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"Ma, soprattutto, questo Lukaku riempie di dubbi la testa di Simone Inzaghi. Il tecnico interista è arrivato fino al Bosforo schierando nelle notti d’Europa sempre Dzeko accanto a Lautaro. Il fatto di aver tenuto dentro il belga contro il Torino per 90’, a una settimana esatta dalla resa dei conti turca, si presta a una duplice interpretazione. Significa che, già di suo, il belga ha scalato gerarchie nella testa dell’allenatore e la prova del campo non ha fatto altro che confermare il suo slancio verso Istanbul. La gestione dei minuti, invece, lascia intendere il contrario, fa pensare che siano stati risparmiate fatiche all’argentino e al bosniaco con l’idea di tenerli più freschi per la finale".
"Romelu non avrà segnato, avrà sbagliato una rete di testa e sarà pure andato vicino alla meta un paio di altre volte, ma al di là delle conclusioni ha dato segnali di ritrovato vigore. Ha vinto quasi ogni duello contro i marcatori granata, in una occasione ha superato di pura potenza un altro marcantonio come Buongiorno prima di calciare appena fuori. E in quella del gol ha accomodato la palla poi messa dentro da Brozo. Da settimane ormai Romelu si massacra di fatica con una unica ambizione. Operare un sorpasso storico sul compagno Edin, esserci dall’inizio contro il Manchester City. Pure il bosniaco, però, al Grande Torino ha mostrato di stare benone. È la dimostrazione che c’è vita, oltre la Lu-La e pure oltre la coppia Dzeko-Lautaro", chiude Gazzetta.
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