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LEONI
—Leoni è stato il 2006 più impiegato d’Italia: 766 minuti in Serie B scanditi da dodici presenze e un gol, arrivato ad aprile contro il Palermo. A Bogliasco lo chiamano “leoncino”, è nato a Roma, è cresciuto nel Padova e sa fare più ruoli: centrale difensivo classico e braccetto di una difesa a tre. È uno dei nomi seguiti dai nerazzurri per il futuro. Al momento non si è andati oltre l’approccio, la chiacchierata informale, l’ammiccamento. Leoni, in questo momento, non ha urgenza di trovare una squadra, in quanto vista l’età, la considerazione e le chance di giocare, potrebbe anche restare un altro anno alla Samp per fare esperienza.
TOPALOVIC
—Chi lo conosce bene scosta i paragoni come si fa con le tende quando la stanza ha bisogno di luce. «Kevin De Bryune? Lo stile è quello, ma non esageriamo…». Topalovic è nato a Slovenj Gradec, la città da dove provenivano i fedeli soldati degli Asburgo. In questi primi giorni di ritiro, Luka sta imparando in silenzio. Chi l’ha visto da vicino ne ha lodato la tecnica e la voglia di tenere sempre la sfera tra i piedi. Fino a quando torneranno i big, avrà il suo spazio in prima squadra. Orazem è sicuro: «Chi ha qualità, alla fine emerge».
PEREZ
—"E poi c'è Perez Alex Perez è il’ultimo diciottenne al servizio di Inzaghi, arrivato in prestito con diritto di riscatto. Colpisce l’altezza: un metro e 93. Utile per chi fa il centrale difensivo. Nato a cresciuto a Madrid, a un certo punto della sua vita ha cambiato fiume: dal Manzanarre al Guadalquivir, quindi Siviglia. L’Inter l’ha strappato al Betis nonostante la stima di Manuel Pellegrini, uno che l’anno scorso l’aveva portato in ritiro. Perez, classe 2006, sarà aggregato alla Primavera, anche se i piani alti vogliono osservarlo da vicino. Il gioco dei paragoni non l'ha risparmiato: dicono somigli a Piqué, alto appena un centimetro più di lui. Lo vedremo", riporta Gazzetta.
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