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Conte: “Vincere all’Inter non è facile, sono felice. Se resto? Ci sarà tempo per…”

Foto: Sky Sport

Antonio Conte, ospite d'eccezione del Club di Sky Sport, ha raccontato con evidente soddisfazione la stagione dell'Inter

Marco Macca

Alle ore 16.51 di domenica 2 maggio 2021, l'Inter è tornata sul tetto d'Italia. L'euforia è ovviamente grande in casa nerazzurra, per un traguardo riacciuffato dopo 11 anni d'attesa. Un'impresa firmata da una società in grado di investire centinaia di milioni di euro in poco meno di 5 anni, in una dirigenza, capeggiata da Marotta, capace di costruire una squadra giovane, bella e piena di talento; da Antonio Conte, artefice di un capolavoro straordinario, che resterà scolpito nella memoria e nel cuore di tutto il popolo nerazzurro.

E proprio l'allenatore dell'Inter è l'ospite d'eccezione del Club di Sky Sport. Tra un sorriso e l'altro, il tecnico ha raccontato la sua gioia per questo grande traguardo. Di seguito, le sue dichiarazioni.

SERENITA' - "Siamo sicuramente più sereni, contenti e soddisfatti. Aver riportato lo scudetto all'Inter, con quattro giornate d'anticipo, testimonia il grande lavoro che hanno fatto questi ragazzi. C'è più serenità e siamo veramente contenti. Mancano 4 partite e vogliamo continuare a fare ben, ma è giusto dare più spazio a chi ha giocato meno. Cercheremo di fare del nostro meglio fino alla fine. I ragazzi sanno benissimo il pensiero che ho".

EVOLUZIONE - "C'è stato un percorso anche dal punto di vista tattico. In questi 2 anni con i ragazzi abbiamo provato diverse soluzioni. Abbiamo iniziato come avevamo finito la scorsa stagione, con pressing alto. Eravamo arrivati secondi a un punto dalla Juve e in finale di Europa League. Quest'anno siamo ripartiti con la stessa identità, ma poi gli avversari ti studiano. Ci aspettavano per ripartire in contropiede. Per me, chi vuole vincere deve avere sempre un grandissimo equilibrio. I ragazzi hanno imparato varie letture nell'arco della partita, capendo quando pressare alti e quando no. Bisogna essere sempre preparati e i giocatori devono essere sempre pronti".

EQUILIBRIO - "Nel finale della scorsa stagione volevamo portare tanti giocatori nella metà campo avversaria, pressando alti. Quest'anno gli avversari hanno trovato le contromisure. Un allenatore deve capire che ci vuole equilibrio tra le due fasi. Penso che una grande squadra non debba avere un solo copione. Deve avere rispetto dell'avversario, cercando di capire dove può colpire, senza snaturarsi. Molte squadre quando ci affrontano si chiudono e bisogna essere bravi ad attaccare, riconoscendo le partite. Questo è stato il nocciolo della questione. Quest'anno non c'è stata praticamente partita".

CAPOLAVORO - "La cosa più bella che mi è capitata è stata trovare un gruppo di lavoro che si è fidato ciecamente di quello che ho proposto, della mia leadership. Questa è stata la cosa più bella trovata in questo gruppo. La crescita di tutti ha portato a questo risultato. Ogni calciatore doveva capire che bisognava alzare l'asticella, sotto tutti i punti di vista. Penso che l'abbiano fatto e per me questa è la soddisfazione più bella. Non sono più giocatori che partecipano, ma che vincono".

EMOZIONE - "Fa piacere ed è un onore essere accostato a un grandissimo allenatore e uomo come Trapattoni. Io ho avuto la fortuna di incontrarlo sulla mia strada. Sono straconvinto che, se non ci fosse stato lui, non avrei fatto un certo tipo di percorso, da giocatore e allenatore. Vincere con l'Inter con è facile. Chi ha giocato e allenato qui capisce che è una situazione complicata. Devi entrarci dentro, capire tante dinamiche e a volte stare al gioco. Ma senza snaturarti. Io non l'ho mai fatto e credo che i tifosi, anche quelli che storcevano la bocca per il mio passato, l'abbiano apprezzato. Ho sposato la causa. Sono contento, sono stato chiamato per riportare l'Inter alla vittoria in 3 anni. Il fatto di esserci riuscito in 2 mi riempie di soddisfazione, perché non era semplice. Tanti speravano che mi esonerassero. I #Conteout? Io sono convinto che molti fossero tifosi delle altre squadre. Perché a loro conveniva".

CALCIO MODERNO - "L'Inter gioca un calcio moderno, sappiamo far tutto. I giocatori hanno imparato a fare tutto. Una squadra deve essere brava a leggere la partita, conscia dei propri difetti e delle proprie virtù. A me piace la mia squadra, mi piace rivedere le nostre partite. Il primo gol contro il Crotone è un'altra opera d'arte. Solo un cieco non lo vede. Sono situazioni sempre preparate, poi la qualità dei giocatori fa la differenza".

ESSENZA DEL GRUPPO - "E' la squadra che vince e che esalta il singolo. Darmian, Perisic, Hakimi, Young sono attaccanti esterni. A me avere i quinti mi dà la possibilità di avere un giocatore offensivo in più. Darmian è il prototipo del giocatore moderno, ovvero quello che riesce a fare tutto con qualità".

VERITA' - "Da calciatore odiavo le bugie per tenermi buono. Ai calciatori io racconto sempre la verità, anche brutta. Uno all'inizio può anche rimanerci male, ma so anche che il calciatore intelligente alla fine apprezza di più un atteggiamento del genere. Questa è una cosa che mi porto sempre dietro, una base per creare un rapporto sincero per tutti i calciatori. Loro sanno che ogni mia decisione è sempre per il bene della squadra".

PERISIC - "La mia idea iniziale era di utilizzarlo da quinto e lui ha le caratteristiche. Bisogna esserci la disponibilità. L'anno scorso veniva da annate da esterno d'attacco e la fase difensiva non era così disposto a farlo. Quest'anno è tornato con un'altra testa. Gli ho detto che gli avrei chiesto le stesse cose e che aveva le potenzialità per farle. E' un giocatore straordinario, perché ha qualità fisiche incredibili. Da parte sua mi aspetto sempre colpi importanti. Tante volte è mancato in personalità, ma per me è un calciatore importante. Nel momento in cui l'ha capito, ho iniziato a farlo giocare. Io non avevo bocciato nessuno, magari non c'era la sua disponibilità. Ora sa che io mi aspetto ancora di più da lui, perché può essere ancora più determinante".

FUTURO - "Ma guarda Beppe, abbiamo pensato tantissimo al presente, era troppo importante riuscire a portare questa barca in porto e l'Inter a vincere lo scudetto dopo tanti anni. Ora il presidente è qui, mancano 4 partite alla fine del campionato. Ora voglio godermi il momento, in vittorie passate mi sono goduto poco il momento. Ora voglio godere, perché è stato sudato insieme a tutti gli altri. Giusto che ci godiamo il momento. Poi ci sarà il tempo per parlare e per capire benissimo la situazione e provare a organizzarci e vedere cosa ne viene fuori. Non voglio che nessuno disturbi la nostra felicità".

(Fonte: Sky Sport)

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