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Lukaku scala l’Europa: meglio di Haaland e Lewandowski, numeri da urlo. Conte, ben fatto

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L'attaccante belga si è definitivamente consacrato e i numeri parlano per lui

Matteo Pifferi

"Alzi la mano chiunque abbia voglia di ricordare questo 2020 con gioia. Uno, uno solo, tra pandemie, crisi economiche, scomparse eccellenti, eventi rinviati e miti salutati per sempre. Fermi tutti: trovato. Romelu Lukaku non suda, non segna e non parla a caso". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito all'esplosione di Romelu Lukaku, il cui 2020 è stato davvero fenomenale. L'attaccante belga parla il giusto e, in campo, è un autentico trascinatore: nel 2020 nessuno ha segnato tanto quanto lui nelle Coppe (11 gol), tre in più di Lewandowski e Haaland tanto per citare i due centravanti più forti al mondo in questo momento. E, considerando l'anno solare 2020 tra tutte le manifestazioni, proprio Lewandowski (42) e Haaland (39), assieme a Ronaldo (38), sono gli unici ad aver fatto più gol di Big Rom (36), giunto ormai alla consacrazione definitiva.

SUDARE - Lukaku da quando è arrivato all'Inter nell'estate del 2019 ha timbrato il cartellino 45 volte e solamente in 4 occasioni non è servito a portare a casa almeno un punto. Nel 2020 è capitato contro Bologna, Milan e Siviglia. "È trascinante, nel rapporto con la squadra, più di quanto Lewandowski, Haaland e Ronaldo non lo siano per Bayern, Borussia Dortmund e Juventus", commenta la Rosea che poi aggiunge come l'incidenza del belga si veda anche sull'impronta di gioco che Conte dà alla squadra. Gioco corto o gioco lungo, Lukaku si adatta alla perfezione, lo si può servire spalle alla porta o lanciare in profondità con una forza fisica impressionante come nell'occasione del primo gol contro il 'Gladbach.

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UOMO SQUADRA - Lukaku si è completato ed è diventato uomo squadra e lo si evince sia in campo sia davanti alle telecamere: "Sentito come parla, Lukaku? Dal post Torino fino a Mönchengladbach, dal «non siamo ancora una grande squadra» al «se gioco così è merito dell’allenatore e dei miei compagni»: verità, più che banalità. L’Europa ormai lo teme e lo insegue, anche dal punto di vista... commerciale: in vista novità con marchi top come Playstation, Versace, Maserati. Naturale: in fondo oggi anche Lukaku è un marchio top. Ma il posizionamento sul mercato va riconosciuto a Conte: «So solo io quello che ho dovuto fare per far acquistare Lukaku», disse pochi mesi fa l’allenatore. Ben fatto, Antonio", chiosa La Gazzetta.

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