L'ex interista Lucio, intervistato da Calcionapoli24.it, è tornato sulla sua esperienza nerazzurra e sul tanto discusso passaggio alla Juventus, un'esperienza di cui il brasiliano si è pentito: "La verità è che non avevo alcuna voglia di andare via dall'Inter, ma sono stato costretto della dirigenza nonostante un contratto. Così come successe a Maicon, Sneijder, Julio Cesar e non solo. Siamo stati praticamente obbligati a cambiare società poiché avevano deciso in un cambio generazionale. Poi c'è stato anche l'errore del mio ex agente che ha aspettato fino alla fine per poi chiudere con la Juventus, dove però c'era un inamovibile Bonucci ed è stato difficile entrare nella squadra. In realtà la società era molto preoccupata per una possibile squalifica di Bonucci in merito alla vicenda calcioscommesse e si cautelò ingaggiandomi nel caso arrivasse davvero uno stop, ma altrimenti mai avrebbero tolto un difensore della nazionale italiana per inserire un brasiliano. Andare lì è stata una brutta scelta, per me e per la Juventus".
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Lucio: “Inter, volevo restare ma cacciarono me, Sneijder e altri. Juve, che errore! Triplete? Capimmo quando…”
L'ex interista Lucio torna sul suo polemico addio al nerazzurro: "Volevo restare all'Inter, il mio ex agente sbagliò a portarmi a Torino"
DALL'INTER ALLA JUVE - "Sinceramente, ricollegandomi al discorso precedente, non sono andato a Torino con la stessa allegria di quando sono sbarcato in nerazzurro. Stavo cercando un'altra squadra e optai per la Juventus così sarei rimasto in Italia e tra l'altro vicino Milano. E' stato un periodo difficile e turbolento per la rivalità, se poi ci mettiamo che non avevo questa grande voglia di andare via dall'Inter... Fosse dipeso da me, mai sarei andato via. Poi alle volte si è costretti a prendere alcune decisioni e si entra in vicende molto più grandi di noi...".
MOURINHO - "Un uomo carismatico, che proponeva allenamenti molto propositivi dove curava anche i dettagli. Ha sempre fatto da scudo alla squadra, ma internamente era anche duro ed esigente con la stessa. E' un grande motivatore, lavora bene sulla testa dei giocatori e riesce a trarre il meglio da ognuno. Ho avuto un buon rapporto con lui, mi ha insegnato molto e sono contento di averci lavorato".
IL TRIPLETE - "Quando iniziammo la partita col Barcellona, in Italia, capimmo che il colpaccio era davvero possibile. Parallelamente il campionato era ancora aperto ma ci credevamo e alla fine la Roma mollò la presa. La gara col Barcellona fece davvero la differenza nelle nostre teste, in quei primi minuti ci rendemmo ulteriormente conto che potevamo scrivere la storia".
BENITEZ - "Hanno caratteristiche diverse, ma hanno vissuto anche momenti differenti. Mourinho è andato via vincendo tutto, mentre Rafa Benitez è arrivato in un momento delicato ma con la richiesta societaria comunque di trionfare. Non è andata molto bene, da subito non è nato un buon feeling con la tifoseria e inizialmente ha fatto scelte diverse mettendo da parte alcuni giocatori. Da lì la qualità della squadra è crollata e i risultati non sono arrivati. Diversamente dalla precedente gestione, ricordo che la maggior parte dei suoi allenamenti erano incentrati nel lavorare con la palla. Erano forti ma brevi, curava molto la parte tecnica e tattica ma meno quella fisica".
BALOTELLI - "Mario è una persona molto buona, ma in alcuni momenti avrebbe dovuto agire diversamente. Ha sempre avuto un certo modo di fare e ci sono state alcune polemiche che lo hanno condizionato parecchio. Poteva raggiungere vette altissime, ma certe vicende lo hanno distratto dal suo reale obiettivo. E' sempre stato un grande giocatore ma si è lasciato coinvolgere in molte polemiche e non sono mancate dichiarazioni forti. Ma è una persona di cuore, gli abbiamo sempre voluto bene all'Inter".
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