- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
La prima partita in trasferta di Luciano Spalletti alla guida dell'Inter sarà contro la sua ex squadra, la Roma. Alla vigilia della partita che si disputerà sabato sera all'Olimpico, il tecnico nerazzurro incontrerà i giornalisti nella sala stampa del centro sportivo di Appiano Gentile alle ore 13.00.
Le sue parole:
-Dalbert e Cancelo da plasmare o sono ad un buon livello?
Ognuno di noi che è chiamato a fare un lavoro ha la convinzione di poter mettere mano al lavoro che fa. Si sta ricercando un modo di stare in campo a livello di squadra che prevede degli equilibri. Loro sono due calciatori molto offensivi e per noi vanno bene, noi vogliamo essere propositivi, vogliamo fare gol, ma allo stesso tempo c'è da alternare questa caratteristica. Ci sono dei tempi di scappata per il reparto difensivo che bisogna conoscere e mettere in pratica. Bisogna essere bravi a saper far comportare la linea difensiva come un blocco unico, come un reparto, c'è da fare un passettino in avanti. Poi a briglia sciolta sono due cavallini che arrivano oltre quelle che sono le possibilità che credi che abbiano. Cancelo anche dietro, anzi, lui è più attratto da questa posizione, perché non è uno da spalle girate all'avversario, ha bisogno dello spazio davanti e se parte da dietro è più facilitato ad esprimere le sue qualità, ma c'è anche una fase difensiva da fare, uno dà più in un senso, uno un po' meno. Ma sono comunque due professionisti da Inter.
-C’era bisogno di avere due direttori per fare un mercato così?
Capisco che da un punto di vista suo la domanda è corretta e meriterebbe degli approfondimenti, ma andiamo a giocare una partita a Roma. Abbiamo dirigenti e società forti, nell’Inter tutti hanno un ruolo ben definito, io ho chiesto tre o quattro calciatori e sono arrivati quelli che ho chiesto. Dalbert era nel mirino della società, dopo averlo guardato posso dire che è da Inter. Per Vecino e Borja Valero ho chiesto se ci fossero possibilità e sono arrivati. Poi abbiamo dovuto sterzare perché Kondogbia faceva delle richieste che all’inizio pensavamo di mettere a posto, facendogli cambiare idea, poi ha continuato così e abbiamo cambiato, sono stati bravi i direttori, Cancelo, ad esempio, è un altro giocatore da Inter. Non dipende dai direttori se si pensava di arrivare ad una certa quota, ma poi non è stato possibile farlo, perché vanno rispettate delle regole, è fondamentale essere dentro le regole, cosa che manca da tutte le parti, cominciamo noi a farlo. Poi abbiamo conosciuto meglio la nostra squadra. C’è da fare ancora qualcosa, ma riusciremo a definire un gruppo che possa soddisfare le nostre ambizioni.
-Quali sono le stelle da rispolverare di cui ha parlato?
Parliamo di una squadra che deve entrare in Champions, ma sono fiducioso perché ho visto grande qualità che i nostri calciatori hanno. È generale il discorso, non vado a creare difficoltà psicologiche. Perisic e Icardi hanno fatto vedere di essere due da Gran Premio. Son partiti subito forte. Qualcuno deve ancora migliorare, dobbiamo migliorare nell’essere squadra, blocco, nell’essere nelle condizioni di dividersi i vantaggi e gli svantaggi che una partita di calcio propone. Se l’attaccante aspetta in area vuol dire che gli altri abbiano caratteristiche superiori agli avversari, ma non funziona così nel calcio moderno. Domenica ci sono state rincorse di Ivan che sono lì, sotto gli occhi di tutti e quei 100 metri li poteva usare da un’altra parte, ma state tranquilli che gli vengono restituiti per quello che è il suo gioco offensivo.
-Cosa non vuole vedere della partita con la Fiorentina?
La mezz'ora in cui abbiamo abbassato il livello della nostra qualità, dobbiamo essere continui, dobbiamo avere facilità di palleggio, blocco unico intorno alla palla, una squadra che dà continue letture nell'alzare la linea difensiva o di abbassare con gli attaccanti per rifare reparto quando la palla è nella nostra area di rigore o al limite. Ci sono momenti in cui ci si deve abbassare per la forza dell'avversario che ce lo impone.
-Parole Totti?
Francesco penso di conoscerlo abbastanza bene, io mi auguro, perché l’ho visto molto sorridente durante i sorteggi, che lui faccia ora quello che voleva fare. Io sarei contento di vedergli fare quello che a lui fa piacere fare. Poi può pensare e dire quello che vuole, io ho il mio comportamento, il mio sentimento a cui badare, il mio amore da distribuire, per lui è un bel pezzo, ho ricevuto molta qualità, mi ha fatto vivere partite splendide, di grande qualità da falso nueve. Non ho problemi di alcun genere, sono tranquillissimo nell'incontrarlo. Io alleno l’Inter, ho un vero nueve ora qui (sorride, ndr), non un falso nueve. Uno che mi riempie tutti gli spazi di pensiero. A Roma ho avuto Francesco ma anche tanti altri giocatori forti, la Roma ha un motore forte, ci sono Manolas, Nainggolan, Dzeko, Perotti, De Rossi, Alisson che ha giocato poco ma sarà uno splendido numero uno. Ho letto che hanno problemi sul terzino. Io lo sceglierei volentieri il terzino destro che è Alessandro Florenzi, vorrei rivederlo in campo come avversario, è di una qualità estrema, è bene che giochino quelli forti. C’è Emerson, poi, che per tutti doveva essere quello che parcheggiava le macchine degli altri fuori e ora giocherà in Nazionale. Parlai con Ventura prima che lo convocasse. La Roma è una squadra forte.
