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Lukaku: “Ho sempre sognato l’Inter. Icardi? Siamo diversi. Conte un leader, lui e Mou unici”

Andrea Della Sala

Le pesa essere il giocatore più pagato della storia dell’Inter?

«Se mi creasse dei problemi lo vedreste dalle mie prestazioni. Ho giocato per diversi anni in Inghilterra dove ho segnato tanti gol, il Manchester mi ha pagato parecchi soldi e lì ho realizzato 42 reti dopo le 86 all’Everton, ma ho numeri importanti anche con la mia Nazionale e al Mondiale. Il mio lavoro è questo: far bene in campo. Appena sono arrivato qua ho iniziato a osservare con attenzione i miei compagni, ho parlato parecchio con il tecnico di ciò che dovevo fare e ho lavorato molto con il preparatore atletico». 

Ad agosto l’hanno infastidita le critiche sul suo stato di forma? 

«Mi sono infortunato nella prima settimana di allenamenti con il Manchester, ho saltato l’intera preparazione e non ho giocato neppure una partita nella tournée in Asia. L’Inter e lo United stavano parlando del mio trasferimento e anche per questo nelle ultime due settimane con il Manchester non mi sono allenato molto: correvo 40’ da solo sul campo e poi rientravo negli spogliatoi. Quando sono arrivato all’Inter sapevano di cosa avevo bisogno, mi hanno preparato una scheda di lavoro di 2-3 settimane e giorno dopo giorno mi sentivo sempre meglio. Adesso posso dire di essere al 100%, ma non mi fermo». 

Si aspettava di diventare così in fretta un beniamino dei tifosi? 

«Non così rapidamente. Per me è importante guadagnarmi il rispetto non solo della gente, ma anche dei miei compagni. Quando sono arrivato, anche se non capivo qualcosa, ho chiesto loro di parlarmi in italiano e dopo una-due settimane parlavo bene la vostra lingua. Mi ha aiutato ascoltare le telecronache delle partite di mio fratello, ma mi hanno aiutato soprattutto le motivazioni». 

In che senso? 

«Ho sempre avuto il desiderio di giocare nell’Inter. Non appena ho saputo che il club nerazzurro mi voleva, ho preso la mia decisione e l’ho detto al mio agente. Ero un grande tifoso di Adriano quando indossava questa maglia e lo ero anche di Ronaldo: ha segnato nella prima finale che ricordo di aver visto da bambino, quella di Coppa Uefa contro la Lazio nel 1998. Credo di assomigliare ad Adriano: anche lui era grande, grosso, veloce e mancino. Guardavo le sue partite con l’Inter e sognavo di essere come lui. Mi ricordo che contro l’Udinese fece un gol incredibile. Mi ero ripromesso che se un giorno avessi avuto l’opportunità di giocare in Italia sarebbe stato solo per l’Inter. Quello che ho voluto finora si è sempre verificato. Ringrazio Dio di avermi aiutato in tutto». 

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