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Spalletti: “Mercato normale, FPF va rivisto. Vorrei tenere Candreva, Perisic un grande. I top player…”

Simona Castellano

Il tecnico nerazzurro presenta la partita con la Fiorentina.

Dopo un buon precampionato e in attesa degli ultimi colpi di mercato, c'è tanta curiosità per la nuova Inter targata Luciano Spalletti, soprattutto perché c'è la voglia da parte di tutto l'ambiente di riscattarsi da un finale di stagione decisamente negativo.

Il tecnico nerazzurro quest'oggi ha incontrato i giornalisti alle ore 14.30 per presentare la prima partita di campionato, quella con la Fiorentina allenata dall'ex Pioli.

FcInter1908.it vi riporta le sue parole:

-Delle promesse aveva parlato lei a Riscone e ci aveva detto che si seguivano grandi nomi…

Io l’ho detto? Deve chiederlo a chi lo ha detto. Quando ho letto quei nomi lì mi ero proposto per accoglierli. Su quello che dice Sabatini bisogna chiederlo a lui. Lui ha più esperienza di me.

-Cancelo e Schick?

Tra mezz'ora incontriamo i calciatori a cui dobbiamo dare tutto l'entusiasmo possibile per vincere. Se io gli dico che non vedo l'ora di buttarne fuori un paio non faccio bene il mio lavoro. Io sono contento di chi giocherà al posto di Cancelo e Schick. Bisogna dare forza a chi domani scenderà in campo e che ci strapperà degli applausi.

-Obiettivi? Murillo?

Noi siamo ancora dentro questo mercato, è sbagliato aspettarsi chissà che cosa perché ci sono delle motivazioni nostre e non sempre dobbiamo portarle fuori. I nostri direttori che hanno qualità riusciranno a completare il reparto dei difensori centrali. Murillo è andato via, anche qui ci sono state delle esigenze di doverlo fare prima di questa partita. Io finché mi è possibile collaboro con il mio direttore. Obiettivo? Vincere tutte le partite che si giocano.

-Il fatto di iniziare non in maniera soft, ma aver battuto squadre importanti può essere una buona cosa per l’Inter?

Sì, ti fa capire che sei nella direzione giusta in quello che stai facendo e stai attuando. Ripetiamo queste cose perché è corretto far così e dà dei vantaggi. Poi il risultato ha la sua valenza. Ma ogni volta si riparte da zero e devi essere sempre più bravo, senza ammorbidirti di un centimetro aspetto al lavoro fatto nella partita precedente. La Fiorentina ha entusiasmo, ha un allenatore moderno che si fa ascoltare, io so tutto di lui, è una persona con grandi qualità umane e professionali.

-Il grande acquisto del mercato interista è stato Spalletti. L’Inter non ha acquistato top finora, è lei il top. La sente questa pressione?

Penso di non averla. L’allenatore è importante per quello che dice alla squadra, deve dire delle cose che gli arrivano, ma questo diventa difficile se non c’è ascolto. I giocatori ascoltano dal primo giorno che siamo qui. Lo ripeto ancora, sono loro che scriveranno la nostra storia, sono loro che scriveranno la mia storia. Io non calcio nulla. Io vado a dirgli qualcosa prima dell’allenamento. I nostri tifosi hanno una conoscenza della vita più importante di una vittoria e una sconfitta, proprio per il fatto di che squadra sei e di che messaggi mandi. Sono convinto che questi calciatori sanno farlo e lo faranno vedere. Io ho quasi sessant'anni ed ero già contento quando ho allenato l'Ancona. Basta ricordarsi di quando eravamo bambini e quando ci piaceva quel calciatore lì ed eravamo lì con le figurine. Ma ora sono andato oltre e i calciatori devono avere appartenenza verso questo mondo e questo sentimento. Devono riconoscere che sono privilegiati e devono fare le cose seriamente. Sei un professionista e devi esibire qualità, il professionista è chi fa vedere qualità estrema.

-Sono state rispettate le promesse? Teme qualche insidia?

