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Spalletti: “Convinzione sì, presunzione no. Icardi e Perisic i migliori nel ruolo. Gagliardini…”

Simona Castellano

Le parole del tecnico in conferenza stampa alle ore 13.30.

Nove punti in tre partite: questo è il bilancio dell'Inter dopo le prime tre gare di campionato. L'obiettivo è continuare con questo ritmo, trovando una continuità mancata nelle ultime stagioni e provando a non perdere punti contro le medio-piccole - come avvenuto troppo spesso negli anni precedenti - proprio a partire dalla partita di domani con il Crotone.

Luciano Spalletti ha presentato la sfida di domani in conferenza:

-Nainggolan ha detto che non è trequartista, ma lo ha inventato lei. Sta facendo anche qui questo lavoro?

Di Francesco sa benissimo qual è il suo lavoro, il suo costruire una squadra, gli avrà detto cose differenti, a me sembrava che ci facesse comodo questo. Lui mi ha dato la possibilità di aver pensato in maniera giusta in base alla sua qualità, dipende dal risultato che ottieni in questo gioco, se non fai risultati diventa tutto leggermente più difficile.

-Manca l’uomo dietro alla punta?

Dobbiamo migliorare ma non solo in quel ruolo, il calciatore che snobba la crescita è quello che tradisce i risultati di squadra. Se a Roma fossero trascorsi altri due minuti sull’1-0 avrei messo Eder, perché lui quel ruolo lo sa fare, gira intorno alla prima punta. Può giocarci anche qualcun altro. Sono tutte cose che verranno dando seguito al modo di interpretare gli allenamenti. Stiamo ragionando in maniera corretta e stiamo facendo le cose serie, dobbiamo procedere in maniera seria.

-Continuare con le certezze, come Borja Valero, o serve turnover? 

Io do considerazione a tutti. Sono passate troppe poche partite, bisogna avere la pazienza di aspettare altre due partite. Borja sa stare da tutte le parti, se lo metti nel Barcellona gioca pure lì, se lo metti in un'altra squadra dove giocano la palla la gioca ancora meglio. Sono i passaggi 'inutili' che poi fanno nascere l'azione. Il giocatore non si sente importante se fa il passaggio inutile, cerca assist e gol perché quello viene riconosciuto, ma io guardo anche i 70 palloni che tocca un giocatore e di quelli 68 sono buoni, anche se apparentemente inutili, perché quelli sono importanti.

-Otto partite già vinte, con quelle estive. Arriverà il momento di difficoltà. Riconosciuti i meriti, ti aspetti un momento di difficoltà?

No, non me lo aspetto e non sono curioso (ride, ndr). Noi sappiamo che per arrivare in fondo ci sono 35 partite e domani ce n’è una di queste che noi dobbiamo vincere. Le partite le dobbiamo vincere. Non dobbiamo aspettare o preparare le reazioni a quella persa, quando capiterà si vedrà. Domenica quando ho parlato alla squadra prima di andare in campo ho detto: sono curioso di vedere le motivazioni del perché la mia squadra non può vincere la partita, senza togliere nulla alla Spal. Senza coppe? Non è sempre un vantaggio. Quando hai a che fare con molti giocatori è vero che recuperi qualcuno, ma la rosa deve essere adeguata. Quando lascio un giocatore a casa lo ammazzo (dal punto di vista psicologico), secondo me ci vuole tempo effettivo e cinque sostituzioni, perché servono la punta esterna, il centrocampista che si mette di traverso, il giocatore che prende palla e salta l'avversario, il terzino che ha profondità, il giocatore che costruisce, poi il centrale. In una partita attraverso la disponibilità riesco poi a dare uno spettacolo migliore, sempre lì bisogna andare, bisogna riflettere sul tipo di spettacolo che fornisco affinché si venga a pagare il biglietto. Si vogliono guardare le sfide europee perché la palla va veloce, con più cambi puoi mantenere alto questo spettacolo. Se hai due partite alla settimana vedi i giocatori fuori vogliosissimi di determinare un risultato e farti cambiare idea, ma se un giocatore non gioca questa partita, ma la squadra fa un buon risultato e sa che gioca sempre la stessa formazione diventa difficile stimolarlo e incontrarlo tutti i giorni.

