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L’Inter finisce nell’House of Cards cinese: “Mistero Wang, Suning non vuole indispettire Xi Jinping”

Daniele Mari

Resa dei conti all'interno del governo cinese, il calcio finisce nel mirino delle autorità

Autentica resa dei conti tra i potenti cinesi alla vigilia del Congresso del Partito Comunista, in programma il 18 ottobre. Il potentissimo Wang Jianlin, fondatore di Wanda, è stato addirittura fermato in aeroporto, con annesso ritiro del passaporto, mentre era in partenza per Londra. Secondo gli analisti, è stato questo l'inizio della cosiddetta "House of Cards" asiatica, termine legato alla famosa serie tv sugli intrighi della politica americana, con protagonista Kevin Spacey nei panni del presidente.

Il Frank Underwood della situazione, racconta Business Insider, sito che si occupa di finanza e partner di "La Repubblica", è Xi Jinping, che sta facendo politicamente "piazza pulita" dei suoi rivali. Nel prossimo congresso, infatti, bisognerà deciderà chi guiderà la Cina fino al 2032. E nel calderone è finito anche il mondo del calcio.

“Nel mirino del governo – spiega Alberto Rossi, analista della Fondazione Italia-Cina – sono finiti gli investimenti giudicati “irrazionali” in settori come l’immobiliare, l’intrattenimento, il cinema e lo sport. Proprio quelli in cui è attiva Wanda, che ha annunciato che non investirà più all’estero e che ha dovuto vendere ad esempio a luglio 77 dei suoi alberghi”.

"Per capire il livello di tensione che c’è in Cina in queste ore basta fare un salto indietro a luglio quando una televisione cinese ventilò l’ipotesi che Suning avesse usato l’acquisizione dell’Inter per riciclare del denaro: accusa rispedita al mittente (“abbiamo investito con l’appoggio del governo” replicò la società), ma da allora il mercato dell’Inter ha subito una decisa frenata. Abbastanza per far abbassare le luci sul gruppo e non indispettire il governo", scrive Business Insider riferendosi al famoso reportage della tv di stato cinese sulle spese all'estero.

“La fuga dei capitali – spiega ancora Rossi – ha portato a un calo delle riserve in valuta estera, che a gennaio sono scese sotto la soglia psicologica di 3mila miliardi di dollari. La preoccupazione sulla tenuta del sistema finanziario è cresciuta via via, i controlli sugli scambi di valuta estera si sono intensificati, tanto che nei primi sette mesi del 2017 gli investimenti oltre confine hanno riportato un calo del 44%. La nota di novembre della Ndrc che limitava gli scambi di valuta estera e dunque gli investimenti esteri al di fuori del core business dell’investitore o in settori “irrazionali” scadrebbe il 30 settembre, ma ad agosto la nuova classificazione dello State Council ha diviso in tre categorie gli investimenti esteri: vietati, limitati, incoraggiati. Quelli nello sport ricadono nel secondo gruppo. Non banditi, ma fortemente contingentati”.

Anche Alberto Forchielli, amministratore delegato di Mandarin Capital Partner, il primo fondo di private equity non cinese ad aver ricevuto in gestione capitali del governo di Pechino, cofnerma che le spese nel calcio europeo non sono ben viste in Cina: "I recenti grandi investimenti nel mondo del pallone non sono piaciuti alla gente che preferirebbe andare allo stadio a divertirsi anziché sapere che sono gli europei a godersi lo spettacolo con soldi cinesi”.

(Fonte: it.businessinsider.com)