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Maicon: “Inter, devi rimanere unita. Spalletti un martello, Mourinho il migliore di sempre”

Andrea Della Sala

Con il Brasile lei ha vinto due volte la Confederations e due la Coppa America, mai il Mondiale: come mai?

«(Silenzio, ndr) Non ho avuto fortuna con questa competizione che è molto strana. Dopo la fase a gironi è come iniziare un torneo diverso».

In Sudafrica nel 2010 venne eliminato dall’Olanda ai quarti...

«Sì, con un gol di testa di Sneijder (ride, ndr): come si fa a prendere un gol di testa da Wesley che è alto 1.70?».

Mentre nel 2014 la semifinale con la Germania è storia...

«L’1-7 ci accompagnerà per sempre, ci prenderanno per sempre in giro. Al rientro negli spogliatoi mi sembrava di non aver nemmeno giocato. Vorrei rigiocarla, non finirebbe così».

Quest’anno chi lo vince?

«Il Brasile, anche se mi piace l’Argentina. Invece non mi spaventano troppo le europee».

Lei si è ritirato dopo l’Avaì: cosa farà da grande?

«Niente inerente al calcio, è cambiato troppo, non mi vedo più dentro questo mondo».

L’Inter ha 110 anni: come la spiegherebbe a un bimbo?

«Gli direi che è una famiglia speciale. Il presidente Moratti è unico, inarrivabile. Al bimbo gli direi di tifare sempre Inter».

Maicon, si sente ancora un bambino fortunato?

«Fortunato e competente. Ora un uomo realizzato, senza rimpianti».

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