Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter, ha concesso un'intervista esclusiva a DAZN. Tra i temi toccati anche tanto mercato, dai mancati arrivi di Dybala e Bremer passando per la situazione Skriniar.
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Marotta: “Dybala e Bremer, ecco com’è andata. Skriniar? Ai tifosi dell’Inter dico…”
"Mi aspetto una stagione "aggressiva", ricca di determinazione, ambizione, coraggio, voglia di fare e conquistare trofei e posizioni. Inter più forte delle altre? Difficile dirlo, tu credi di aver allestito una squadra forte ma poi devi fare i conti con quello che hanno fatto le altre. A mercato chiuso si potranno fare delle valutazioni. L'Inter deve sempre recitare un ruolo da protagonista e, come tale, deve essere necessariamente competitiva".
"Il ritorno di Lukaku? Innanzitutto colgo l'occasione per ringraziare i miei collaboratori Piero Ausilio e Dario Baccin. Quella di Lukaku è una di quelle pagine belle del tanto vituperato mondo del calcio: un giocatore che ti ha lasciato, magari anche improvvisamente, che poi sente il bisogno di tornare tra gli amici, tra i luoghi, a indossare quella maglia gloriosa che lo ha portato a vincere uno scudetto. Abbiamo avuto la fortuna di trovare quelle situazioni che portano a una coincidenza di fattori che hanno fatto sì che questo ritorno si potesse concretizzare. Una cosa molto bella. Se l'ho ritrovato diverso? Molto, ancora più leader di prima, molto motivato. Ieri ho visto l'allenamento, nel corso del quale ha perso una partitella ed era molto arrabbiato: questo significa un grande attaccamento verso il suo lavoro. Sono molto contento che possa far parte del nostro gruppo".
"Dybala? Se n'è parlato tanto. Posso semplicemente dire che è un ragazzo serio, un gran professionista, ma come ho detto in tempi non sospetti eravamo e siamo a posto in un settore offensivo di grande valore. Non c'era spazio non perchè non fosse bravo, ma perchè non c'era la necessità. Poi tutto è stato strumentalizzato e si rischia di fare brutta figura, ma non è così: oggi l'Inter ha un reparto avanzato di grande valore e ce lo teniamo ben stretto. Dybala lo vede bene a Roma, penso che possa essere la piazza ideale per lui, dove possa sentirsi un leader. Non dico erede di Totti, ma è un calciatore che può dare soddisfazioni agli spettatori con le sue giocate. Gli auguro ogni bene".
"Bremer? Il merito è di Ausilio, che da mesi lavorava su questa pista. Bremer è un grande giocatore, poi evidentemente i nostri condizionamenti legati agli equilibri economici e finanziari non ci hanno permesso di arrivare alla conclusione. Abbiamo fatto la nostra corsa, poi quando arrivano offerte molto distanti dalla nostra è giusto che il venditore faccia la sua scelta, così come il calciatore, che è stato un grande professionista, e di conseguenza è sfumata un'opportunità. I manager hanno l'obbligo di tentare strade che magari portano a conclusioni negative, fa parte del gioco. Bisogna apprezzare la perseveranza con cui abbiamo portato avanti questa cosa".
"Skriniar? Abbiamo avuto questo incontro con i tifosi e ne siamo usciti ancora più rafforzati. Abbiamo colto una grande passione in questi rappresentanti. Abbiamo notato come loro e decine migliaia di sottoscrittori di abbonamenti abbiano questa fede, un dogma nei confronti di questi colori, è comprensibile questa richiesta di chiarimenti, non è assolutamente una protesta. Noi abbiamo detto che da una parte abbiamo l'obbligo di fare una squadra competitiva, dall'altra abbiamo anche il dovere di guardare un equilibrio economico-finanziario.
Skriniar è un giocatore fortissimo, assolutamente: non necessariamente deve essere messo sul mercato, assolutamente no. Abbiamo avuto dei contatti nelle settimane precedenti e quindi una richiesta, dopo di che tutto sarà valutato, però fa parte di quelle che sono le dinamiche. Il tifoso deve stare tranquillo perchè la squadra sarà sempre competitiva e deve essere competitiva, nel rispetto della fiducia che ci hanno dato. Ho accettato questo confronto con i miei collaboratori, ho colto questa grande passione, un fatto importante nel tifoso nerazzurro e lo abbiamo visto anche nell'ultima partita con la Sampdoria, questa maniestazione di affetto che ha rappresentato il giusto connubio tra squadra e tifoseria".
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