Sono abbastanza contento perché ho conosciuto in maniera profonda i giocatori. Poi è chiaro che probabilmente ci siamo lasciati trascinare un po’ nel fare i discorsi e mi riferisco soprattutto a voi. Io non li ho fatti, li ho letti. Diventa difficile perché ci sono equilibri e costi importanti. Ma secondo me abbiamo fatto un mercato normale a cui io sono abituato. Mi ci sento a mio agio. probabilmente diventerà ancora più bello se poi riesci a creare un percorso importante da parte mia e dei giocatori. L'insidia c'è ma è una cosa che ti stimola ancora di più a trovare soluzioni, a lavorare in maniera più profonda e seria. La paura ce l’ho dentro di me, ma ci convivo. È una cosa che non mi fa essere differente. Ho avuto paura diverse volte e quindi non ho paura a riaver paura. Si va ad affrontarla senza problemi. La paura è una cattiva consigliera.

-Posizione del club su Candreva?

La mia posizione è quella di tenerlo, la società la pensa come me, lui per ora non ha dato alcun sintomo differente. Si va avanti con tranquillità insomma, si cammina in maniera composta e regolare. Poi non so cosa può succedere domani. Mi sembra di aver capito che è una cosa che può avvenire che il Chelsea faccia qualcosa. Voi in questo siete più bravi, anticipate sempre.

-Che avversario è il FPF?

Secondo me è una cosa che va rivista, l’Inter è una società che è corretta nell’usarlo, poi si può usarlo in maniera anche meno corretta. La nostra proprietà è un’azienda corretta nel fare investimenti nel nostro calcio come ha fatto vedere. Ci sono delle cose nel nostro calcio da migliorare, questa è una di quelle. Il fatto che sia ancora aperto il calciomercato quando si inizia a giocare è una di quelle cose che andrebbe rivista e si potrebbe anticipare. Il rischio è che quello che gioca domenica sia il nostro avversario nella seconda gara. Sono venuti a farci lezioni di VAR, li ringraziamo, ci hanno mostrato questa nuova regola importante ed interessante e senza il loro contributo non avremmo capito fino in fono le possibilità della regola e le migliorie, ma soprattutto come si interpreta. È una cosa nuova importante che dà tranquillità. Ce ne sono anche altre, ma questa è una di quelle che poi ti spinge ad avere il tempo effettivo perché se si interrompe la partita due o tre volte si va in là con i tempi, perché il dirigente fa proteste che non sono corrette. Le cinque sostituzioni sono un’altra regola doverosa. Quando si hanno partite ravvicinate - noi non abbiamo questa fortuna - le squadre devono fare sostituzioni e cambiare totalmente in due giorni. Invece con sostituzioni in più è tutta un’altra cosa. Ho la possibilità di dare più spettacolo alla partita che è quello che attrae di più. Noi vogliamo attrarre ancora più movimento intorno a questo pallone, è un bellissimo mondo. Il calcio è il cuore del mondo e ce ne sono tanti. Qui non ci sono partiti, religioni, il calcio piace a tutti e si ha piacere nel rincontrare i nostri avversari.

-Cosa manca? Può arrivare entro la fine del mercato?

Nello scrivere i nomi dei giocatori riuscite a coinvolgere in maniera emotiva tutti. C’ero cascato anche io questa volta, quando parlavate di Vidal, Sanchez, ero a guardare al cancello se arrivavano. Io parlo con la società e a me non ha promesso niente, leggevo cifre e nomi, allora credevo di poter avere il piacere di allenare questi grandissimi calciatori oltre quelli che ho già. Poi mi sono dato un pizzicotto, altrimenti cadendo da due metri mi sarei fatto male. Sono contento di quello che ho, volevo allenare l’Inter, i giocatori che ci sono, sono partiti 4 o 5 giocatori e ne sono arrivati altrettanti, sono tutti di cuore interista per quelle che sono le intenzioni che stanno mostrando ora in squadra. Sono tranquillo, assicurato. Poi è chiaro che se si riesce a prendere i top player a livello mondiale si hanno dei vantaggi, perché non devi lavorare, ti danno subito il risultato, ma quando hai grandi calciatori che sono lì per diventare top dipenderà da quello che loro avranno voglia di comunicare tra di loro e migliorarsi l’un con l’altro. Però noi possiamo passare solo attraverso loro, diamo tutte le attenzioni a loro, perché se lo meritano. Loro e basta.

