- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Un acquisto che fa rumore. Generalmente, sono i grandi campioni o le grandi scommesse ad alimentare il dibattito tra i tifosi. Ma quando un trasferimento si concretizza dalla Juventus all'Inter, allora anche un dirigente può diventare elemento di accese discussioni. E' quello che sta succedendo nel mondo nerazzurro da quando l'arrivo di Beppe Marotta in Corso Vittorio Emanuele (o sarebbe meglio dire in Porta Nuova, visto l'imminente trasloco ndr) è stato più o meno dato per fatto da tutti, media e addetti ai lavori.
Può l'architetto dell'ultima Juventus diventare l'uomo immagine e uomo simbolo della crescita interista? Il recente passato bianconero di Marotta alimenta dubbi e domande e ha provocato un'autentica spaccatura nella tifoseria interista. Recentemente, abbiamo chiesto ai tifosi se fossero o meno favorevoli all'arrivo di Marotta e la frattura è stata netta, con i sì e i no mai vicini al 60%, con divario sempre sotto il 10%.
"Mai uno juventino, molto identificato con il potere bianconero, all'Inter", la versione semplificata di una fazione. "Marotta è il miglior dirigente su piazza, si tratta solo di affari. Va preso il prima possibile", la replica altrettanto semplificata dell'altra fazione.
Con un solo, enorme dubbio a farla da padrone in entrambi gli schieramenti, che su questo quesito sembrano concordare. "Negli anni di dominio bianconero, è stato Marotta a rendere grande la Juventus o è stato lo strapotere, in campo e fuori dal campo, della Juventus a far sembrare Marotta più bravo di quel che non sia in realtà? Marotta, fuori dal contesto Juve, è davvero un elemento che possa fare la differenza tra un club da zone alte della classifica e un club d'elite?".
Questa domanda sembra mettere tutti d'accordo nel voler comunque aspettare per vedere quanto Marotta sia davvero in grado di incidere in una società che non sia la Juventus, favorita in questi anni da un potere consolidato e dalla totale assenza di avversari veramente pericolosi in termini di fatturato e potere economico, mediatico e politico.
Marotta è atteso alla prova del nove, l'esperienza alla Sampdoria (pur positiva) non basta a fare da garanzia. C'è fiducia da una parte, scetticismo dall'altro. Ma anche grandissima curiosità per vedere all'opera l'ex dg bianconero in un ambiente diverso. "Lo giudicherò solo dopo averlo visto all'opera, senza pregiudizi", è la cosiddetta terza via del pensiero nerazzurro. Con la consapevolezza che l'Inter non è la Juve. E Marotta, questo, deve saperlo bene. Perché certe uscite e certe bottiglie di champagne con numeri a caso, in nerazzurro, non saranno tollerate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA