Roberto Mancini, intervistato dal Guerin Sportivo nello stesso numero in cui compare un'intervista a Vincenzo Montella (quindi prima di questi ultimi giorni, giusto puntualizzarlo ndr), fa il punto della situazione, a partire dall'annata appena conclusa ma anche proiettandosi sul futuro:
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Mancini: “Via se non mi vogliono. FPF ridicolo, uno ha soldi e non può usarli? G.Jesus…”
Il tecnico, in una lunga intervista, fa il punto della situazione in casa Inter
FPF - “Paletti ridicoli, che ho sempre contestato. Perché penalizzare dei club che hanno un padrone solido, in grado di garantire incassi, merchandising e continuità? Perché imporre sanzioni a società robuste, anche se indebitate? La realtà, poi, è che certe regole vengono aggirate con stratagemmi di alta finanza. L’Inter, questa stagione, sarà penalizzata ma io spero che la società riesca a lavorare senza condizionamenti”.
MANCATA QUALIFICAZIONE ALLA CHAMPIONS - “Una delusione grandissima, perché come obiettivo avevamo la coppa più importante. Ma alla fin abbiamo dovuto accettare il verdetto. Evidentemente non eravamo ancora pronti. Eravamo in testa, tutti ci criticavano per gli 1-0, ma io non mi sono mai preoccupato di questo. Le vittorie sono vittorie, non vanno legate allo spettacolo e comunque stavamo volando. Quando si inizia un nuovo ciclo, non si possono fare previsioni certe. Scudetto? Mai detto. Quando si riparte ci sono momenti di forte entusiasmo alternati a fasi di forte depressione. L’Inter ha avuto dei passaggi a vuoto e li ha pagati; capita, bisogna essere forti di testa. Tutti responsabili, compreso il sottoscritto. Ci vuole tempo, anche la stagione precedente al primo anno in cui ho riportato lo scudetto all’Inter fu di assestamento”.
I CINESI - “Non vedo alternative per le nostre società se vogliono competere con le grandi squadre straniere. Ecco, da Oriente arrivano investitori importanti che possono portare idee e mentalità vincente. Chiaro che vengono per vincere. L’impatto mi sembra buono, c’è grande entusiasmo e bisogna assecondarlo”.
L'AMORE PER L'INTER - “La prima cavalcata fu indimenticabile ma si interruppe bruscamente. Io però sapevo che l’Inter era ancora nel mio cuore anche se non sempre tornare dove si è diventati grandi è una mossa vincente. Sapevo che era difficile e difficile è stato. Ho ragionato coi sentimenti e seguito l’istinto, mi affascinava l’idea di poter riaprire una bella storia”.
LA DISTANZA DELLA SOCIETA' - “L’assenza del padrone, quando organizzi bene la società, non incide mai negativamente. Basta creare una struttura solida, avere ambizione e lavorare. Non credete a chi dice che i club possono essere condizionati dalla lontananza della proprietà”
INTER DI GIOVANI - “Ce ne sono tanti di bravissimi in giro, come Domenico Berardi e Gabriel Jesus. Poi però è necessario avere la pazienza di farli crescere, bisogna sempre trovare una via di mezzo. I giovani possono salire al top a fianco dei grandi giocatori”.
KONDOGBIA - “Sono soddisfatto della sua prima stagione in Italia. Vedrete che diventerà uno dei migliori centrocampisti d’Europa. È giovane, ha cambiato squadra e ambiente, diamogli tempo. Purtroppo in Italia basta poco per promuovere o bocciare qualcuno”.
LE CRITICHE - “Ho sempre detto che amo troppo questa società per poterla tradire. Non sarò mai un peso: come dissi a fine campionato, se qualcuno non mi vuole sono pronto a farmi da parte”.
TECNICO MANAGER - “La nuova proprietà è appena arrivata. Pensiamo a lavorare, bene e in sintonia. Poi affronteremo anche il futuro. Io devo conoscere loro e loro devono conoscere me, come è logico che sia. Ma le premesse sono buone”.
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