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Ausilio: “No Berardi, seguiamo Milik. Cavani fu vicino. I tifosi mi chiedevano sempre…”

Simona Castellano

Piero Ausilio è il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, format di Inter Channel. Il direttore sportivo dell’Inter si è raccontato al canale tematico nerazzurro, parlando di mercato e di tanto altro. Ecco le sue parole:...

Piero Ausilio è il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, format di Inter Channel. Il direttore sportivo dell'Inter si è raccontato al canale tematico nerazzurro, parlando di mercato e di tanto altro.

Ecco le sue parole:

-Roma?

La cosa più importante. Abbiamo fatto le cose molto seriamente in queste ultime partite. Siamo stati seri, attenti e quindi questa settimana è diventata importantissima. Sono d'accordo con lui quando dice che non è decisiva, dato che mancano tanti punti, ma è fondamentale fare un risultato positivo, una bella prestazione di carattere e da Inter e poi vedere.

-Trattativa più faticosa?

Pe ala medianicità quella di Kondogbia, la pressione era enorme. Inter e Milan si contendevano questo calciatore in una location particolare. Questa pressione ti dà problemi. Lì devi decidere per la cosa più giusta, giustificare o non giustificare il rilancio. La più dura, in termini di trattativa, è stata quella di Perisic con il Wolfsburg, per una cultura completamente diversa dei tedeschi nel trattare e anche per richieste alte. A una richiesta rispondono dopo tre o quattro giorni e tu sei lì a pensare di tutto. Cina per Guarin? Trattativa quasi esclusivamente condotta di notte. La vera trattativa si fece con un altro club, poi abbiamo perso l'altro canale e l'abbiamo chiusa in due giorni. Si è dormito poco, ma non è stata una trattativa complicata. Guarin è stato uno dei primi, poi ne abbiamo visti tanti altri andare lì. Mi sono sempre interessato dei contratti, ho sempre avuto una curiosità di questo tipo. I miei contratti li ho fatti anche da solo, mi è più facile magari rispetto ad altri capire.

-Calciatore che ti chiedono?

La possibilità per giugno ci sarebbe anche stata, chiedevano Lavezzi. Era il sogno ovunque. Il primo nome era quello. Se non fosse arrivata questa opportunità enorme, davvero enorme per le cifre, secondo me a giugno a parametro zero l'idea Inter sarebbe stata concreta.

-Retroscena da raccontare su Kondogbia?

Sono all'Inter da 18 anni, chiedevo anche a Galliani se si è mai trovato nella sua carriera nello stesso ristorante, in una situazione simile. E' stata l'esperienza più strana. Anche per Galliani, come mi ha raccontato. A Montecarlo i giornalisti erano già in hotel praticamente. Oggi metti piede in aeroporto e ti fanno foto, ti mandano messaggi. Nell'ultimo anno dopo aver passato il controllo all'aeroporto mi è subito arrivato il messaggio di un giornalista che mi chiedeva dove fossi andato.

-Cosa è successo con Kranevitter?

Uno di quei 300.

-Zabaleta e Biglia?

Parliamo di due titolari dell'Argentina,a come fai a dire che non sono bravi.

-Telles e Ljajic riscattati?

Il loro è diritto di riscatto, si terrà conto di tante cose a fine stagione. Siamo contenti di entrambi, sono due di quei profili che pensiamo possano fare di più. Jovetic? Ha già un obbligo definito. Dodo? E' dell'Inter. Si è ripreso, ha avuto tanti infortuni, lo stiamo seguendo, comunque. Andare via dall'Inter non è mai facile, ma per Dodo è stata la scelta migliore, credo che anche lui sia contentissimo.

-Corchia? 

E' stato a Interello in prova. Terzino destro con buona tecnica, ma non prestante fisicamente. Si credeva potesse fare il salto, si era pensato a lui a livelli diversi, ma non è esploso.

-Acquisti per vincere il campionato?

Si cerca di fare sempre il meglio, ma nel rispetto delle direttive che ricevi, cioè tener conto di un contratto sottoscritto con la Uefa. Ci sono paletti economici che dobbiamo rispettare e tutto quello che vorresti fare non puoi farlo, ma questo non vuol dire rinunciare a fare bene il proprio lavoro. Le idee le abbiamo. Formula Ausilio? Con Dodo la prima volta, prestito biennale con obbligo alla prima presenza. Dal prossimo luglio dovremmo pagarlo.

-Santon?

Crediamo tantissimo in lui, lo abbiamo comprato perché ci crediamo, pur non avendo ancora raggiunto le potenzialità cui il suo livello può arrivare. Deve convincersi soprattutto lui e conquistare la Nazionale. Giocano giocatori bravi in Nazionali, ma non superiori a Santon. Deve viverlo come obiettivo e motivazione.

-Berardi? 

Come tanti altri giovani non c'è bisogno di dire che non piace, ma è quasi impossibile. Voglio essere onesto. Da quanto ne so ha già un orientamento verso la Juve. E' di proprietà del Sassuolo, ah un contratto con loro e costa tanto. E' interista, questa qualità lo rende ancora più giovane.

