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MARIO CORSO: “HO RIVISTO LO SPIRITO DELLA GRANDE INTER. LA CESSIONE DI IBRA LA SVOLTA. DOPO MOU? HIDDINK O CAPELLO”

L’ex piede sinistro di Dio non ce l’ha fatta a vedere in diretta la partita che avrebbe dato il terzo titolo d’Europa all’Inter della sua vita e, come in un rituale antico e scaramantico, ha passeggiato nervosamente per le...

Daniele Mari

L'ex piede sinistro di Dio non ce l'ha fatta a vedere in diretta la partita che avrebbe dato il terzo titolo d'Europa all'Inter della sua vita e, come in un rituale antico e scaramantico, ha passeggiato nervosamente per le strade di Milano fino a sentire la città scendere in piazza pazza di gioia. Ma ora Mariolino Corso, uno dei grandi del gruppo euro-mondiale di Herrera, può rilassarsi e manifestare la sua gioia da vecchio cuore nerazzurro. «Quando giocavo era diverso - spiega - ora nelle gare importanti dell'Inter mi assento, divago, giro senza voler sapere niente. L'ho sperimentato con successo con Chelsea e Barcellona, e col Bayern non potevo sgarrare. Poi mi sono gustato nel cuore della notte la partita e devo dire che è stata perfetta, ho rivisto lo spirito della mia Inter, quella del Mago che ha diverse similitudini con Mourinho, al netto di come è cambiata società e comunicazione in mezzo secolo. Credo che Mourinho sia invecchiato 15 anni nei due anni che è stato a Milano per il modo con cui guerreggia con tutti per isolare la squadra. Similitudini? Ci sono, solo che Herrera doveva preparare 14 giocatori e il portoghese il doppio». «Una partita bella, perfetta - prosegue Corso analizzando la finale di Madrid - con tutti i giocatori esemplari nell'adesione al proprio compito. È incredibile ad esempio il lavoro svolto da Etòo, ha fatto umilmente l'esterno pronto a rincorrere, a chiudere, come l'ultimo dei gregari. È questo lo spirito con cui si primeggia all'estero, si superano gli ostacoli, è così che noi battevamo il Real Madrid di Di Stefano e il Benfica di Eusebio, che sono i corrispettivi di Chelsea e Barcellona».

«Ma i progressi maggiori - afferma ancora Mariolino - quest'anno li ha fatto Milito, un attaccante di razza che ha fatto tanta gavetta e che è ormai diventato uno dei migliori al mondo. Ma tutti hanno dato il loro contributo: dai centrali insuperabili Lucio e Samuel, al talentuoso Sneijder, allo splendido capitano Zanetti cuore della squadra e anche a Julio Cesar, che è tornato ai suoi livelli dopo un periodo di incertezze. Ma una grossa fetta di merito va al presidente Moratti, che da sei-sette anni non sbaglia una mossa. L'affare è stato cedere Ibrahimovic, con questa mossa sono arrivati Thiago Motta, Milito, Etòo e Snejider e la squadra era pronta al decollò». Le sue punizioni a foglia morta hanno fatto epoca ma Corso, assimilato ai suoi tempi alla schiera degli 'abatinì, termine coniato da Gianni Brera per Rivera, non vede eredi. Preferisce godersi il trionfo della sua Inter, pensare ai suoi compagni scomparsi - Facchetti, Picchi, Herrera, Allodi, Peppino Prisco - e dare un sommesso consiglio per la successione di Mourinho: «Ci vuole gente esperta come Hiddink o Capello. Se proprio non è possibile, allora meglio puntare su un giovane di carattere e di sangue nerazzurro come Mihajlovic. Lo accoglierebbero tutti a braccia aperte».