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Inter, Marotta: “Hakimi-PSG? Doloroso, ma ci farà respirare. Inzaghi, Eriksen e Lautaro…”

Alessandro Cosattini

Le parole dell'amministratore delegato nerazzurro sulle operazioni di mercato, in uscita e in entrata. Ma anche sul tema rinnovi

Beppe Marotta dice tutto sul mercato dell'Inter. Dall'operazione Hakimi agli obiettivi di mercato, passando per il rinnovo di Lautaro Martinez e le prime settimane di lavoro con Simone Inzaghi. Queste le dichiarazioni dell'ad nerazzurro a Sky Sport: "È un momento storico l'apertura del mercato, non ci saranno grandi trasferimenti né onerosi, la creatività avrà grande spazio. Hakimi-PSG? Operazione su cui ha lavorato Piero Ausilio, siamo in dirittura d'arrivo, ci sono formalità da espletare, è normale quando si tratta con l'estero. Nel giro di un giorno si può arrivare alla conclusione penso. Un trasferimento doloroso, ma come amministratore ho l'obbligo di garantire per la società la sostenibilità. Il mercato non è ancora entrato nel vivo, parlavo di difficoltà ed essere riusciti a trasferire un giocatore solo cash va notato. Normale che la società tenda a confermare tutti i suoi giocatori, solo se i giocatori manifesteranno l'intenzione di andare via se ne parlerà. Quando Hakimi sarà ufficialmente al PSG, potremo respirare. Vorremmo tanto non dover vendere altri giocatori e mantenere l'organico che ci ha dato tante soddisfazioni”.

Lautaro? L’Inter ha davanti degli obiettivi sportivi da raggiungere, al di là della sostenibilità finanziaria. Con alcuni giocatori, tra cui Lautaro Martinez, abbiamo iniziato piccoli approcci di rinnovamento del contratto. Lui e tanti altri sono giovani su cui l’Inter punta, non è un’impresa facile, ma dobbiamo tutelare e difendere il patrimonio storico di questo club ricco di successi. Questi colori hanno un palmarès ricco di successi che dobbiamo continuare a tenere alto. È scontato che siamo in un momento di contrazione economica e finanziaria”.

“Giocatori in scadenza, vantaggio o svantaggio? Dipende dai punti di vista. Tutti avranno rigidità nella gestione e rischia di essere uno svantaggio, diversamente da prima. Gli stipendi hanno raggiunto livelli insostenibili, in qualsiasi azienda non del calcio saremmo davanti a uno scenario di default. Sostituzione di Hakimi? Noi lavoriamo in team, ci sono allenatore e collaboratori, dobbiamo agire con tranquillità perché richieste dei club venditori non ci saranno, bisogna cogliere opportunità e avere fantasia, non prevedo grandi movimenti in entrata dei club. Già il fatto di confermare un gruppo vincente come il nostro rappresenta un punto di partenza importante”.

Vicende societarie? Toccano la proprietà, non mi addentro per rispetto e anche mancanza di elementi conoscitivi. Normale che anche noi dovremo creare un modello nuovo, si è davanti a un cambiamento epocale, non ci saranno più operazioni faraoniche, si lavora su competenza, inventiva, opportunità e il settore giovanile che è un grande patrimonio”.

Eriksen? Non l’abbiamo sentito direttamente noi, per questione di privacy. Il medico sì, conta ritrovare l’uomo Eriksen prima del calciatore. Il primo intervento fatto dai medici nello stadio è stato miracoloso ed efficiente e siamo qui a parlare di questa cosa meravigliosa. Non è il caso di parlare del post, deve ritrovare serenità e salute”.

“L’orgoglio del dirigente nel vedere i propri giocatori in nazionale, agli Europei, c’è. Venerdì ci sarà Belgio-Italia con nostri giocatori, il tifo è scontato, non vale il motto vinca il migliore, ma vinca l’Italia ora. Ma rimane orgoglio per i nostri giocatori”.

“Richieste di Inzaghi? Lavoriamo in team, tutti devono cercare di decidere nella collettività. Inzaghi mi auguro sia l'erede di Conte in tutto e per tutto, nei risultati e nell’aspetto professionale. Con lui c’è un confronto quotidiano, lo sente Ausilio tre o quattro volte, io poche. Le vacanze penso le abbia fatte al telefono. Ha già dimostrato grande senso di appartenenza”.

“Conte? È un po’ che non ci sentiamo, so che è andato in vacanza, è giusto così. Rimane per ora un ricordo splendido di due annate straordinarie e dei risultati portati”.

“Scudetto? Dobbiamo necessariamente tenere alto il vessillo dell’Inter per la storia del club. Dove non arrivano i soldi devono arrivare competenze, motivazioni, senza cui non si raggiungono gli obiettivi”.