-Murillo?

L'avevamo già chiusa la trattativa. Il Granada è del gruppo Pozzo, c'era questo rapporto con loro. Abbiamo chiuso a gennaio e abbiamo insistito affinché arrivasse subito, ma loro lottavano per la salvezza e quindi non ci fu la possibilità. A volte non dici già di aver raggiunto gli accordi per rispetto nei confronti delle altre società. Con Vidic raggiungemmo l'accordo molti mesi prima e venne annunciato a marzo.

-Modulo?

Lo decide il mister, con giocatori bravi si può giocare in tanti modi. 4-3-3, 4-2-3-1 possono essere utilizzati. Non vedo perché non possano giocare con i sistemi che vuole il tecnico. Soriano ha giocato in tre posizioni diversi, merito per il calciatore. Altri calciatori magari si adattano meno. Soriano ha sicuramente duttilità.

-A volte scrivono di trattative già fatte...

Nella mia mail arriva di tutto, senza filtro. L'anno scorso mi hanno mandato il nome di calciatori accostati a noi. Erano centinaia. Quest'anno ne sono arrivati 13 su 400.

-Calleri?

E' stata bellissima questa cosa. Pe tre mesi sembra avesse fatto le visite. In realtà è uno di quei profili che abbiamo seguito e che dobbiamo continuare a fare, è giovane, è un attaccante che va seguito. Non c'è mai stato nulla di più. Pe rio futuro non posso sapere.

-Laxalt utile da noi?

Sta facendo bene. E' molto funzionale per quel tipo di calcio, per quel sistema di gioco. Noi siamo stati bravi a portarlo in Italia, ha dinamismo, ma le altre esperienze non furono positive in termini di presenze. Il Genoa ci lavorò sei mesi senza farlo giocare, ora si è imposto e sta facendo bene. Sono felice perché lo merita. Segna contro il Milan? Ha qualità (ride, ndr).

-Mancini e Jovetic resteranno?

E' nel percorso naturale della nostra intenzione e della loro.

-Cavani?

Ricordo quell'esperienza. L'operazione era stata portata avanti da Branca. Io lavoravo con lui, sapevo quello che faceva. L'opportunità di prenderlo ci fu, non venne Cavani poi, venne Pandev a parametro zero e si vinse tutto. Come fai a pensare ad un rammarico. Magari è arrivato un giocatore meno di grido in quel momento, ma più funzionale. Fu determinante per i successi in quella stagione. Fece gol alla prima partita contro il Chievo.

-Rimpianto?

Alcune cose sono state fatte bene, altre meno e vorresti cancellarle. Ma da scelte sbagliate, trattative saltate si migliora, si fa esperienza e anche le cose che possono sembrare degli errori sono una base per il futuro e per sbagliare meno.

-Pronostico stagione?

Penso a quello che facciamo ogni giorno. La società è concentrata sulla possibilità di centrare il terzo posto, non vuol dire essere sicuri di centrarlo, ma vuol dire fare il possibile e l'impossibile per provarci. In Italia ci sono almeno 7 squadre competitive. Qui due ci riescono ad andare in Champions, magari una per un punto non arriva e non vuol dire che è un fallimento. Vuoi dire fare analisi e costruire la stagione successiva.

-Milik?

E' giovane, interessante, ha avuto un percorso particolare, era stato acquistato dal Leverkusen, non fece bene e venne mandato all'Ajax. Lì si sta affermando, è interessante. A differenza di quello che si pensa, lo stiamo seguendo, ma non c'è nulla di più. Quando si tratta di giovani interessanti non ci siamo solo noi, ma è giusto seguirli.

-La tecnologia aiuta per monitorare calciatori?

Hai molto meno tempo per andare in giro, devi raccogliere informazioni che attraverso i video. Il lavoro degli osservatori è comunque indispensabile. La prima selezione viene fatta attraverso i video, poi si va in maniera più mirata. Oggi  trovi anche società piccole che sono informate, proprio perché sfruttano la tecnologia.

-Le parole post sconfitta con la Juve? 

Non è stato preparato quello che ho detto. Ma spesso si va a parlare, in quel momento mi è venuta così, non era pensata. Era un segnale ulteriore da voler dare. una squadra come l'Inter ha il dovere di combattere e di mettere il 110% in ogni partita fino alla fine. In quella partita siamo stati sfortunati all'inizio e poi abbiamo smesso di provare a ribaltare quel risultato. Non vuol dire nulla, abbiamo un'ottima squadra e quando lo fai notare se ne rendono conto e tirano fuori qualità che già conosciamo. Si impegnano, lavorano tanto ius settimana, dobbiamo trovare solo la chiave giusta.

-Giocatori da acquistare? Regista?

Abbiamo delle idee, siamo critici con noi stessi e ci guardiamo in giro se ci sono profili. Regista? Abbiamo guardato e sul mercato non c'era disposizione o possibilità economica per comprare un giocatore che facesse al caso nostro. SI può anche giocare senza regista. Se si trova il nuovo Pirlo, ci mancherebbe. Farebbe comodo a chiunque, ma se non hai la possibilità di trovare un giocatore che ti migliora è inutile Abbiamo buonissimi centrocampisti, alcuni per età o per altri motivi possono dare ancora tanto all'Inter. L'Inter ha vinto giocando bene contro la Juve e non c'era il regista, come anche col Bologna e il Palermo. Ma non tutte le squadre lo hanno.