-Come sta Icardi?

Mauro sta bene, probabilmente qualche giorno di allenamento gli manca e qualche minutaglia in più, ma sta bene. Noi siamo tranquilli. Se non riuscirà a mantenere la sua condizione elevata per 95 minuti lo valuteremo strada facendo in partita. Ce ne saranno altri che faranno altrettanto, riuscendo a non farlo rimpiangere nel pezzo di partita in cui non ci sarà.

-La testa di Perisic è quella giusta? Libero da tentazioni?

Fin da subito, perché è intervenuta la società, ci ha parlato, ci ho parlato io, ci ha raccontato delle cose, non si possono avere caratteristiche differenti per essere qui. Bisogna essere vogliosi di ascoltare il ragionamento degli altri. Prima si è parlato di allenatori importanti, sono diventati allenatori importanti anche perché hanno avuto a che fare con calciatori importanti. Sarebbe facile parlare qui di giocatori importanti, a partire da Facchetti, Zanetti, Materazzi. Perisic è uno di quei giocatori che devono darci qualcosa in più rispetto al totale delle qualità individuali. Dopo questo confronto iniziale io non ho più avuto avvisaglie di alcun genere né in allenamento né fuori. Lui è uno di quelli che ha un suo programma e si ferma in palestra quasi tutti i giorni, è tra i più professionali, gli ho visto fare un recupero di palla impressionante per un compagno che fanno solo quelli che hanno un sentimento vero per la squadra. Lì è sprecare 200 metri in velocità che poi perdi. Mette questo a disposizione della squadra e non per il gol. Non soltanto è dentro, ma è da seguire con attenzione per quello che può essere un rafforzare la direzione di dove si vuole andare.

-L’Inter l’anno scorso ha giocato sempre con una sola punta. Bisognerà osare qualcosa in più? Avere più coraggio rispetto ad altre gestioni?

Lei mi stimoli ad avere coraggio, sempre. Lei me lo ricordi sempre, mi fa piacere. Lei è convinto che i gol siano attraverso le punte che si mette dentro? Le farò vedere che non è così, è un discorso di squadra che dà poi il risultato. Un segnale a chi? Alla squadra, agli avversari. Gli avversari hanno il segnale se noi iniziamo la partita e teniamo palla nella loro metà campo. L’essenziale è aver fatto un certo numero di gol, non che li abbia fatti quello che fa piacere perché risponde più a telefono degli altri. La sera si chiama, risponde e gli si dà mezzo voto in più. Per la squadra devi fare tot giocate offensive, percentuale di possesso palla, devi stare nella loro metà campo, devi fare dieci scivolate anche sul brecciolino - se sapete cos’è -, dove si recupera palla e non te la do sull’unghia del dito mignolo. Si gioca a pallone, si va forte, si fa squadra, si difende tutti, siamo tutti contenti, ci si abbraccia tutti, si va a casa contenti se si sono fatte le cose bene.

-Milan?

