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Beppe Marotta, intervenuto a Novantesimo Minuto, programma di Rai2, ha parlato del caos scoppiato in Serie A, dopo la decisione del rinvio di cinque partite al 13 maggio. Queste le parole del dirigente nerazzurro:
-Dal Pino, presidente della Lega Serie A, è stato molto duro. Ha detto di voler tutelare gli interessi del calcio italiano, ha detto di non voler dare una immagine negativa del calcio all'estero. Come risponde?
E' semplicissimo. Nel tutelare l'interesse dell'Inter io tutelo anche gli interessi di altri club e la regolarità della Serie A. La cronistoria è semplicissima. Nella giornata di lunedì la Lega Calcio ha chiesto al governo di poter utilizzare lo strumento delle porte chiuse alla luce del Decreto dei Consiglio che non permetteva le attività sportive. Nella giornata di giovedì ha pubblicato un comunicato elencando le partite a porte chiuse, poi improvvisamente sabato c'è stato un dietrofront repentino, senza spiegazioni precise e senza un confronto con i consiglieri e-o assemblea e questo ha portato a grande disagio ed è nato uno squilibrio in Serie A. Ci sono squadre che non hanno giocato due giornate, come Inter e Sassuolo, altre che non ne hanno giocata una, altre che hanno giocato con continuità. C'era il fatto poi che non è stata trovata una data se non il 13 maggio e questo porta al fatto che il campionato di Serie A è sfalsato nel calendario e quindi assume le dimensioni di uno squilibrio competitivo imprevedibile e imprevisto rispetto a qualche giorno fa.
Mi fa piacere parlare di questo in Rai. Era clamorosamente un boccone avvelenato che mi era stato messo in bocca. Non a caso la Rai ha i diritti della Coppa Italia. Quando mi si propone di giocare lunedì bisognava avere la certezza che fossero state rinviate le gare di Coppa, cosa che assolutamente era inspiegabile. Perché la Rai non poteva mettere nel palinsesto due partite giovedì. Era impraticabile giocare lunedì, ecco perché non ho voluto dare risposta.
-Quella di non giocare mercoledì la Coppa e giocare invece le partite rinviate come Juve-Inter è una idea che state prendendo in considerazione, vi vedrebbe favorevole come l'Inter?
Quantomeno ci ritroveremo a confrontarsi tutti i club di Serie A e ci confronteremo, cosa che non è stata fatta prima. Quindi ci si trova in una situazione complicata. La difficoltà non sta solo nel recuperare le partite, ma nel fatto che domenica prossima ci sono cinque partite che sono interessate al nuovo decreto e dovrebbero essere giocate a porte chiuse. Ma è inimmaginabile che si giochi a porte chiuse Ataltanta-Lazio o Inter-Sassuolo, per esempio.
-Se Inter-Sassuolo si dovesse giocare a porte chiuse quale sarà la posizione dell'Inter?
Chiaro che l'opposizione nasce dalla logica con la quale è stata assunta la decisione di ieri di non disputare le gare a porte chiuse. Ecco perché poi dico che non si garantisce regolare competitività. Non si può non validare lo strumento delle porte chiuse la domenica prima e renderlo valido la domenica dopo. C'è una incongruenza assoluta. Oltre al danno nei confronti dei tifosi.
-Repentino cambiamento rispetto a sabato mattina perché?
E' una decisione presa autonomamente della Lega. Oggi il Ministro dello Sport ha dichiarato che la Lega poteva decidere autonomamente perché all'inizio sembrava che la scelta fosse arrivata da Roma. E quindi trovo un'incongruenza tra l'iter che ha portato alla richiesta da parte della Lega di giocare a porte chiuse domenica con un comunicato fatto giovedì e dopo 48 ore c'è stato un passo indietro clamoroso, repentino, improvvido. Se non si utilizza lo strumento delle porte chiuse il campionato fa fatica a completarsi. E' uno scenario non inquadrato. C'è un'emergenza e dobbiamo rispettare la salute dei cittadini e degli addetti al lavoro. Ma ciò non significa comunque che non si riesca ad andare avanti con una regolare competizione che tocca tutto il calcio nazionale.
-Se non ci fosse stato Juve-Inter in questa giornata sarebbe andata così?
A mio giudizio no. Si è parlato di stop negativo per il calcio, ma dico che purtroppo le porte chiuse è unico strumento che può portare avanti regolarmente il campionato. Altre strade non ne vedo. Ci sono troppi eventi per le competizioni europee, i raduni delle Nazionali e non si può chiedere ai giocatori di disputare tante partite. Così l'Inter a maggio ne disputerebbe nove.
-Su Inter-Samp non c'è data. Se Inter-Sassuolo è a porte chiuse, come se ne esce?
C'è rammarico per questa decisione non condivisa che doveva essere presa da tutta la Serie A. Poteva portare a decisioni drastiche, fermare il campionato. Era un atto dovuto chiederci e non decidere autonomamente. Siamo in un momento delicato in cui l'interesse della società, economico e patrimoniale quindi dei tifosi, deve essere sempre tutelato.
E' una frase molto forte. Capisco il linguaggio degli allenatori. Liverani e Gattuso hanno anche giocato e quando parlano lo fanno con trasparenza e genuinità che va apprezzata. Soprattutto hanno detto di uno scenario futuro immediato della Serie A, di una compressione di impegni che portano ad una difficile gestione per tutti gli allenatori.
(Fonte: Novantesimo minuto)
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