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Lukaku: “Conte mi ha migliorato in tutto. Inter unita, niente proclami ma…”

Alessandro De Felice

Ospite del Festival dello Sport l'attaccante dell'Inter ha parlato in occasione dell'evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport

"Il gigante buono". Ospite del Festival dello Sport, manifestazione organizzata da La Gazzetta dello Sport, Romelu Lukaku ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso dell'evento dedicato a lui.

Dopo i vari ZanettiCambiasso, Milito, Veron e Crespo, è toccato al belga rispondere alle domande nel corso della chiacchierata con il giornalista della Rosea Luigi Garlando.

Si parte con una domanda su papà Roger: "La disciplina e la mentalità. Sono queste le cose che mi ha insegnato tutti i giorni. Il rispetto per le altre persone e guardarle negli occhi. Cose molto semplici che però mi aiutano nella vita di tutti i giorni. Un gol che mi è rimasto impresso? Il suo gol contro l'Anderlecht. Aveva tutte le collezioni in VHS e quello mi è rimasto in mente. L'Anderlecht era la mia squadra preferita quando sono cresciuto".

Poi mamma Adolphine: "Quando ha smesso mio papà di giocare a livelli professionistici io avevo 6 anni. Non avevamo soldi ed è stato un momento difficile. Mia mamma lavorava al ristorante. Io andavo a lavorare con lei il sabato dopo le partite insieme a mio fratello. I miei non mangiavano la sera per far mangiare me e mio fratello. Sono cose che mi sono rimaste in mente. Ora voglio far bene ogni giorno per lei perché ha fatto tanti sacrifici per me e Jordan. Adesso ogni gol lo dedico a lei perché senza di lei non sono Romelu".

Sul passato e amicizie 'sbagliate': "Nessuna. Da quando avevo 6 anni ho sempre pensato al sogno di fare il calciatore. Scuola, allenamento e casa. Uscivo solo per giocare a calcio. Io e mio fratello avevamo questa disciplina: l'unica cosa era giocare a calcio. Siamo fortunati ad vere una mamma e papà che chi hanno sempre sostenuto",

Tre idoli: "Hasselbaink? Mi ricordo un gol con il Chelsea contro il Manchester United. In quel momento ho detto 'Voglio fare anche io così'. Vialli? Avevo la videocassetta del suo gol contro il Chelsea: quel gol, insieme a quello di Ronaldo con l'Inter in finale di Coppa Uefa contro la Lazio, sono episodi che mi sono rimasti in mente".

La differenza culturale tra Italia e Inghilterra e gli episodi di razzismo: "È la prima volta che mi è successo. A Milano ho sempre sentito l'amore dei tifosi, fin da quando sono arrivato. Dopo il gol contro il Lecce, l'inchino era per ringraziare. Mi arrivano tanti messaggi su Instagram e Twitter. Solo in Italia c'è questa cosa. Quando stai bene con le persone, loro ti danno l'amore. Quello che voglio fare è dare tutto per l’Inter".

Stadi vuoti: "È brutto. Si sente tutto (ride, ndr). Quando ho giocato contro il Brescia ho detto una cosa che non dovevo dire: Biraghi aveva calciato ed io ero solo sul dischetto. Si è sentito e le reazioni su Twitter mi fanno ridere. Noi calciatori abbiamo emozioni e giocare a San Siro senza tifosi è brutto. I tifosi ci danno energia. È troppo bello giocare con lo stadio pieno. Sono esperienze che mi fanno bene. Spero che tornino presto".

Le passioni: "Mi piace mixare, mi rilassa. O gioco a calcio o alla play con mio fratello. All'allenamento sono una persona che si arrabbia molto velocemente (ride, ndr)".

Il consiglio a un giovane che vuole diventare un campione:  "Aveva umiltà e ogni giorno essere sempre più forte del giorno prima".

Su Antonio Conte: "Mi ha migliorato in tutto. Un giocatore che vuole giocare per Conte deve capire che il sacrificio è tutto, sia a livello fisico che mentale. Per me era facile perché io vivo per il calcio. Il mio obiettivo è essere un buon calciatore e vincere qualcosa. Io sapevo che lui è un buon allenatore e che in questa squadra potevo crescere. Da quando abbiamo iniziato a lavorare ho sempre dato il 100% e adesso stiamo lavorando bene ma dobbiamo migliorare. Questa è la mia mentalità e quella della squadra".

L'Inter e il sogno Champions. Lukaku preferisce non fare proclami: "Abbiamo fatto bene la stagione passata ma dobbiamo lavorare in campo e non parlare fuori".

Poi sui compagni: "I più divertenti? Sensi, Young, Lautaro, Handanovic e Barella. Il più serio? Non c'è. Siamo tutti un gruppo unito. Non c'è uno che resta da solo".

Infine Lukaku rivela: "Con chi mi piacerebbe andare a cena? Il sogno era incontrare Kobe Bryant, Mandela e Tupac Shakur".