-Firmerebbe per i risultati avuti a Roma?
No, non voglio mettere limiti, non voglio andare a porre dei paletti che possono essere smentiti nel lavoro dei ragazzi. Ho fiducia inquietante questi ragazzi, so che loro hanno delle potenzialità importanti, lo sapevo prima e lo so ancora di più adesso. So che ho a disposizione delle stelle, qualcuna va rispolverata ma è sempre stella. Quando abbiamo giocato contro degli avversari forti in estate non ci siamo nascosti, così deve essere la nostra storia. Non possiamo modificare quello che è avvenuto, ma possiamo andare a mettere dentro un percorso importante quello che sarà. Dipende sempre da come lavoriamo noi. Dal mio punto di vista quelli che non alleno non sono i più forti, quelli che alleno sono i più forti. Sono di quelli che sanno di avere a disposizione delle potenzialità da mettere in pratica contro qualsiasi avversario.
-Che impatto avrebbero vittoria e sconfitta?
Dal mio punto di vista c’è sempre la prestazione. In settimana ho letto partita difficile, avversario difficile, ma la prima qualità devi averla tu, cioè essere squadra. Si va a giocare contro una squadra forte, ma se sei un’altra squadra forte, organizzata, nel calcio non ci sono trasferte. Dipende da come tu ti proponi e da come vai ad affrontarla. Non ci sono squadre fortissime ma squadre che se la giocano con te. Noi dobbiamo essere quelli lì per ambire a certe posizioni. Dobbiamo sapere che ci sono delle occasioni nel calcio che oggi ti capitano e che domani non possono ripresentarsi, per cui questa qualità di essere già dentro con la testa e con i muscoli ed essere una squadra che è un blocco unico dobbiamo esibirla da subito, loro sono così.
-Delusione rispetto alle aspettative?
Assolutamente no. Io alleno l’Inter e l’Inter i suoi campioni li ha già in casa. Io sono felice di allenare questa squadra perché i giocatori mi hanno già fatto vedere di che pasta sono fatti. È bastato poco. Dal punto di vista dell’atteggiamento ho poco margine di errore, la squadra è forte, ho a che fare con giocatori forti. Se fossimo stati più ordinati all’inizio di quello che doveva essere il nostro mercato si poteva mirare subito a quello che era il percorso da fare. Invece inizialmente abbiamo mirato a situazioni diverse che poi non si sono portate a casa. Nel calcio per essere corretti nei confronti delle regole e dei paletti. che è giusto ci siano, sei costretto a modificare qualcosa nel percorso che stai facendo, noi lo abbiamo fatto e sono contento di averlo fatto.
-L'accoglienza può condizionare prestazione squadra?
Assolutamente. Loro non hanno bisogno di ulteriori stimoli, hanno sempre vinto, siamo noi che dobbiamo andare alla ricerca di qualcosa di più, per trovare soluzioni per essere al loro livello e competere con squadre come la loro. Noi dobbiamo farci trovare pronti soprattutto per questi appuntamenti. Lo dicevo anche ai calciatori, se non andiamo a giocare da squadra forte contro questi avversari qui verremo travolti. Bene sapere cosa ci aspetta.
-Come si immagina il suo ritorno?
Per come l’ho vissuta io, Roma non mi è indifferente, è un gruppo di giocatori a cui ho voluto bene, con cui ho instaurato un rapporto professionale di altissimo livello. Ho avuto giocatori di grandissima qualità e disponibilità, ci vado con tutto l’entusiasmo possibile, poi loro possono accogliermi come vogliono. Se incontro Francesco sarò contento di abbracciarlo e salutarlo, tra me e lui non ci sono conti in sospeso, gli ho detto quello che dovevo, come spero abbia fatto lui, sarà un piacere ritrovarlo.
Le sue parole a Inter Channel:
-Buona settimana di lavoro? Abbiamo lavorato, c'è stato l'interesse dei calciatori, io non potrei fare il mio lavoro se non ci fosse la loro disponibilità, abbiamo sviluppato quello che volevamo.
-Tante opportunità di scelta? Dipendono da se la squadra ha dato un risultato omogeneo nell'equilibrio della qualità dei giocatori. Stiamo lavorando nella maniera corretta.
-Tornare a Roma? Torno in un ambiente non indifferente, voglio bene ai calciatori, ho instaurato un rapporto forte, so che andiamo a giocare contro un avversario fortissimo che ha qualità. Ci vorrà un'altra squadra forte, fortissima. Per diventare come loro dobbiamo andare a giocare e tentare di vincere quelle partite.
(Dall'inviato di FcInter1908.it Andrea Della Sala)
© RIPRODUZIONE RISERVATA