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Con lui per Simone Inzaghi e l’Inter è come partire da 1-0. Il Toro è cresciuto e maturato dal punto di vista calcistico.
“L’Inter si è appoggiata a lui e lui si è appoggiato a un’Inter diversa. Perché ora, ovvero in questa stagione, la squadra gioca per le sue finalizzazioni. Perché il numero 10 non deve fare “anche” la spalla, ma sono gli altri - nello specifico Thuram - a farla per lui”.
I paragoni con gli attaccanti del passato non mancano:
“Quando il Toro pianta i piedi per terra non lo sposti mica, proprio come accadeva con Ronaldo - aggiunge la Rosea -. È un gioco affascinante, che tiene dentro anche Vieri e Milito, i due più vicini a essere raggiunti da Lautaro nella speciale classifica dell’anno solare”.
I meriti della crescita se li dividono due tecnici, coloro che hanno davvero inciso su di lui:
“Antonio Conte, perché è con il tecnico dello scudetto in panchina che l’argentino da ragazzo è diventato uomo. E poi Simone Inzaghi, che rivendica con grande fermezza la capacità delle sue squadre di trovare il gol e di mettere i suoi bomber nelle condizioni ideali per scalare classifiche”.
Contro il Benfica Lautaro sarà in panchina per rifiatare in vista di Napoli, uno snodo cruciale per lo Scudetto e uno stadio mai banale per un argentino.
"Lautaro è l’uomo scudetto per definizione. È il capitano che ha traghettato nel migliore dei modi il rinnovamento del gruppo avvenuto la scorsa estate. Questa Inter ha la stessa fame di tricolore che aveva nel 2020-21 con Antonio Conte in panchina".
Il titolo è il grande obiettivo dei nerazzurri, con Lautaro che vuole continuare a trascinare la squadra di Inzaghi.
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