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L’Inter ruggisce e tenta la fuga: all’Olimpico chiaro il DNA di questa squadra
Stavolta non ha ceduto a strane tentazioni. Simone Inzaghi si è ripresentato in casa della Lazio per la terza volta da avversario senza snaturare la sua Inter, ripagato abbondantemente dal bottino portato via dall'Olimpico. Lo spessore dei nerazzurri è emerso chiaramente nell'ennesimo test insidioso di stagione, addirittura al di là del vantaggio aumentato nei confronti della Juventus. Perché senza neanche essere al giro di boa, l'Inter ha già affrontato in trasferta proprio i bianconeri, oltre a Milan, Napoli, Atalanta e Lazio, con un totale di quattro vittorie e un pareggio.
E' la prova del DNA di uno spogliatoio ormai all'apice della sua maturità. Lo si è detto e scritto più volte dopo Istanbul, questo sembra il dato che più certifica lo status della squadra. Tornata bella vedere, a prescindere dal risultato. Perché prima ancora degli uomini, delle contingenze e dell'importanza - certo - dell'avversario, è importante giudicare l'approccio e l'atteggiamento in campo. Ieri l'Inter ha accettato il duello a viso aperto, ha aggredito con costanza le fonti di gioco avversarie e ha saputo azzannare con grande furore nel momento giusto con Lautaro e Thuram, per poi gestire con grande autorevolezza. Martedì non aveva messo tutti d'accordo su questi aspetti.
Inzaghi torna a pieno d'orgoglio per lo scatto della sua Inter. Un ruggito che ovviamente getta via quel filo di delusione per non aver centrato il primo posto nel girone e che, invece, mette un altro piccolo mattoncino verso il primo obiettivo stagionale. Le scelte di formazione hanno pagato: il riferimento è in particolare all'asse di destra, ancora martoriato dalle assenze. Giusto concedere ancora qualche giorno a Pavard, con Darmian solita garanzia e Bisseck sulla scia delle buone sensazioni lasciate dopo l'Udinese. Pochi giorni e si ritornerà in campo: sotto l'albero potrebbe esserci anche il passaggio del turno in Coppa Italia.
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