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Marotta: “Oaktree vuole continuità, valorizzare giovani senza spese folli. Inzaghi? All’Inter tanti anni”

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Ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport', il presidente dell'Inter, Giuseppe Marotta, ha parlato del Mondiale per Club e non solo
Gianni Pampinella Redattore 

Ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport', il presidente dell'Inter, Giuseppe Marotta, ha parlato del Mondiale per Club e non solo. "Le informazioni che abbiamo non sono molte concrete. Di sicuro per noi è una vetrina importante a livello mondiale che accettiamo con orgoglio, ma è anche vero che esiste un ulteriore sovraffollamento del calendario ed è un problema serio del nostro calcio. Dalla prossima stagione, con il nuovo format della Champions, ci saranno più partite, anche 17 per vincere la coppa".

"Il calendario si comprime sempre di più, andrebbe rivisto ed è per questo che secondo me la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre. I carichi di lavoro attuali non sono più sostenibili e dobbiamo tutelare i nostri ragazzi perché il rischio di infortuni è veramente notevole e rischia di pregiudicare lo spettacolo. Basti pensare che, ad oggi, Barella ha giocato oltre 52 partite da metà agosto a inizio giugno: con un'offerta eccessiva, penso che il calcio possa perdere di attrattività".


"L'Italia? Sono andato da tifoso, sono rimasto ben impressionato dal clima che si vive, dall'entusiasmo che hanno questi ragazzi e questo allenatore. Sono ottimista per il futuro e non dimentichiamo che siamo i campioni in carica. Questo è un gruppo che ha delle basi umane, tecniche di grande spessore". 

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Che strada sta percorrendo questa Nazionale?

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"Abbiamo l'età media giusta, è una squadra che ci darà grandi soddisfazioni tra un paio d'anni quando raggiungeranno il top della maturità. Gioca un calcio molto organizzato e bello da vedersi, chiaro che l'aspetto motivazionale, l'esperienza serva molto. Si sono tracciate le basi affinché questo gruppo possa darci grandi soddisfazioni".

Frattesi?

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"Davide è un altro elemento molto valido, soprattutto perché è un giocatore molto moderno. Riesce ad adattarsi tatticamente agli allenatori, questo depone come il calcio ormai va sempre alla ricerca di giocatori eclettici. Il compito nostro di dirigenti è andare a trovare giocatori con queste caratteristiche".

L'Arabia Saudita e i fondi, cosa ne pensa?

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"Lo sport rappresenta un grande. rilevante patrimonio della nostra Italia e va tutelato. Dall'altra dico che ormai non siamo più l'Eldorado del calcio, rappresentiamo un calcio di transizione. Difficile per noi trattenerli, la capacità nostra è quella di sostituirli degnamente e non creare barriere andando a pagare giocatori in modo sconsiderato. Delle 20 proprietà di Serie A, 10 sono straniere. Questo significa che il nostro modello di mecenatismo non c'è più e meno male che arrivano capitali stranieri. Chiaro che questi investitori, come nel caso di Oaktree, manifestano la volontà di mantenere sempre continuità e stabilità nella loro gestione con grande trasparenza e con grande rigidità economico-finanziaria. No alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani e questo è il motto che ci deve contraddistinguere".

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Tra le spese folli ci sono anche le commissioni

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"Immaginiamo che nella scorsa stagione abbiamo quasi raggiunto 1 miliardo di commissioni, 1 miliardo che va fuori dal sistema e non prevede investimenti. Spesso si assistono a situazioni non eccessivamente chiare e vanno ancora di più regolamentate le azioni di questi professionisti che fanno parte del nostro movimento".

Inzaghi lo vede in Nazionale dopo aver vinto tutto con l'Inter?

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"Inzaghi rispetto a Mancini e Spalletti, è molto più giovane. Ha tempo per fare esperienza, ha fatto un salto in avanti notevole, è un bravissimo allenatore, moderno. Aggiunge, accanto alle sue qualità professionali, una grande qualità umana che va di pari passo con la competenza. Oggi la competenza deve andare di pari passo con le qualità umane. Inzaghi coniuga tutto questo, la pressione che viene esercitata su di lui è tanta perché è responsabile tecnico di un club mondiale, ma io sono molto contento e ottimista per il suo futuro. La speranza è che possa rimanere con noi per tanti anni".

Innovazione

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"Nel mondo dello sport l'innovazione è molto importante. Noi siamo rimasti famosi per la concessione di tanti rigorini, quindi credi si possano apportare dei correttivi per non far perdere al calcio il suo Dna, non cadendo nelle esasperazione, nei litigi. nel caso inasprendo anche i provvedimenti. Ma credo che questo segnale negativo parta in alcuni casi dal settore giovanile. Spesso si assiste a litigi tra allenatori, genitori. Come dirigenti abbiamo in mano un patrimonio, abbiamo una grande responsabilità anche come educatori e i ragazzi del vivaio sono quelli che diventeranno i calciatori di domani".

Conte al Napoli?

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"Io auspico che il nostro campionato sia sempre più attrattivo e lo è nel momento in cui ci sono squadre che competono per lo scudetto, squadre allenate da allenatori vincenti, l'auspicio è che ci si possa divertire. Chiaro che la speranza è quella di vederci campioni d'Italia. Però sono contento che il nostro campionato sia diventato più competitivo".

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Gli stadi?

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"Il problema degli stadi in Italia è sentito e notevole. Oggi abbiamo grandi difficoltà, soprattutto perché c'è una lentezza burocratica che poi porta a far si che quasi ci sia una fuga di potenziali investitori. Abbiamo stadi che hanno l'età media di 70 anni, facciamo fatica che questo asset sia valorizzato come merita. L'auspicio, anche come Inter, riesca a trovare una sua collocazione definitiva. È un problema e una esigenza. La zona? L'abbiamo individuata in Rozzano, poi c'è questa anche questa proposta del sindaco Sala di consegnare un progetto di riqualificazione di San Siro. Adesso è un po' prematuro".

La firma di Lautaro?

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"Virtualmente ha già firmato, siccome è impegnato con la sua nazionale dovremo aspettare qualche giorno per la firma ma consideriamo già effettuato il suo rinnovo".

Prossimo anno obiettivo Champions?

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"Non poniamo limiti. Siamo l'Inter, un club storico che ha vinto tanti trofei in tutte le competizioni. Il viatico da perseguire è essere competitivi sempre. La seconda stella è qualcosa di straordinario, abbiamo visto questa massa di tifosi festeggiare la squadra. Ancora una volta dimostra che l'Inter e il calcio siano fenomeni di grande aggregazione sociale".

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