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Lukaku: “Ho sempre sognato l’Inter. Icardi? Siamo diversi. Conte un leader, lui e Mou unici”

Il centravanti dell'Inter ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, della Serie A e del tecnico Conte che tanto lo ha voluto

Andrea Della Sala

 Romelu Lukaku ha iniziato alla grande con l'Inter, ma non vuole di certo fermarsi qui. Il centravanti belga, intervistato dal Corriere dello Sport ha parlato della nuova esperienza in maglia nerazzurra, della Serie A, di Conte e di tante altre cose:

«Un buon inizio, sì, lo è stato, finora è andato tutto bene, ma voglio fare meglio e, anche se i numeri sono buoni, so di poter migliorare parecchio. La mia più grande motivazione è aiutare la squadra e i compagni a vincere le partite segnando. Come ho fatto in questi primi tre mesi. Punto in alto, ma non mi dimentico di lavorare, di spingere al massimo ogni giorno in allenamento». 

Il gol è il suo specifico. Quale il più bello finora?«Qui in Italia, quello al Brescia. Mi è piaciuto anche il 2-0 di testa contro il Milan, ma la rete con il Brescia mi ha ricordato altre simili che ho realizzato in Inghilterra e quella con il Belgio nell’ultimo match che abbiamo vinto in Russia».

Il gol numero 52 in Nazionale.

«Sono tanti, vero?».

La Serie A è come se l’aspettava?

«Più la frequento e più trovo le zone del campo dove posso essere efficace. Mio fratello Jordan mi aveva parlato di un grande campionato che mette alla prova gli attaccanti. Qui ci sono i migliori difensori e da voi ogni difesa è preparata per qualsiasi situazione di gioco. Per questo il calcio italiano mi piace così tanto. In tv ne guardo molto e in ogni match imparo qualcosa di nuovo a livello tattico. Idem dal lavoro di Conte. Se un attaccante segna tanti gol in Italia può farli in qualsiasi altro torneo d’Europa».

Da quando è arrivato crede di essere migliorato?

«Tatticamente sono cresciuto parecchio perché in carriera ho quasi sempre giocato come unico attaccante, mentre adesso (nel 3-5-2, ndr) ho accanto grandi compagni come Lautaro, Sanchez, Esposito, Politano. Con loro l’intesa migliora continuamente, devo solo memorizzare i movimenti giusti. Non posso improvvisare o muovermi ascoltando il mio istinto come facevo in Inghilterra: devo essere sincronizzato con il resto della squadra per essere nella giusta posizione, ricevere la palla e mettere in difficoltà gli avversari».

Può vincere la classifica dei marcatori?

(Ride) «Immobile sta facendo molto, è un grande attaccante e sta dando molto alla Lazio. Per me le cose stanno andando bene, ma le ambizioni personali devono rimanere… personali. Non sono il tipo di giocatore che dice voglio questo o quel titolo individuale. Io penso prima alla squadra».

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