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L'Inter proverà a dare continuità agli ottimi risultati ottenuti domani contro il Torino.
Alla vigilia della partita di campionato, Luciano Spalletti ha incontrato alle 14.30 i giornalisti nel Centro Sportivo Suning per la conferenza.
FcInter1908.it vi riporta le sue parole:
-Torreira?
Lo conoscono già tutti, non importa chiamarlo. Abbiamo tre calciatori che hanno giocato in quel ruolo lì, ma anche quattro, che l’hanno fatto in maniera corretta, non dico perfetta. Gagliardini è in crescita di minuto in minuto. Siamo a posto. Di Vecino siamo ultracontenti, dovete ancora vederlo al meglio. Ora diventa il campionato di Gagliardini. Si starà attenti per migliorare, se non ti migliori di volta in volta rimani dietro. Siamo moderni al punto giusto per la nostra professionalità e la nostra professione.
-Data la sosta, probabile un inserimento di altri giocatori?
Bisogna essere bravi a gestirsele queste complicazioni, si fa quello che è possibile, i nostri dottori parlano con i medici della nazionale, si cerca di mettergli a disposizione dei voli mezza giornata prima, si fanno allenamenti in base ai rientri die giocatori, si cerca di anticipare cinque o sei ore che possono essere fondamentali. In alcuni casi, è vero, non conta, in altri sì. Di sicuro dai poi un ordine al modo di guardare le cose con gli occhi dei giocatori. Ci si aspetta il meglio da parte loro, ci si aspetta lo stesso rimbalzo.
-Come avere tutti allo stesso modo, anche chi non gioca?
Io chiedo 7/8 giocatori delle giovanili e loro li portano da noi. Con quei giocatori completo l’allenamento e viene di qualità. Il giorno dopo la partita pure, Vecchi è disponibilissimo. Si dà lo stesso carico di chi ha giocato, anche se l’emotività magari non è la stessa. Ci sono i numeri di riferimento del satellitare, hanno una valenza importante. Il giorno dopo la partita, quindi, si prendono questi giocatori e si fa una partita in cui si ottiene lo stesso risultato di chi ha giocato e poi si dà un giorno di pausa. Il martedì si fanno riposare tutti. Mercoledì sono tutti allo stesso livello e si riparte. Vengono anche loro a vedere la partita, chi non ha giocato ha gli occhi di tutta la società addosso. Non c’è chi si è trovato sull’autostrada per caso e ha chiesto di scendere, no, sono stati tutti scelti. Tutti si impegnano come devono. Appartenenza? Magari il prossimo lunedì la invitiamo agli allenamenti. Il modo di allenarsi racconta molto. Se uno vede questa partita vede se uno è convinto di far parte di una squadra pur non giocando, altrimenti glielo si dice.
-Difesa: cambiato qualcosa?
Stiamo migliorando nella compattezza, nella slegatura, nel reparto, nelle sezioni sulle fughe, sul prendere campo. Stiamo migliorando. Ci sono gli avversari e le occasioni per fare gol se le creano tutte le squadre e tu devi essere bravo a sbrogliarle e portare le partite a casa in fase offensiva. Stiamo migliorando come linea difensiva.
-Mercato a gennaio: preoccupato dal punto di vista numerico?
Vi ringrazio per le attenzioni nei miei confronti, ma abbiamo un salvadanaio all’inizio dello spogliatoio in cui mettiamo tutti i meriti, a fine anno si rompe e si dividono in parti uguali. Io ho fatto quello che devo da allenatore dell’Inter, in borsa non avevo le qualità da distribuire ai giocatori, avevo solo i miei programmi. Tutti questi accostamenti con Mourinho eccetera non stanno né in cielo né in terra, anche solo per quanto ha vinto lui. Il ricordo suo e di Moratti è una bellissima scultura, vi ringrazio ma non sono di quel livello lì. Per il momento abbiamo un martellino e uno scalpellino, c’è ancora da fare tanta strada e da modellare tante cose. Quello che si può paragonare a quell’Inter del Triplete che dite voi sono i fantastici tifosi, i nostri special 73mila. Per il resto la squadra lavora in maniera corretta e la società in maniera perfetta, ho trovato una società che avrei voluto trovare qui, sono stato fortunato e sarò fortunato. Lavorano in mediare giusta. Gente come Gagliardini, Vecino, Borja, D’Ambrosio è gente tosta. Miranda non importa che dica molte cose per essere un leader, basta vederlo come entra negli spogliatoi, a che ora arriva. È una persona perbene, un grandissimo professionista, comprese le qualità. Non ho nessun merito, ho gli stessi vostri. Se si finisce con gli accostamenti, mi fate un favore. Ci sono soprattutto loro, i giocatori, poi ci sono io. Mercato? Giusto quello che ha detto la società, va fatto un mercato corretto, oculato. Per il momento non vogliamo cambiare niente. Se mi dicessero dell'assenza del mercato a gennaio, noi brinderemmo perché siamo contenti così. In questo tragitto si modificano delle cose in cui vogliamo migliorare. Poi ci può essere che capiti un’occasione di un giocatore da portare dentro, ma lo sanno anche loro, sanno riconoscere le cose guardandole dal verso giusto. Non siamo in grado di fare mercato di follie, è cambiato qualcosa, ma non così totalmente al punto da buttare in aria il cappello per la felicità.