Buonissima campagna acquisti, perché mi sembra che abbia portato giocatori nuovi importanti, Montella saprà riuscire ad assemblarli. Poi ci sono squadre distanti da noi, io ci metto dentro anche la Lazio, che è di quelle forti. Ha ricominciato e ha fatto vedere tutto il lavoro vincendo in maniera meritata contro la squadra che sulla carta è più forte. Io sono tranquillo, ho una squadra forte, una squadra che mi ha fatto vedere che posso stare tranquillo, tranquillo a modo mio, ognuno hai proprio modo. Io sono abbastanza pronto per questo campionato, da martedì sono emozionato, quando sono emozionato vuol dire che sono pronto. Quando è così sono io. Se invece ci sto troppo tranquillo non sono pronto. Mi sento di poterlo dire anche dei miei calciatori, ora inizio a conoscerli bene. Da 40 giorni siamo insieme dalla mattina alla sera e si chiacchiera e si tira fuori quello che è il nostro ‘io’. Io ho provato a fare delle richieste a loro. Ora vado più in là. Da domani inizio a chiedere che dentro le cuffie con cui entrano nello spogliatoio non ci sia solo la musica ma il battito dei 50mila. Anche quello più anonimo, per noi ognuno è uguale, loro pagano il biglietto per noi e sono il nostro obiettivo, noi vogliamo dar loro soddisfazioni. Siccome sono tanti, io chiederò loro anche questo. A me sembrano emozionati anche loro, li ho visti quando inizia l’allenamento, entrano di corsa, quando finisce l’allenamento escono di corsa. Si vuole correre verso la soddisfazione dei nostri sportivi.

-Ha trovato in Joao Mario il giocatore che dialoga con Icardi?

Ne ho cinque in quella posizione, quindi va bene così. Tutti in grado di lavorare tra le linee. Sono Borja Valero, Brozovic, Joao Mario, Eder, Jovetic. Qualcuno ce lo possiamo anche inventare in quel ruolo, serve la creatività. Loro sono quelli con il passaporto conseguito in questura per quel ruolo. Agli altri si può riuscire a dare il titolo e far prendere dopo il passaporto. Dipende dalla squadra. Se la squadra costruisce bene il trequartista è in grado di rifinire bene. La squadra non deve spezzettarsi, è un blocco unico. Non andrò mai addosso a un giocatore e ne esalterò un altro. Può darsi che quello che ha meno titolo da parte dei giornali abbia il cuore che batte più forte e che si allena bene. È tutto collegato. Il risultato lo fa la squadra, non quello che fa 20 gol. Se la squadra non lavora bene non c'è neanche quello che fa 20 gol. È un discorso di modo di lavorare e il concetto di lavoro di squadra va portato avanti. Non si crea quello furbo e quello coglione, siamo tutti vogliosi di far vedere il lavoro dell'Inter.

-L’Inter come parte? Champions o qualcosa in più?

Non rispondo tanto volentieri a queste domande, a voi piace farle, io non rispondo volentieri. Tirate a fare il fenomeno e il fallito. Se ho creato il fenomeno è chiaro che poi se non va è fallito. Noi iniziamo a lavorare in maniera serie, chi è qui e chi rimane farà vedere di avere i requisiti fondamentali per vestire questa maglia ed essere parte di questo cuore. Il calcio è un cuore unico, un cuore in cui siamo tutti dentro a pulsare perché genera emozioni a tutti. Bisogna fare le cose seriamente, con responsabilità, bisogna andare a proporre il meglio e andare anche più in là del meglio. Sono i giocatori che devono avere le attenzioni, più mi lasciate perdere meglio è. È solo con loro che posso avere visibilità, sono loro i protagonisti e sono loro che determineranno i titoli dei giornali. Di conseguenza sono loro che devono avere le nostre attenzioni. Avendoli conosciuti ho visto he hanno qualità e sono lì che vogliono esprimerle. Ci sono momenti in cui si rischia di perdere l’orientamento, sono giocatori giovani alcuni, qualcuno si perde anche facilmente. Proprio questo fatto che devono avere la luce dei nostri tifosi deve aiutarli a far sì che la loro qualità cali di meno. Io devo essere bravo a fargli credere di poter dare più del loro massimo. Attraverso la conoscenza e il lavoro bisogna tirare il massimo, pur non essendo talvolta d’accordo con loro, perché succederà. Mi avevano parlato di squadra fragile, non capace, ma non può stare avendoli conosciuti. I nostri giocatori sono capaci e possono far sputare tutto il colore ai nostri avversari.

-Si aspetta qualcosa da qui alla fine? È soddisfatto?

