TG Plus Sport ha intervistato l'ex ad della Juventus, Beppe Marotta. Un'intervista di qualche giorno fa, prima della chiusura dell'accordo con l'Inter. Queste le parole del dirigente: «Sono molto contento di esser qua, in questo clima festoso che mi riporta indietro in un passato piacevole vissuto positivamente a Venezia, è stata un'esperienza incantevole. Tutto il Veneto rappresenta per me un momento importante della mia vita e della carriera calcistica».
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Marotta: “Dalla Juve all’Inter? Chiuso un ciclo vincente, ora rifletto. Ma voglio tornare subito”
Il dirigente ha parlato ai microfoni di TgPlus Sport
-Ha difficoltà a parlare di altro, Juventus e Inter...
In questo momento è chiaro che ho terminato il mio ciclo vincente con la Juventus. Ora mi ritengo in pausa di riflessione, mi godo questi momenti e queste serate piacevoli che purtroppo spesso ho dovuto trascurare in attesa di valutare quello che lo scenario calcistico mi proporrà. Il calcio comunque il mio mondo, dove sto molto bene e voglio tornarci velocemente.
-Come è cambiato il calcio in questi anni dalla sua esperienza al Venezia?
Dai miei tempi a Venezia sono passati quasi 20 anni, è cambiato il modo di concepire lo sport che rimane sempre un fenomeno sportivo e sociale. C'è stata un'esasperazione in termini commerciali e di business perché oggi l'aspetto finanziario è rilevante e spesso vengono trascurati gli altri valori.
I giocatori di oggi sono più esigenti in termini generali?
C'è stata una grande emancipazione anche qua. Il giocatore oggi è un piccolo impresario di se stesso affiancato da dei professionisti che gestiscono quella che è la parte economica, ma anche quella che è la parte gestionale e professionale nei rapporti con la società, i cosiddetti agenti e i procuratori. Ora c'è un confronto molto più attento tra le società e i giocatori e come tali vanno appunto considerati.
-C'è un calcio di vertice e uno a livello inferiore che non c'è più, le altre realtà sembrano schiacciate dal calcio di vertici
Il calcio, soprattutto quello di vertice, è diventato intrattenimento, che fa dello spettacolo il primo obiettivo. Intorno a questo gravitano interessi mediatici e commerciali. Quindi abbiamo una fascia di calcio élite che attira milioni, di utenti die telespettatori nel così detto 'stadio virtuale' e poi un calcio amatoriale, direi di provincia che trova invece una collocazione molto ridotta rispetto agli anni '80 e '90.
(Fonte: TgPlus Sport)
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