-Icardi e Perisic possono essere un limite?

Non la pensiamo in questo modo. Icardi e Perisic non sono due giocatori forti, sono due giocatori eccezionali, impossibili, sono i migliori che ci sono nel loro ruolo. Poi abbiamo anche altre potenzialità. Basterà giocare qualche altra partita per vedere che segneranno anche altri. Loro hanno buone qualità. Noi siamo sicuri che il nostro collettivo è un collettivo che funziona e che cerca di dare il massimo in ogni partita, è quello che diventa importantissimo. In questo periodo sento tutti dire che si giocano sette partite, ma la più importante è l’ottava. Se i giocatori ragionano così gli vado addosso. Che discorso è? I gol non li fanno solo due calciatori, ma li fanno tutti. Due calciatori che segnano soltanto non ci possono portare in Champions e noi dobbiamo essere in lotta fino all'ultima partita per quei posti lì.

-La difesa ha subito un solo gol. Si aspettava una crescita così veloce?

Mi aspettavo un miglioramento della mia squadra, mi aspettavo un comportamento del genere, perché li vedo lavorare con serietà, li vedo vogliosi. È sempre la disponibilità non il discorso che si fa al bar, c'è l'organizzazione del lavoro, il quotidiano, il far bene l'esercitazione. Quando la squadra vedi che si comporta in maniera corretta essere fiduciosi del risultato del reparto diventa più facile. Abbiamo giocatori fortissimi che giocano titolari, Skriniar e Miranda, dobbiamo ancora accorgerci delle loro possibilità. Poi si possono mettere anche gli altri tre che si vedranno. Un po' come a centrocampo, ha giocato più uno, meno un altro, ma anche quando non ha giocato Gagliardini è sempre il camion con rimorchio di traverso quando te lo trovi davanti. Siamo fiduciosi per le sue qualità. Ci sono partite in cui preferisci usare uno e non un altro. Abbiamo calciatori forti e se fanno le cose da squadra forte viene fuori un buon risultato. Dall'eccessiva ricerca di gloria personale vengono fuori i più grandi rimorsi di squadra, non bisogna pensare all''io', ma pensare al 'noi'. Se l'attaccante pensa al gol e poi quando perde palla rimane dietro ho bisogno di riconquistare due palloni per ritrovarlo. Io devo riconquistare terreno verso i miei compagni, la squadra. Di conseguenza se ci dividiamo i compiti si dà una mano e ti restituiscono ancora più qualità. Poi c'è da vedere in quale velocità e forza lo si fa.

-Alcune scuole hanno superato quella italiana. La nostra scuola deve rivedere qualcosa?

L'Italia mi sembra che abbia vinto circa 12 partite prima di quella con la Spagna, le ha vinte con la maniera giusta. Dipende dal momento in cui le affronti determinate partite. Il nostro calcio si sta adeguando al calcio europeo e livellando, non si sta appiattendo. Il nostro calcio non è fatto i palla buttata. La Spal viene qui e viene a giocare la sua partita con fraseggi e cominciando a costruire l'azione dal portiere. Quasi tutte le squadre hanno portieri che giocano con i piedi, poche squadre giocano palla alta. Il Napoli ha sempre fatto partite eccezionali, dettando organizzazione ricercata dal calcio che esprimiamo al momento. Io sono fiducioso, sono sempre fiducioso, in camera mia c'è sempre il sole e voglio andare avanti per questa squadra. Quando penso a qualcuno da cui ho da apprendere vedo sempre il lato positivo e ci trovo sempre cose da imparare per costruirci il passo successivo. L'Italia ha intrapreso un modo di fare con questi stage, con questa ricerca per trovare il giovane che possa vestire la maglia della Nazionale, cosa mai stata fatta prima. Ventura sta facendo un grande lavoro, poi le scelte fanno parte del calcio che vede e del momento che attraversa un giocatore. Stiamo andando nella direzione giusta.

