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Lukaku: “Io tra i top 5: ecco i miei segreti. Lo scudetto con l’Inter, Conte e Mou: vi dico tutto”

Alessandro De Felice

L'intervista completa che l'attaccante belga del club nerazzurro ha rilasciato a France Football

Emozioni e segreti si mescolano, aggiungendo una dose di calcio, il suo lavoro e la sua passione. Romelu Lukaku, attaccante dell'Inter, si è raccontato in un'intervista a tutto tondo rilasciata a France Football. Il belga ha parlato dei nerazzurri, ma non solo, svelando molti retroscena della sua carriera.

"Vincere! In Italia viene prima. C'è una grande differenza nell'approccio delle partite tra qui e l'Inghilterra. Io cerco di concentrarmi su quello che devo fare precisamente. Ma sono due campionati che non si somigliano per niente. Tatticamente, per quanto riguarda il mio posizionamento e i miei movimenti in campo, non devo sbagliarmi. Mai".

Perché? Quindi è tutto pensato e lavorato meticolosamente?

"Ogni nostra mossa lo è! Ogni volta che attacchiamo, ogni giocatore dell'Inter sa cosa deve fare. Quindi se ti manca qualcosa in termini di tempistica o tecnicamente stai mettendo a repentaglio l'intero piano di gioco. Se sbaglio un appoggio ad uno dei nostri centrocampisti, il campo diventa aperto per i nostri avversari. Mi concentro esattamente su quello che devo fare. Conta ogni pallone. Parlo di concentrazione".

Ti prendi qualche minuto per studiare l'avversario?

"Mi prendo qualche minuto per osservare che osservo cosa fanno di sbagliato, soprattutto quando si perde palla. Cerco di capire se durante la gara dovrò liberare spazio per Lautaro Martinez o Alexis Sanchez o se al contrario dovrò attaccare io stesso la profondità. Ma su questo, in generale, ho già una piccola idea prima della partita".

Grazie ai video?

"L'Inter mi ha creato un account Wyscout e lo uso molto. Quando giochi contro una squadra che abbiamo già affrontato la scorsa stagione e che non ha cambiato allenatore, ho notato che le linee guida sono le stesse. Più in generale, abbiamo due sessioni di riunioni video di gruppo prima di ogni partita. Mescolo tutto, guardo gli scontri diretti dell'anno precedente e penso a come segnare".

Che tipo di ruolo/gioco preferisci?

"Fondamentalmente amo la verticalità. Ho sempre detto di essere molto più pericoloso davanti alla porta. Sono veloce, posso dribblare il mio marcatore, posso andare a sinistra, posso andare a destra. Questo era il mio gioco. Perché ho giocato così in alcune mie squadre. Ma la selezione mi ha dato la possibilità di evolvermi come giocatore". 

Come?

"Con la Nazionale. Abbiamo lavorato sul possesso e meno sullo spazio. Il ct Martinez ha poi fatto di tutto per mettermi a mio agio con le spalle alla porta, sia con la Nazionale che con l'Everton. A 20 anni avevo molto da imparare. Ma ho capito subito che se avessi sviluppato questo aspetto del mio gioco, sarei stato in grado di fare quello che volevo durante le partite".

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