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Lukaku: “Scudetto cavalcata eccezionale, siamo un grande gruppo. Inter? Jay-Z mi disse…”
Non c'è solo il calcio nella vita di Romelu Lukaku. L'attaccante dell'Inter ha già fatto ballare la Serie A a suon di gol: il suo segreto è proprio la musica. Il belga ha un rapporto speciale con Jay-Z, imprenditore e rapper americano che dal 2018 cura l'immagine di Lukaku attraverso la Roc Nation. Il centravanti dei nerazzurri, premiato ieri come miglior Mvp della Serie A 2020/2021 dalla Lega Calcio, ha raccontato la passione per la musica in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Lukaku, cosa rappresenta la musica nella sua vita?
"È un modo per tenere connesso me stesso con le difficoltà che ho passato nella mia esistenza, con tutto il mio vissuto. È importantissima: non solo un hobby, ma una parte di me".
Quale canzone si può dedicare a questo scudetto?
"Difficile sceglierne una sola perché è stata una cavalcata eccezionale e piena di storie all’interno. Ma mi viene in mente “H.a.m” di Kanye West e Jay-Z: è di dieci anni fa, ma sempre attuale. Ci dice che bisogna avere fiducia in se stessi per ottenere grandi risultati nella vita".
C’è un verso che ama e che l’ha aiutata nelle ultime settimane convulse?
"In “D’Evils” di Jay-Z si dice: Nine-to-five is how you survive, I ain’t tryna survive. I’m tryna live it to the limit and love it a lot. Significa: “Dalle 9 alle 5 sopravvivi, io non sto cercando di sopravvivere. Sto provando a vivere al limite e mi piace molto”. Mi sento così: ho sempre provato a fare tutto al limite, a spingermi in ogni allenamento e partita e per questo ho avuto successo. Voglio fare il mio lavoro al meglio, ma senza dimenticare di spendere il tempo con chi amo: mia madre, i miei fratelli, gli amici".
Prima delle partite ascolta sempre la stessa playlist?
"Assolutamente sì, è un rito. Ho una playlist speciale che mi fa compagnia quando arrivo allo stadio e prima del match. Mi dà concentrazione, mi aiuta a tenere focalizzato l’obiettivo da raggiungere".
Nello spogliatoio interista è lei a mettere la musica?
"No, siamo un grande gruppo anche perché c’è molto rispetto reciproco. Ognuno ha i suoi gusti e ascolta ciò che vuole".
Quanto è stato importante incrociare Jay-Z?
"Ha avuto un significato grandissimo perché io ho sempre ascoltato la sua musica. Soprattutto nei momenti in cui la mia vita era davvero, davvero difficile, i suoi pezzi mi hanno dato la forza di resistere e andare avanti. Di guardare la vita in modo diverso. A volte bisogna avere pazienza e prendersi il tempo giusto per diventare grandi. Quando poi l’ho conosciuto, ho visto il suo atteggiamento: sapeva davvero chi fossi e mi ha insegnato come stare al top, come diventare un vincente. Ricordo quando mi ha detto: “Se davvero pensi che l’Inter sia lo step da fare per vincere, fallo”. Durante il primo anno io e i miei compagni siamo arrivati a un passo dal successo, ma nell’ultima stagione ce l’abbiamo fatta con duro lavoro, pazienza , sudore e sacrificio. Proprio la via che Jay mi aveva indicato".
Ma che differenza c’è tra il suono di San Siro che abbraccia un suo gol e quello di una canzone che cambia la vita?
"Segnare un gol è la sensazione più bella del mondo dopo quella che ho provato quando è nato mio figlio. Per il resto, io volevo conoscere solo poche persone selezionate nella mia vita. Una di queste era Kobe Bryant, riposi in pace! E l’altra era proprio Jay-Z: quando per la prima volta mi sono trovato a parlare con lui, di vita e non solo di lavoro, c’era anche Dj Khaled: era come un sogno che si avverava. Adesso spero che, pandemia permettendo, venga a Milano a vedermi segnare a San Siro".
Oggi che relazione avete?
"Alla fine di Sassuolo-Atalanta suona il telefono e chi è? Lui che mi fa gli auguri e si congratula perché sapeva quanto fosse importante per me vincere il mio primo scudetto in Italia. Mi sento fortunato a poter parlare con lui quando voglio: so che mi copre le spalle e vuole il meglio per me, come Roc Nation: è un sentimento che ricambio".
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