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Furia Lautaro: “Non lascerò infangare la mia famiglia, hanno tentato di lucrare su morte della figlia”

Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Il capitano nerazzurro su Instagram rivela la sua versione dei fatti sulla vicenda emersa in queste ore

Lautaro Martinez non ci sta. L'attaccante e capitano dell'Inter, al centro di una spiacevole vicenda emersa oggi con la condanna del Tribunale di Milano per licenziamento illegittimo della babysitter gravemente malata e poi scomparsa, ha voluto dire la sua. Lo ha fatto attraverso un messaggio condiviso su Instagram, per spiegare la propria versione dei fatti.

Il messaggio di Lautaro Martinez

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"Ho deciso di rimanere a lungo in silenzio per rispetto verso una famiglia che non ce l'ha mai avuta con noi. Ma non permetterò che sporchino la mia", ha scritto l'argentino. Poi prosegue: "Abbiamo assunto una persona già malata, amica di una vita, fino a quando purtroppo non ha potuto più lavorare perché la sua malattia non glielo permetteva.

Dopo aver fatto molto per lei e la sua famiglia, prendendoci cura dei biglietti per il loro arrivo, aiutando a trovare letti in ospedale quando era collassata, aiutandola con le sue cure, con l'alloggio della sua famiglia che abbiamo dovuto CONVINCERE a venire a prendersi cura della figlia che stava morendo.

Quando stava morendo, la sua famiglia ha cercato di ottenere soldi da noi e di approfittare della situazione, non solo, ma dopo la sua morte hanno continuato a insistere e gli è andata molto male, non poteva andare in qualsiasi altro modo.


Ora, dopo una sentenza in cui non avete potuto ottenere un solo euro perché non dovuto, perché il nostro aiuto a lei lo abbiamo dato quando dovevamo darlo, ora tirate fuori questa storia per infamarci. Che tipo di persona bisogna essere per pensare di approfittare della morte di un figlio per fare soldi. Disgusto della famiglia Lizzola lembo. A lavorare!"

I fatti

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La ragazza, assunta da Lautaro Martinez e sua moglie Agustina come babysitter, è stata costretta al ricovero a causa di un brutto male che purtroppo è degenerato nei mesi e l'ha portata alla morte. Nel suo periodo in ospedale ha ricevuto la notizia del licenziamento, al quale ha provato ad opporsi in tutti modi possibili. Dopo la sua scomparsa, la famiglia ha impugnato tale decisione, affidando a uno studio legale la tutela dei diritti che riteneva non rispettati. Il Tribunale di Milano ha giudicato illegittimo il licenziamento con una sentenza del Giudice del Lavoro.


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