-Giocherà Borja Valero?

Comincio a nutrire dei dubbi, tutti si allenano nella maniera corretta e mi rendono il lavoro difficile, in tutti i ruoli. Il lavoro di squadra è anche stimolare il compagno a fare sempre meglio. Ma è fondamentale il risultato, non quante partite si giocano. Chi entra e fa qualcosa di straordinario è quello che ci dà veramente una mano.

-L’anno scorso troppi punti persi contro le medio-piccole. Cosa ti fa pensare che non succederà?

Siamo questa Inter perché partite come questa venivano interpretate come fase interlocutoria del campionato, rendendo il risultato causalità degli eventi, invece noi possiamo metterci del nostro. Non è la grande serata che diventa importante e basta. Di partite ne abbiamo da giocare 35 ancora e tutte sono importanti e tutte hanno bisogno di essere giocate nel migliore dei modi per portare a casa il risultato. Quest’avversario lo conosco bene, Nicola lo conosco bene, ha fatto vedere di essere in possesso di una qualità eccezionale: cioè il motivare la squadra che era spacciata. Io so cosa significa parlare alla squadra facendole credere una cosa diversa dagli eventi. Sa riconoscere quello che è importante e sta attuando i suoi dettami. Non ha fatto grandi risultati, ma il Crotone è una squadra pericolosa. Dobbiamo Essere bravissimi, fortissimi. Il campione non sceglie la partita in cui esserlo, ma è quello che tutte le volte mette il suo marchio dentro la gara. Il campione non fa distinzioni, sa qual è l’odore e l’importanza della vittoria e vuole solo questo. L’Inter deve essere fatta di molti campioni e mi aspetto che ci sia il comportamento corretto.

-Quale errore non deve fare la squadra?

Il confine tra fiducia e presunzione, quello di non credersi un squadra forte, se tu credi di essere uno dei primi della classe hai meno possibilità di poterti migliorare, questo diventa fondamentale. Basta riportarli indietro, nell'ultima partita ho visto l'atteggiamento giusto, al di là che non fosse scontata. La squadra ha avuto l'attenzione giusta, la disponibilità a sacrificarsi, soffrire. Penso che neanche domani commettano questo errore.

(Dall'inviata di FcInter1908.it Sabine Bertagna)

Le parole del mister a Inter Channel:

-Che voto dà alla squadra? Per me è fondamentale l'impegno, l'attenzione, la voglia di essere squadra forte. Ho trovato piena disponibilità in questo senso ed ottimi risultati, do una notevole sufficienza.

-Vede un gruppo che ci crede? Sì, la vittoria passa solo attraverso la squadra, i risultati individuali fanno cambiare l'attenzione di una squadra. Si parla di riuscire a rendere agevole il compito del compagno vicino.

-Gerarchie? Ci sono titolari che giocano di più e titolari che giocano di me. Dal mio punto di vista quello più bravo e a cui do più attenzione è quello che ha un ruolo marginale e poi porta lo stesso contributo alla squadra. Quello per me è un campione.

-Crotone? Nicola è bravo, forte, l'anno scorso ha invertito la testa dei calciatori. La squadra sa quello che vuole, sta usando la strada giusta per raggiunger l'obiettivo. Loro stanno facendo molto bene.

-Giocatori della Primavera che l'hanno impressionata? Zinho è considerato a tutti gli effetti un titolare, hanno fatto un grande lavoro al settore giovanile e noi siamo attenti a chi può dare un contributo alla prima squadra.