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L'Inter è dunque passata ai cinesi e il Milan potrebbe faro lo stesso. Chi meglio di Leonardo, ex di entrambi i club, potrebbe spiegare meglio le sensazioni e il suo parere? Ecco le sue parole, riportate dalla Gazzetta dello Sport: "Suning-Inter? Chi prende un grande club compra un brand e deve sapersi adattare all’ambiente, così come l’ambiente deve sapere che il cambiamento è necessario. Ormai esistono due tipi di calcio: o sei dentro la Champions o sei fuori, e se sei fuori non puoi fare niente. Serve a ogni club qualcuno che sappia seguire un progetto quotidianamente. Il calcio milanese non può essere quello delle ultime stagioni. Qualcosa succederà"
INTER -"Per l'Inter molto dipenderà dalla forma usata per il cambiamento. E per forma intendo la comunicazione, il progetto, lo staff, tutto. Il calcio adesso segue un linguaggio nuovo, però alla fine i tifosi vogliono vincere e se il nuovo proprietario porta risultati l’atteggiamento cambia. Penso al Paris Saint Germain: anche lì i tifosi erano diffidenti, ma la proprietà qatariota ha saputo toccare i loro cuori. E non soltanto spendendo soldi"
CINESI - "Io consulente per i cinesi? Io non mi pongo limiti. Sono adattabile, ho fatto tante esperienze che fanno parte di me e del mio modo di interpretare molti ruoli. Non credo che aver ricoperto cariche diverse possa essere considerato un limite. Tornare ad allenare? Potrei essere un allenatore con esperienza dirigenziale e un dirigente che capisce quel che succede in campo. Perché una cosa è chiara: senza squadra non c’è business. E’ questa la particolarità che tutti gli investitori che arrivano in Europa devono tenere in considerazione. E se dall’Oriente o dagli Stati Uniti vogliono venire in Europa un motivo c’è: questo è il centro dello spettacolo"
MILANO-"Restare a Milano? Non mi precludo nessuna possibilità, mi sento pronto per rientrare. Lo dico in generale, perché sono stato fermo tanto tempo. E’ ora di ricominciare. A club grandi come Inter e Milan basterà poco per tornare al top. Intanto io il giorno della finale sono rimasto a casa: pensare al passato e vedere la Spagna che domina a San Siro mi faceva effetto. Ma sono sicuro che la risalita sarà veloce. E se l’Inter si mette in casa un gruppo così importante, vuol dire che il progetto è forte. E senza un architetto che lo segua anche nelle difficoltà quotidiane, mandare avanti un’azienda di calcio è impossibile"
(Gazzetta dello Sport)
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