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Lautaro: “Inter, scudetto grande emozione. Fui vicino al Barcellona: parlai con Messi”

Alessandro De Felice

Le dichiarazione dell'attaccante argentino Lautaro Martinez sullo scudetto dell'Inter in collegamento ai microfoni di ESPN Argentina

L'attaccante dell'Inter, Lautaro Martinez, è intervenuto in collegamento su ESPN Argentina per parlare della vittoria dello Scudetto con i nerazzurri di Antonio Conte. Ecco le sue dichiarazioni: "

"Quando andai via di casa, da Bahia Blanca, avevo tanti sogni e obiettivi in testa. Sapevo che sarebbero costati tanto sforzo ma gli sforzi che uno fa tutti i giorni portano i frutti. Questo traguardo mi fa felice dal punto di vista personale e familiare. Come dico sempre, la mia famiglia è molto importante per me. Oggi sono in Italia, a 23 anni, con una figlia. La verità è che la vita mi ha cambiato e mi ha sorriso. E continuo su questa strada perché i miei genitori mi hanno cresciuto così. Vado avanti e ovviamente cerco di correggere le cose e migliorare. Quello che mi sta accadendo in questi giorni, con la vittoria del mio primo trofeo, mi ha provocato grande emozione.

La carriera di Lautaro

"Da quando sono bambino sognavo questo. Vincere un trofeo con l'Inter, un club così grande in Italia, essendo i migliori - perché quest'anno credo che siamo stati i migliori - è una emozione da vivere. Sono molto felice. Sì, oggi sono in competizione con Cristiano Ronaldo e altri giocatori, sono tutti i giorni con Zanetti e sono compagno (di nazionale) di Messi. Ho 23 anni ed è un bene fare quello che mi piace. Mi diverto e mi godo ogni momento. Mi godo il fatto di poter indossare la maglia dell'Inter, la maglia dell'Argentina. Sono sogni. Mi è toccato festeggiare a casa mia con la mia famiglia, mia figlia e la mia signora, ma senza farlo con la gente. Ma per me è stata una festa straordinaria ma sono i tifosi che ti spingono ogni giorno e ti sono sempre vicini. È stato speciale perché è stato il primo e sono cose che non si dimenticano".

I tifosi e il retroscena Real Madrid

"I tifosi dell'Inter sono come quelli del Racing? Qui il calcio si vive in maniera simile all'Argentina. C'è la stessa passione. Sono undici anni che l'Inter non vinceva un titolo e credo che quello che è successo mi ha confermato quello che pensavo. Real Madrid? In concreto non è successo nulla. Quando ero nelle giovanili del Racing mi volevano due volte. La prima volta quando c'era Solari allenatore della squadra B. Non mi sentivo di andare lontano da Bahia Blanca. La seconda giocavo poco e mi hanno offerto un contratto. Ho detto no perché non mi sentivo preparato e volevo diventare importante nel calcio argentino. Poi quando ho deciso di andare all'Inter mi sento pronto. Era il momento giusto per il salto in Europa".

Lautaro vicino al Barcellona

"Sono stato vicino al Barcellona. Era una cosa molto importante per me ma alla fine i blaugrana avevano problemi economici in quel momento, così ho deciso di restare all'Inter. Affrontare questo anno per continuare a crescere e per fortuna ho vinto poi lo scudetto. Ho parlato con Leo Messi. Era un'opportunità bella per me. Sono stato davvero vicino al Barcellona. Sono rimasto all'Inter e ho continuato ad allenarmi. Per fortuna la decisione, a cui ci è voluto tempo per prenderla, è stata un bene visto che oggi ho un titolo. Messi è molto tranquillo. Mi chiedeva com'era la situazione e non molto altro. Parlavamo di lui".

Diego Milito

"Mi dispiace che sia andato via dal Racing perché credo che Diego (Milito, ndr) per il club sia molto importante. Per noi compagni era molto importante come calciatore ma anche quando terminò la carriera. Non mi è piaciuta la notizia che se n'è andato. Ho un bel rapporto con lui. Ho imparato molto da lui. Mi ricordo sempre che quando Milito arrivò nel 2014 lo guardavo molto. Arrivavo al campo un'ora prima dell'allenamento per allenarmi sul controllo, conclusione, uno contro uno. Ho imparato molto da Diego perché lo guardavo molto. Lui non era veloce ma aveva un gran controllo orientato, con cui superava il difensore. Per essere idolo del Racing devi tornare e vincere il titolo? Lo spero, è un sogno che ho sempre in testa. Me ne sono andato e il Racing diventò campione. Diego ci riuscì anche prima di andarsene. Devo vincere due volte per eguagliarlo".

Il 'nuovo Batistuta'

"Cosa ho pensato quando Batistuta ha detto che posso essere il suo erede? Ero felice. I paragoni non mi piacciono, ma fa piacere che uno come lui parli di questa cosa. Continuo a lavorare e a crescere e spero un giorno che io possa arrivare a fare quello che ha fatto loro o un po' di più. Ero molto piccolo quando giocava, l'ho visto molto poco ma ovviamente ho visto tanti video".

La Serie A

"Credo che il campionato italiano sia tra i più difficili in cui giocare. È molto tattico. Da quando sono arrivato in Italia ho lavorato tantissimo. Gli allenatori lavorano molto su questo aspetto. È molto difficile quando gli avversari si mettono dietro e si difendono con 5 calciatori. Devi crescere e giocare più veloce. Devi capire qual è lo spazio per fare una finta o un passaggio filtrante. Hai poco tempo per pensare dove passarla".