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"Il Brescia è può giocare in tanti modi e dare scarsissimi punti di riferimento: giocano con una difesa a tre che puo cambiare a cinque, ma che a volte si schiera a tre...". Alla vigilia della trasferta a Brescia dove l'Inter scenderà in campo al "Rigamonti'"nell'anticipo valido per la 29^ giornata della serie A Tim 2010-2011, Leonardo descrive il prossimo avversario dei nerazzurri. "È una squadra che ha tante risorse - continua l'allenatore narazzurro - e non sono frutto di casualità i risultati che hanno conquistato soprattutto fuori casa contro ad esempio Udinese e Roma, ma anche nella partite casalinghe dimostrano costanza. Tutto questo fa pensare a una partita molto difficile per noi, un'altra, che va ad aggiungersi a tutte le altre perchè le partite per l'Inter sono partite difficili".
Tra i venti giocatori disponibili per la gara di domani, sono assenti Cristian Chivu ("ha un problema muscolare e un colpo al piede che ha trascinato per alcuni giorni, ma niente di grave"), Esteban Cambiasso e Thiago Motta, "ma anche noi, come il Brescia, abbiamo le nostre alternative - replica Leonardo - sia in termini di gioco ma anche di uomini. Avere assenze è abbastanza normale, si tratta di saper gestire i momenti di ogni singolo giocatore: è questa la preoccupazione maggiore rispetto a quella relativa alla partita di martedì".
Brescia come Monaco, una vittoria vale tanto in tutti e due i casi: "Ogni partita è importante perchè vincere cambia il risveglio e fa andare avanti vai avanti con uno spirito che dà ottimismo. La gara con il Brescia ha alla base una motivazione altissima e questo è un segnale che dà già una risposta".
E di risposte ne ha date di importanti Goran Pandev: "Sono molto felice. Ciò che conta per lui è essere tornato disponibile al massimo della forma e non era affatto facile. Goran ha avuto una grande reazione, basata innanzitutto sulla sua grande umiltà: si è messo in gioco, mi ha ascoltato, ha svolto ogni tipo di allenamento e la risposta si è vista, è stato fondamentale in due partite".
Un'Inter scatenata, maggiormente dopo i primi 45', ma questo per Leonardo non è un grosso problema: "Oggi poche squadre riescono a giocare per tutti i 90 minuti con la stessa intensità e con la stessa forza per attaccare, forse solo il Barcellona ci riesce. L'importante è che questi cali all'interno della partita non siamo determinanti. L'approccio alla gara è sempre molto importante, come allo stesso tempo lo è avere una reazione se le cose non si mettono benissimo".
Capitolo Calciopoli. Il 31 marzo prossimo, il presidente Massimo Moratti sarà ascoltato dal procuratore Stefano Palazzi: "Mi farebbe molto piacere - commenta Leonardo - se non si parlasse così tanto di questo argomento. Inoltre, si tratta di cose che io personalmente non sono in grado di giudicare perchè non ho le coordinate giuste per farlo. Io sono sempre per il chiarimento di tutto, ma non saprei dire più di questo". E sul fatto che la convocazione sia fissata tre giorni prima del derby: "Ripeto, non posso giudicare. Non voglio cercare un qualcos'altro che non c'è, voglio solo che usciamo da tutto questo. Certo quello che succede dà fastidio a tutti. Spero si arrivi alla fine e si ricominci con l'idea di un calcio come competizione sana e fatta di passioni".
Si torna al calcio giocato, e a un'Inter che, dopo le sconfitte europee di Roma e Milan, è l'unica italiana ancora in corsa su tre fronti: "Ci sentiamo in grado di riuscire ad andare avanti in Champions League, così come nel campionato e non credo si tratti di una responsabilità esagerata, perchè sapere di essere ancora in corso per tutto dà una grande motivazione. Tutte le squadre partono con l'obiettivo di vincere tutte e tre le competizioni, detto questo dobbiamo pensare partita dopo partita cercando di fare del nostro meglio".
Infine si parla della convocazione di Simone Dell'Agnello ("credo che la Primavera vada premiata a prescindere dal singolo che, essendo un ottimo giocatore, è automatico chiamare in prima squadra se necessario") e di Lionel Messi e della sua media-gol ("è incredibile, non so se supererà Diego Maradona, ma fa già parte di quel gruppo di fenomeni").
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