-Condizione squadra? Formazione?
Attualmente tutti hanno sviluppato l’allenamento che dovevano sviluppare, ho l’imbarazzo della scelta, ho a pieno regime Brozovic, Joao Mario, Eder, Cancelo ha iniziato a non sentire più dolore quando calcia d’interno collo, Dalbert inizia a far vedere le sue qualità e ha assorbito lavoro e metodo. Grossomodo è quella lì, ma si potrebbe fare qualcosa di differente, sono convinto che la squadra non perderebbe qualità.
-Ausilio ti ha fatto molti complimenti e ha parlato di rinnovo. Ti aspettavi di conquistare tutti?
Lo sento l’affetto dei dirigenti, li sento molto vicini, anche in funzione di quello che è successo precedentemente. Mi stanno vicino, mi danno una mano sotto tutti gli aspetti. Ausilio è quello che ho conosciuto prima di tutti, in maniera più profonda, è quello con cui ho parlato prima di tutti. È sempre stato lo stesso quando l’ho conosciuto, abbiamo un contatto diretto quasi quotidiano, siamo anche in confidenza ora e la cosa mi fa enormemente piacere. Non c’è bisogno di andare a fare tanti discorsi che nella realtà non porterebbe a benefici almeno momentanei, non bisogna perdere di vista il nostro obiettivo, dobbiamo farlo nel migliore dei modi senza andare a cercare qualcosa in più. C’è tutto quello che ci occorre.
-Esterni offensivi e non più ali?
Si sono modificate molte cose secondo me in meglio, si è visto dalle grandi partite di Roma e Napoli in Champions. Ora si spinge di più con i terzini, si occupa questa piazzola alta sull’esterno o ai lati della linea difensiva avversaria, questo serve a sgranare la linea difensiva. Non sempre è composta da due uomini o, meglio, spesso c’è un solo uomo che fa la fascia, che sia tornante offensivo o terzino, si tende più a mettere tra le linee nella trequarti e a buttare dentro il campo gli esterni offensivi alti. Ci sono molti particolare che danno una crescita al nostro calcio nel confronto europeo.
-Evitare trappole con il Torino?
Le distanze di squadra aiutano un reparto. Le reazioni sulle fughe, avendo Belotti che ti finta questo andare incontro e poi ti attacca la profondità, bisogna leggerle al momento bisogna leggerle al momento corretto. Bisogna avere una reazione e una lettura svelte. La squadra è fisica, forte, ha ritrovato entusiasmo con questo ultimo risultato. ha ritrovato tutti i suoi titolari. Ha tutta la rosa a dispozione Mihajlovic. Tutte insidie in più, ma dobbiamo ossee quella squadra forte che vuole misurarsi con queste squadre qui e vincere, posizione scomoda essere vestiti con questi colori, perché poi non c’è altra strada, devi provare a vincere la partita fino al 98esimo, perché ora finisco al 98’, come visto domenica.
-Punti in comune con Mihajlovic?
Il suo modo di essere allenatore rispecchia il suo essere calciatore: di spessore, un giocatore tosto. Le facce toste che portiamo in conferenza per tirare fuori qualcosa in più dai nostri giocatori lui ce l’aveva senza sforzarsi. Qui lo conoscono bene. È un allenatore esperto, conosce bene questo ambiente, ci è già stato come giocatore e viceallenatore. Un po’ di carattere può essere una cosa che ci accomuna. Lui ci è arrivato dimostrando qualità, professionalità, nessuno ti regala niente a questo mondo, anzi, ci sono quelli che vogliono passarti davanti. È stato un calciatore importante prima di fare l'allenatore ed è corretto perché si conoscono le dinamiche dello spogliatoio.
-Attaccante come Eder vicino a Icardi?
Tutto è possibile, ci sono dei tempi di maturazioni di una squadra, di volta in volta si fanno delle analisi. Finora non vedo perché stravolgere, ci sono tutti i segnali che la strada sia quella corretta. Ci sono tutti segnali che la strada è quella corretta. Su Eder mi fa piacere sottolineare che abbia firmato questo nuovo contratto, è un prolungamento per tre calciatori: fa tre ruoli in maniera perfetta, sulla quarta posizione ci si può pensare perché riuscirebbe sicuramente a svilupparla. Ha questo senso di adattabilità perfetto. Sa fare quello che gli chiedi. Quando la società mi ha detto di avere questa intenzione ci sono rimasto un po’ male, volevo essere io a dirlo. C'era da rinnovare gli anni, non il suo essere interista, in tutto quello che fa, fa vedere di essere un calciatore da Inter.
-L'Inter di Trapattoni al termine del girone di andata si guardò negli occhi. Potete credere a qualcosa di diverso?
