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La nuova Inter di Frank de Boer, non solo ha centrato il terzo successo consecutivo, ma inizia ad essere un vera squadra, molto ordinata in campo. I nerazzurri sono sempre vicini, si aiutano, accorciano con saggezza e, così facendo, dimostrano di essere una squadra. Non ancora completa, non ancora armoniosa come dovrebbe essere, non ancora perfetta, questo è vero, però è qualcosa di più di un’idea. Non si può dire con certezza se sia stata la vittoria sulla Juventus a far cambiare marcia all’Inter, perché la testa spesso conta più dei muscoli, tuttavia si può notare che adesso i giocatori di De Boer si muovono pensando alla squadra e non soltanto a se stessi. E’ un passo in avanti non da poco. Joao Mario dimostra di essersi già calato perfettamente gruppo nonostante sia sbarcato da poco nel campionato italiano. Tocchetta, dialoga con Candreva e con D’Ambrosio, lancia e, soprattutto, gioca di sponda (ne effettua addirittura 7) e in questo modo favorisce gli inserimenti dei compagni. L’impressione è che il portoghese, in un centrocampo che prima era soprattutto muscolare, rappresenti un valore aggiunto in termini di qualità tecnica (che non fa mai male...). Dal triangolo D’Ambrosio-Joao Mario-Candreva nascono 11 cross (1 di D’Ambrosio e 10 di Candreva) che sono nettare per uno come Icardi. Dall’altra parte, dove Kondogbia è una mezzala meno raffinata di Joao Mario, si arriva meno facilmente sul fondo: solo 3 cross, tutti di Perisic. Quando De Boer riuscirà a trovare l’equilibrio tra destra e sinistra, obiettivo di tutti gli allenatori (e di tutti i politici...), l’Inter potrà decollare.
(Gazzetta dello Sport)
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