sedersi al tavolo dei fuoriclasse europei. Detto, fatto.
Contro il Milan, Lautaro Martinez ha 'imparato' a segnare anche quei gol impropriamente definiti 'facili'. Un colpo di testa da due passi e un tocco di sinistro da grande attaccante nell'area piccola che lo hanno definitivamente completato. Certo, servono ulteriori certezze. Ma la sensazione che arriva dal derby è nitidissima: il Toro è passato al livello successivo, e ha compiuto l'ultimo passo che gli mancava. Forse la paternità, forse la confidenza con Lukaku e Conte che si affina sempre di più. Fatto sta che questo Lautaro ha un volto nuovo. Più consapevole, più deciso, più sicuro. E l'Inter se lo gode.
Il Barcellona è ormai preistoria (eppure se ne parlava solo qualche mese fa come una condizione inesorabilmente prossima alla sua realizzazione). L'Inter è dentro di lui, così come la fame di arrivare finalmente a cucirsi sul petto quello scudetto che lo incoronerebbe come uno dei grandissimi del calcio europeo e che porrebbe fine a un'attesa che attanaglia tutto il popolo nerazzurro da ormai 11 anni. Il sogno è lì, che si staglia all'orizzonte. Dai contorni sempre più chiari, definiti.
E la differenza può farla anche lui, Lautaro Martinez, che ha imparato a essere completo. Una cartolina mandata a tutti i tifosi dell'Inter con scritto: "Eccomi". Ci teneva tantissimo, anche per una promessa fatta ad Antonio Conte mesi fa ad Appiano Gentile. I due hanno lavorato tantissimo per migliorare questo aspetto. E i frutti si vedono in campo. In 33 presenze stagionali, 15 gol e 7 assist. Ritmi da campione, da giocatore decisivo. L'impressione è che medie e dati saranno presto anche più lusinghieri. Una promessa può contare più di qualunque altra cosa. Il Toro lo sa bene. All'orizzonte c'è un sogno da realizzare e un popolo da far godere. Una missione da portare a termine per diventare un simbolo totale.
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