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L'avvocato Paolo Nicoletti, il legale a cui si è affidato Mauro Icardi per tornare a vestire la maglia dell'Inter durante la scorsa stagione, è intervenuto su Repubblica, firmando un articolo sulla "trasformazione dei calciatori da bandiere a voci di bilancio".
"Gli interessi finanziari hanno un impatto sempre maggiore e finanche il fantacalcio presuppone conoscenze economiche pari a quelle sportive.
Con un paradosso: nel fantacalcio il valore dei giocatori è legato alla prestazione sportiva più di quanto accada nel mercato reale dove il rapporto fra il valore del giocatore e la sua performance sembra talvolta perdersi", evidenzia Nicoletti.
Paradosso che crea allarme, se è vero che il fenomeno delle plusvalenze sui calciatori compravenduti è in continua crescita in Italia, dove nel periodo 2018/2019 le plusvalenze iscritte nei bilanci dei club sono di 717 milioni di euro, aggiunge Nicoletti. Che poi attacca.
Esultare per una plusvalenza - "Trattare i giocatori come poste contabili è un errore a cui ci siamo così abituati che i club scelgono quale giocatore comprare, o vendere, anche in base alla politica degli ammortamenti e al rapporto costi-ricavi, dimenticando troppe volte di valutare l’effettiva utilità dell’atleta rispetto al progetto; e il calciomercato è diventato esso stesso una competizione, che attribuisce scudetti, alternativi a quelli del calcio giocato; e persino i tifosi esultano alla realizzazione di una plusvalenza tanto quanto alla realizzazione di un gol".
Le conseguenze - Le conseguenze di questi fenomeni, sottolinea Nicoletti, sono sociali ma anche economiche: perché seguendo tali logiche la gestione dei club peggiora, i risultati sportivi non arrivano e si rischia di indebolire il valore del marchio e l’identità del club, dimenticando che le squadre hanno come scopo la produzione di uno spettacolo, il gioco del calcio, e il conseguimento di un risultato, la vittoria. La trasformazione dei giocatori da bandiere della squadra a poste contabili rischia di trasformare le società da club sportivi a società commerciali che svolgono in via prevalente trading di beni.
(Fonte: Repubblica)
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