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Longo: “Inter? Sognare è semplice e non costa nulla! Gioco per Ronaldo. Al Girona…”

Dario Di Noi

Samuele Longo, attaccante di proprietà dell'Inter ora in prestito al Girona, si è raccontato in una lunga intervista a Diari de Girona. Inevitabili le domande sui nerazzurri

Dopo alcune stagioni travagliate, giocate in prestito in società con cui non si è legato al massimo, Samuele Longo sembra aver scelto la strada giusta per riemergere. La scelta di andare al Girona, nella seconda divisione spagnola, pare azzeccatissima, come dimostrano i 4 gol messi a segno in questo avvio di stagione. L’attaccante veneto, ancora di proprietà dell’Inter dopo gli anni di formazione nel vivaio nerazzurro, ha girato un po’ ovunque tra Spagna e Italia, cambiando ben 7 maglie a soli 24 anni. Inter, Espanyol, Verona, Rayo Vallecano, Cagliari, Frosinone e ora Girona: dopo questo percorso, Longo spera di aver ritrovato la rotta giusta. In una lunga intervista concessa al quotidiano catalano "Diari de Girona", il ragazzo si è raccontato con queste parole.

"Come valuto i primi mesi al Girona? Molto positivamente, perché sono davvero contento. Ho sempre detto che, dopo due anni o giù di lì senza continuità, quello che mi mancava era il gioco. Ora mi sento bene. I risultati, a livello individuale, mi dicono bene. Qui al Girona mi sto divertendo a giocare a calcio come non mi succedeva da alcuni anni. Perché non ho avuto continuità nelle ultime stagioni? Non lo so (sorride). Alcune situazioni sono state davvero strane. L’anno scorso è stato sbagliato, però io ero tranquillo in quello che stavo facendo. Se non giocavo, non doveva essere colpa mia. E’ vero che in certi momenti ho fallito. Crescendo, ho potuto notare dove ho fatto bene e dove ho sbagliato. Ma quando le cose non funzionano, non c’è un solo colpevole. Qual è stato il mio anno migliore? Quello che mi è piaciuto di più è stato l’anno all’Espanyol. Ho giocato e mi sono divertito. C’era stima reciproca, mi sentivo a mio agio, e c’era affetto tra me, il club e i tifosi. Di recente ho parlato con un amico, che mi ha detto che dopo pochi anni negativi, finalmente sono tornato a godere. E’ così quando giochi e ti diverti. Ora sono tornato a farlo con il Girona. Bello giocare, ma soprattutto vivere bene gli allenamenti. Mi piacciono molto, sono intensi, è questo il calcio che piace a me. Era un po’ di tempo che non mi sentivo così. Può essere l’anno migliore della mia carriera? Se guardiamo solo al numero di gol, è sicuro! Ma penso che le stagioni non debbano essere confrontate. All’Espanyol ho vissuto la mia prima esperienza nel calcio professionistico d’elite. Segnai 3 gol, ma a parte questo sono contento di come sia andato tutto. Ora sono cresciuto e sono migliorato. Ma, soprattutto, sono più maturo rispetto a quello che ero quattro anni fa. Se desidero più stabilità, dopo aver cambiato 7 maglie? Quello che cerco è essere felice. In questa professione vedi cose di ogni tipo, buone e cattive. Sì, mi piacerebbe rimanere un paio d’anni in una squadra, giocare e stare tranquillo. Ma ognuno vive un suo percorso, un suo viaggio. Finora le cose sono andate bene. Ora sono venuto a Girona, sono super felice. Visto che sono ancora di proprietà dell’Inter, sogno di vincere lì un giorno? Sognare è molto semplice e non costa nulla! Voglio solo essere importante per una grande squadra come l’Inter. Poi, nel calcio tutto può succedere e vedremo. Il mio obiettivo è arrivare a giocare in un grande club. Ora che sono al Girona posso dire di essere molto contento. Ho trovato un livello molto alto, migliore rispetto alla Serie B italiana. Qui non c’è molta pressione, né se si perde e nemmeno quando si vince, non si guarda al bel gioco o meno. Anche perché… che significa giocare bene? Per me fare bene vuol dire segnare più gol rispetto agli avversari. Se siamo in grado di farlo, meglio per noi. E oltretutto, non credo ci siano state partite in cui siamo andati così male. Preferisco vincere al giocare meglio o peggio. Quello che conta è vincere. Se poi il gioco è bello, meglio per lo spettatore. In ogni caso credo sia molto soggettivo. Ci sono moltissimi confronti, ognuno ha la propria opinione. Per esempio, tra Atletico Madrid e Barcellona, io resto sempre dalla parte dell’Atletico. Tutto quel “tiqui-taca” e certe storie non mi piacciono. Sono punti di vista. Perché ho iniziato a giocare a calcio? Non guardavo il calcio e non lo seguivo, ma poi un giorno vidi Ronaldo, il Fenomeno. Me ne sono innamorato. Con una giocata mi è rimasto impresso nella mente. Avevo i capelli lunghi, per lui mi sono rasato. Volevo essere lui e giocare a calcio come lui. Come sono stati i miei inizi? Ho iniziato a giocare nella squadra del mio paese (il San Martino), fino ai 12 anni. Da lì sono andato a Treviso, in una città e un club molto grandi. Poi sono venuto all’Inter. Era il mio sogno da bambino, vestire la maglia dell’Inter e essere come Ronaldo. E’ stata una bella prova, sono cambiato radicalmente quando ho superato la paura. Dopo tre anni e alcuni prestiti, sono arrivato all’Espanyol. Se ho mai conosciuto Ronaldo? Sì, e so che quello che dico non è esagerato. L’ho visto un giorno e ho avuto modo di farci una foto. Mi sentivo come un bambino piccolo. E’ stato un grande momento che non dimenticherò mai. Il sogno di giocare in un grande club è riferito all’Italia? Il mio sogno è quello di giocare un giorno in Inghilterra. Il loro calcio mi incanta. Soprattutto come lo vivono, lo shock, la lotta, l’intensità… Ma ora, cerco di vincere con il Girona e di crescere come giocatore. Penso a vivere giorno per giorno, lavorando al massimo per centrare la promozione in prima divisione".

(Diari de Girona)