Non siamo ancora arrivati a quello che vogliamo raggiungere per poter dire di puntare ad altro. Vogliamo essere stabilmente nelle prime quattro posizioni in classifica, ci siamo ora, ma non possiamo fare discorsi sul futuro, ci sono delle insidie. Le posizioni sono quattro e poche per le squadre del nostro campionato. Se mi rifà questa domanda quando saremo sicuri di essere tra le prime quattro, sarà un piacere e si deve andare a guardare qualcosa di oltre. Si parla sempre di Mourinho, ora si parla di Trapattoni.
-Le aspettative crescono. Questa squadra ha già le spalle larghe per sopportare l’impatto con la pressione?
È meglio andarci cauti, però delle situazioni dove si può effettivamente dire che abbiamo a che fare con una squadra che ha personalità ci sono. Ci sono state partite in cui siamo entrati e abbiamo fatto quello che dovevamo a livello di gioco e a livello individuale. Ho sempre visto modo di ragionare da blocco di squadra e reazioni quasi totali anche in momenti in difficoltà, queste sono cose fondamentali per affrontare il Torino domani. Oltre il carattere del loro allenatore - che saprà trasferirglielo - si ha la sensazione di giocare contro i muscoli della storia di questo grande club e ti vengono addosso forte. Se non ci sono reazioni veloci, gioco di squadra, il fatto di essere gente tosta - che è dentro questa partita - la partita può metterci in seria difficoltà e quindi si torna a fare uso di quella cornice intorno a noi, fatta di persone che vogliono esserci.
-Galline del Cioni insieme ai 75mila tifosi?
Come tutti c’è un territorio a cui siamo cresciuti, io sono affezionato a quella gente lì e loro sono affezionati a me. Se non si dicono cose cattive, stanno dalla tua parte e cercano di dar forza a un modo di fare corretto.
-Entusiasmo in squadra e anche fuori. Fattore in più o pericolo?
A noi fa piacere che ci siano, ci fa piacere sentirli tutti lì vicino, ci fa enorme comodo averli a spingere dalla stessa parte dove spinge la squadra e di conseguenza è un’altra dimostrazione di fiducia che ci danno e noi dobbiamo saper trarre da queste dimostrazioni quelli che sono ulteriori vantaggi. Prima ho detto che gli anelli di San Siro sono fedi a dichiarare un patto d’amore tra gli sportivi e la squadra. Bellissimo da parte nostra sentire questo affetto, questo sentimento che ci vogliono trasferire i nostri sportivi.
-Post su Instagram su Anna Frank...
La volontà era quella di non far succedere come sempre che di una cosa se ne parla quando accade e dopo una settimana è tutto com'era prima e non ci si ricorda più di nulla. Si è dato spazio, ma poi c'è il contesto della partita, il risultato della gara. È bene creare uno spazio anticipato per quella che è l'importanza della causa. Una società che sceglie di comunicare attraverso l'odio non può sopravvivere. Proprio per questo si decide di darle più spazio.
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Le parole del mister a Inter TV:
-Giocare per primi cambia qualcosa?
I nostri tifosi sono moltissimi, è un buongiorno extra large. Non cambia niente, dobbiamo essere pronti a giocare a tutti gli orari e ad adattarsi a ogni situazione, se giochiamo bene può creare un'insidia per i nostri avversari.
-Tifosi?
Non la conosco ancora tutta l'Inter, sto lavorandoci da poco e tutte le volte che cerco di dare una definizione vedo che si può andare ancora più in là, trovando aggettivi nuovi, è una bella sensazione quella che vivo, abbiamo anche tutti questi sportivi che vogliono seguirci e starci vicino e danno forza alla nostra squadra. Pensando soltanto a loro viene fuori un lavoro da fare importantissimo.
-Atmosfera di San Siro?
Domani si potrebbero definire gli anelli di San Siro come fede a dichiarazione di un patto d'amore tra i tifosi e la nostra squadra.
-Spazio per qualcun altro?
Discorso che teniamo sempre presente, non vogliamo porre limiti alla qualità della nostra squadra, se qualcuno vuole spingerci l'asticella più in là lo utilizzeremo volentieri.
-Come si affronta il Torino?
Squadra forte, costruita bene, in campo ti sembra di giocare con i muscoli della loro storia, l'allenatore sa trasferire benissimo la sua personalità e la voglia di battersi. Ci sarà da essere bravi, dobbiamo essere squadra in tutto quello che scegliamo di fare, bravi ad anticipare, velocità, densità, si gioca nello stretto, reazioni, guadagnare campo, compattarsi... sono cose di squadra e lì si giocherà molto della partita.
-Cambiare il rendimento di un gruppo?
Quando sono arrivato avevo solo dei fogli che mi servivano per la mia organizzazione personale, il resto sono cose che si scoprono e che i calciatori tirano fuori di volta in volta nel discorso di squadra. Per fare risultati bisogna avere a che fare con una squadra forte, con un singolo giocatore forte non si va da nessuna parte, loro si alimentano da soli e tirano fuori sempre qualcosa dal loro moto perpetuo.
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