Io penso di poter dire che sono i nostri calciatori la nostra forza, la nostra squadra. In questi giorni sono stato chiamato in causa come elemento importante di questa squadra, di questa società. Bisogna direzionare la torcia verso i nostri calciatori, sono loro la nostra garanzia. Sono loro la nostra polizza di assicurazione di questo campionato. Abbiamo a che fare con grandi calciatori e grandi uomini. Penso di poter portare il loro messaggio: a noi capiterà anche di essere in difficoltà per dei momenti - il campionato lo impone a chiunque si iscrive -, capiterà di perdere delle partite, ma i nostri avversari dovranno sputare tutto il sangue sportivo che hanno e non gli basterà probabilmente, i nostri giocatori vogliono mandare un messaggio chiaro e inequivocabile. Sento parlare di 50mila presenze: è un tesoro importantissimo che noi non dobbiamo disperdere, ma alimentare. Quello di San Siro deve essere per noi e per i nostri sportivi un incontro sentimentale. In cui ci si ama alla follia e non c'è possibilità di tradimento. Questo dobbiamo far vedere.

-Cosa vuole vedere domani?

Stamattina ho visto dei titoli in cui si fa riferimento al fatto che si ricomincia e che siamo dentro una cosa che emoziona tutti. Mi aspetto che calciatori racchiudano tutte le qualità nella prestazione che ha uno sportivo in generale nel calcio. Si andrà a parlare in maniera specifica dell'Inter, ma è il calcio in generale che dà emozione importante a tutti, anche agli avversari e ti riemoziona sempre andarli a incontrare, è segno che il calcio è una cosa molto bella e ricominciare deve dare sensazioni a tutti, ai miei calciatori e a tutti. Io a loro avevo chiesto di amare i nostri colori, questo spirito di appartenenza, l'orgoglio del nostro passato, della nostra storia. Bisogna avere tutte queste cose qui. Ci sono stati 40 giorni per lavorare ed iniziare a conoscerci ed intraprendere questa strada che non sappiamo dove ci porterà, ma dobbiamo farla con grande emozione, appartenenza, orgoglio. Dobbiamo portare il messaggio dei nostri numerosi tifosi che hanno riempito gli stadi nelle amichevoli,c eh ci hanno accolto in aeroporto in Cina, che sono stati fuori agli alberghi per salutarci.

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Queste le parole di Spalletti a Inter Channel:

-Che domande si aspetta? 

Penso che la prima domanda sia sul ritorno del campionato, questa è al cosa fondamentale. Ho visto un titolo bello stamattina: 'Bentornata'. Si ritorna a parlare di emozioni forti, il calcio è il cuore del mondo, il calcio è emozione pura, emoziona amici, avversari, tutti. Quando vado in giro per il mondo vedo bambini, persone di tutte le età che hanno questa passione che li accomuna che è il calcio, questa dovrebbe essere la cosa da focalizzare.

-Tifosi numerosi domani, c'è tanta voglia di Inter...

Questo lo abbiamo già visto nelle amichevoli in Italia, ma soprattutto in Cina, dove ci sono bambini che vestono i tuoi colori e sono lì pronti ad abbracciare le giocate e le cose che tu dentro il capo vorrai portare. Dobbiamo stare attenti, è una responsabilità importante e dobbiamo far sì che si entri in sintonia, tutti i calciatori devono entrare in sintonia con questi cuori.

-Come si prepara la prima?

Abbiamo avuto 40 giorni in cui abbiamo fatto prove che poi diventano metodo da applicare tutti i giorni e così riesci a rafforzare le cose giuste e lasciare da parte le altre. La Fiorentina ha l'entusiasmo dei giocatori nuovi che vestono quella maglia, Pioli ha un equilibrio eccezionale, è una persona splendida. Noi dobbiamo essere bravi, anzi, più che bravi e qui posso interpretare il pensiero die miei giocatori, ci capiterà di avere difficoltà in qualche partita, ma i giocatori dovranno sputare fuori tutto il sangue - sportivamente parlando - che avranno e forse non gli basterà.