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(Gazzetta dello Sport)
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Si è presentato a Milano rinunciando a due giorni di vacanze dopo la strepitosa Coppa America. Una scelta da capitano quella di Lautaro Martinez che dall'altra parte del mondo ha capito quanto Inzaghi fosse in difficoltà dopo gli infortuni di Taremi e Arnautovic. Appena sbarcato a Milano, il Toro ha messo una firma sul rinnovo: all'Inter fino al 2029. A poche ore da Genoa-Inter, una delle certezze è che a guidare l'attacco ci sarà lui insieme a Thuram. "Alla Pinetina sono stati giorni di fermento e sudore: toccata una stella, l’Inter ha lavorato durissimo per provare a restare lassù, nel cielo. Il pensiero celeste dei campioni di Italia si nutre dei gol del capitano. Tra l’altro, Martinez si è davvero specializzato nella difficile arte dell’auto-consapevolezza: l’argentino sembra aver partecipato con profitto a quei corsi di Personal Empowerment, cresce nella fiducia di sé man mano che passano gli anni", sottolinea la Gazzetta dello Sport.
"Se c’è una cosa in cui il Toro è, infatti, migliorato da quando ha preso casa a Milano, quella è l’efficienza sotto porta. Metterla dentro è diventata una dolce abitudine, non solo un’ossessione. In lui c’è poi una netta preferenza per la A, lo ispira l’Italia più che l’Europa. Così non c’è stato campionato in cui Lautaro abbia fatto peggio del precedente. Quasi sempre almeno un golletto in più come promessa per il futuro. Ha concluso il 2024-25 con il record personale di 24 timbri e sulla testa la corona da capocannoniere".
"La cifra è alta, ma poteva esserlo di più, senza quella fine di campionato placida anche per il Toro: quando il binocolo ha iniziato a inquadrare nitidamente la seconda stella, si è spento pure lui. Prima dell’inesorabile (e umano) rallentamento. Nei primi due anni tra le mani di Simone Inzaghi, dal 2021 al 2023, l’argentino si era ripetuto — entrambe le volte aveva chiuso a 21 centri —, ma è bastato togliergli di mezzo una prima punta per mandarlo in orbita. Lautaro ha ormai occupato militarmente la posizione centrale, con il nuovo gemello Marcus Thuram pronto a farsi in quattro per lui. Questo assetto proseguirà e col Genoa l’attacco avrà un sapore antico, ma c’è una differenza rispetto al recente passato".
"Ora esiste un “terzo” di qualità. Mehdi Taremi, atteso al debutto entrando a gara in corsa, è molto di più che una classica riserva e bussa già alla porta della ThuLa. Questa stagione, in cui dal Toro ci si aspetta il solito saltello in là, inizia giusto con l’unico tabù che gli è rimasto: tra le squadre di questa Serie A incrociate in carriera, il Genoa è l’unica contro cui non è mai riuscito a segnare, nonostante sei ostinati tentativi".
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