È arrivata la risposta a chi ancora conservava qualche dubbio: all’Inter è ora di cambiare aria, di voltare pagina, Champions o meno. Perché all’esame finale Spalletti ha fallito, come ha fallito nel volere a tutti i costi puntare su Radja Nainggolan, un rischio che gli è costato caro. Comunque andrà, da lunedì in poi sarà l’Inter di Conte, capiremo con quale mercato, se affidandosi o meno alle risorse garantite dal piazzamento Champions. Nessuna crescita, la squadra di Spalletti si è attestata sul mantenimento dell’equilibrio generale, che dalle parti di Appiano, visti gli ultimi anni, è già un merito. Ma questo, per una società ambiziosa, non può che essere un fattore soddisfacente solo nel breve termine. Adesso serve altro, lo slancio verso l’alto che il tecnico toscano non ha saputo garantire al suo secondo anno di gestione.
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Marotta, che sfida: l’Inter gli affida un rebus irrisolvibile. E Spalletti ha peggiorato la situazione
L'ad nerazzurro dovrà essere bravo a cedere quei calciatori che da tempo appesantiscono le casse dell'Inter
VALORI AL RIBASSO - Ad Appiano stanno proiettando un film già visto, una pellicola andata in onda già lo scorso anno, quando i nerazzurri hanno raggiunto la Champions all’ultima di campionato, suscitando le lacrime di un giovane Zhang, che tra gli obiettivi della nuova stagione aveva posto una qualificazione tranquilla all’Europa più importante. Progetto fallito, come quello della crescita sportiva, perché la rosa dell'Inter ha un valore ridotto rispetto a 12 mesi fa. Dimezzato il valore di Icardi, ulteriormente abbassato quello di Perisic e distrutto un patrimonio come Zaniolo, per non parlare dei vari Vecino, Joao Mario e Gagliardini. Ci sono molti motivi che rendono necessario l’arrivo di un tecnico come Conte, compreso un carattere labile e un gioco deficitario, addirittura peggiorato rispetto alla scorsa stagione, quando l’Inter poteva contare sulla qualità di Rafinha e Cancelo.
PROBLEMA ATAVICO - Per Marotta si ripresenterà il solito problema che ha afflitto l’Inter nelle ultime sessioni di mercato: Icardi a parte (che vuole restare a Milano) la rosa non presenta calciatori vendibili ad alte somme. Un deficit nel calcio odierno, che vive di plusvalenze e compravendite. Basti pensare alla Juventus, che prima di arrivare a Ronaldo ha ceduto i vari Vidal e Pogba e che al prossimo giugno si appresta a cedere Dybala. Di questo passo siamo ancora lontani dall’autofinanziamento previsto dall’Uefa, è vero, i ricavi crescono, ma serve altro e Spalletti - qualificazione in Champions a parte - non ha saputo migliorare i suoi, come Sarri ha fatto a suo tempo al Napoli o come Allegri e Conte hanno fatto alla Juve.
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