Contro la Russia è stata davvero dura. [Quando giocavo all'Inter] ho passato più tempo con Christian che con mia madre, mio figlio, [o] mio fratello perché in Italia con gli allenamenti passi praticamente tutto il giorno al club. La sua stanza era accanto alla mia, giocava a Call of Duty o altro. Ho sentito la notizia [del suo malore] durante la riunione e ho iniziato a piangere. Non facevo altro che pensare a lui.
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Sulla strada verso lo stadio di San Pietroburgo avevo bisogno di qualcosa [per tirarmi su], così ho deciso di giocare per lui durante tutto il torneo. Volevo mostrargli in qualche modo la mia vicinanza. Gli ho anche mandato un messaggio e sono stato felice che mi abbia risposto.
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