"Quindici minuti per un piccolo saggio del centravanti moderno. A Firenze, culla della cultura, Lautaro dipinge calcio a suo modo. Con qualità e determinazione, con potenza e classe". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla prestazione sontuosa di Lautaro contro la Fiorentina. Prima da rifinitore per il gol di Barella, poi in proprio con una doppietta: il Toro si è caricato l'Inter sulle spalle: "Quattro reti nelle ultime tre uscite ufficiali, da Barcellona in poi il Toro non conosce limiti e il digiuno di 43 giorni sembra finito nell’abisso delle cose da dimenticare. È lui l’antidoto alla nuova minaccia da mal di trasferta, è lui il simbolo della riscossa nerazzurra nella difficile missione di tornare a contatto con la prime della classe, prima della pausa Mondiale. Lautaro ha esorcizzato anche il primo raptus da pazza Inter, capace di farsi rimontare di due gol pur essendo quasi sempre in controllo. Ci ha pensato il Toro a reindirizzare verso Milano il match del Franchi, conquistandosi un rigore e trasformandolo con la potenza e la freddezza dei grandi. Un rigore alla Batistuta nell’ex casa di Batigol e sotto gli occhi dell’altro maestro argentino Milito, l’ex eroe del Triplete, uomo chiave anche per il suo passaggio dal Racing all’Inter nell’estate 2018", commenta poi il quotidiano.
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Lautaro, che show a Firenze: il Toro dipinge calcio ed è diventato leader così
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Leader
—Lautaro, nei giorni scorsi, aveva confermato la volontà di non tirare indietro la gamba nelle ultime partite prima del Mondiale ai microfoni di TyC Sports: "Detto, fatto. Come se già sapeva quello che sarebbe successo in avvio al Franchi. Il vantaggio nerazzurro è nato da una palla strappata a Martinez Quarta e poi ripulita con la dolcezza del tocco mancino in profondità di controbalzo, per togliere il tempo dell’intervento agli avversari. Barella ha stoppato e gioito, come ormai è diventato consuetudine. Perché se il Toro è l’uomo copertina del Franchi, Barella è in prima pagina insieme a lui in questo straordinario mese di ottobre, che ha visto l’Inter ipotecare gli ottavi di Champions e poi rilanciarsi prepotentemente in campionato, con tre vittorie di fila che danno alla classifica tutto un altro sapore. Lautaro e Barella segnano da tre partite consecutive perché più degli altri hanno nell’anima la capacità di essere leader tecnici e carismatici. Se loro dettano la linea, gli altri non possono certo nascondersi. È il destino dei top player, di quelli che vivono per la vittoria e non dormono quando le cose vanno male. Lo scorso anno, in un periodo nero, Lautaro ammise: «È stata dura restare a lungo senza il gol, ci pensavo tutte le notti…». Ieri notte avrà dormito beato e ora può sognare a occhi aperti. Un Lautaro così, in Qatar, può prendersi il Mondo", chiosa la Rosea.
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