-Comprare Neymar?

Mi sembra ambizioso, non sono giocatori cedibili. Tra qualche anno diremo che Neymar ha fatto i suoi 10-15 anni al Barcellona. Va al di là dei bilanci, il Barcellona non se ne priverebbe mai anche per una questione politica. Non li cederebbero mai. Più facile veder partire Cristiano Ronaldo? Tutto può essere"

-Talenti che l'hanno colpita di più del settore giovanile?

Tantissimi. Tanti giocano in serie A o in campionati importanti. Si sottovaluta il lavoro con i giovani, ma l'onte cha prodotto tanti calciatori per i campionati maggiori d'Europa. Qualcuno ha fatto più carriera, ma li ricordo tutti con soddisfazione. Per Donati si faceva fatica a trovare una squadra di serie B. Ricordo con affetto Pandev, Destro, ma anche Bonucci. Avevano qualità e grande personalità e voglia di arrivare. Il fatto che siano arrivati è solo merito loro.

-Giocatori migliori ora? Perisic?

Non è mai facile parlare dei singoli, ma tutti i ragazzi presi hanno grandi qualità. Qualcuno ha espresso le proprie qualità perché ha avuto più possibilità, altri magari meno. Non sono sorpreso di vedere oggi il rendimento di Perisic, ad esempio. E’ una sorpresa per chi non sapeva quanto fosse forte questo ragazzo, noi ci abbiamo puntato ad occhi chiusi. Lo abbiamo seguito tanto, così come lo hanno fatto altre squadre importanti d’Europa. Lui già giocava in una grande squadra d’Europa, per prenderlo abbiamo compiuto un sacrificio economico non da poco. Oggi sentir parlare di giocatore fondamentale, giocatore che sta impressionando tutti fa anche ridere. Sono gli stessi che lo hanno criticato un po’ troppo, non dandogli il giusto tempo di capire il nostro calcio. Quello che sta facendo oggi, per noi è la normalità. E come lui tanti altri. Normale che ci si aspetti sempre di più, ed è giusto che sia così, perchè giocatori come Kondogbia, Brozovic, Telles, Biabiany o Ljajic sono giovani e hanno la possibilità di essere ancora migliori. Jovetic? Quando starà bene fisicamente verranno fuori le sue qualità, non è un problema grave questo, ma lo ha un po' rallentato. La sua classe e la sua qualità non si possono discutere. Non si possono discutere giocatori come Melo, presi per esperienza, qualità.

-Tempo impiegato per decidere chi prendere?

Dipende dal giocatore. Non hai bisogno di vedere Miranda per sapere se prenderlo. Siamo stati bravi a chiuderlo in 48 ore un'opportunità aperta in maniera quasi impensabile. Abbiamo colto l'occasione, poco dopo erano piombate altre squadre su questo ragazzo. E' passata in silenzio la sua importanza e anche la velocità del giocatore. Anche con Lucio è accaduta una cosa simile.

-Mancini riconfermato?

Si risponde perché è la domanda di un tifoso, ma abbiamo già risposto, lo ha fatto Thohir, lo ha fatto Mancini. Non c'è proprio il pensiero, è e sarà l'allenatore.

-Materazzi all'Inter?

Tutti gli vogliamo bene, ha nel cuore l'Inter, ora sta vivendo un'esperienza. Chiaramente le esperienze di lavoro devono essere valutate da tutti. Io so quanto è bravo, gli sono legato, ma sono convinto che prima o poi avrà le sue soddisfazioni.

-Prima non c'era la tecnologia...

Prima venivano visionate tante partite. Da solo non fai nulla, soprattutto uno devi coprire tante partite, noi abbiamo sempre valorizzato tante persone. Devi vedere tante partite, devi costruire una rete di contatti e comunicazione. Oggi so se una telefonata che arriva da una persona è più giusta rispetto a quella di qualcun altro.

-Qual è il ricordo più bello all'Inter?

C'è ancora un presente e quindi si spera di avere sempre ricordi belli. Io ne ho tanti, ricordo con estremo piacere tutti i successi del settore giovanile e della prima squadra, a livello di gruppo. I trofei vengono da tanta passione. Quindi pensi a Madrid, ma anche la prima Coppa Uefa, ero appena arrivato, ero da qualche mese e dopo soli tre mesi è arrivata la Coppa Uefa del '98, per me la prima. Poi ricordo tutti i successi del settore giovanile.

-Bisogna avere passione per questo lavoro...

Tutto nasce dalla passione, tutto quello che faccio lo faccio perché sono motivato da grande passione. Ovviamente c'è tanta responsabilità, ma se non hai dentro qualcosa che ti spinge... La curiosità, la voglia di documentarsi, di chiedere, sono quelle cose che devi avere dentro e che non impari.