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Sullo scudetto dell'Inter c'è anche la sua firma. Beppe Marotta ha cambiato il club e ha contribuito a riportare la squadra nerazzurra ai vertici. L'amministratore delegato dell'Inter ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Tuttosport.
Una rivincita, una rivalsa, una rappresaglia nei confronti della Juve dopo quanto è accaduto due anni e otto mesi fa?
"No, niente di questo: lo scudetto dell’Inter è un sogno diventato realtà. Immagino sarà gratificante tornare da campione d’Italia a Torino, sabato 15 maggio, per decidere il destino della Juve. È il bello dello sport. L’esperienza torinese mi ha dato tanto, eccezion fatta per il congedo agrodolce, se così vogliamo definirlo. Sono rimasto in buoni rapporti con tutti, tranne con Paratici, però la questione è più umana che professionale. Sono un manager abituato ad accettare le scelte della società per la quale lavoro e così è stato in quel settembre del 2018, anche se onestamente non me l’aspettavo".
Ti aspettavi, invece, che proprio tu e proprio Conte avreste firmato il diciannovesimo scudetto dell’Inter?
"Francamente no, non così in fretta, non in meno di due anni. Voglio sottolinearlo ancora una volta e ancora con forza: il merito principale e straordinario di questa impresa deve essere ascritto ad Antonio. Lui, l’allenatore giusto preso al momento giusto. Questo tricolore nasce non soltanto dalla sua cultura del lavoro, dalla sua capacità di cementare un gruppo che, partita dopo partita, ha progressivamente creduto nelle proprie potenzialità e nelle proprie capacità. Nei mesi più delicati che abbiamo vissuto dall’inizio dell’anno, per via delle questioni societarie, Conte ha sapito isolare l’area sport dell’Inter, rendendola totalmente impermeabile alle situazioni esterne. In questo è stato formidabile e garantisco che non sarebbe stato facile per nessuno".
Immagino sia stato molto duro per te vivere l’esperienza Covid...
"Puoi giurarci. Ho passato tre settimane in ospedale. Il virus mi ha toccato in modo pesante. Mi ha spaventato e mi ha indotto a vedere la vita in un altro modo. Ecco, questo scudetto è ancora più bello per me proprio perché ho avuto il Covid, sono guarito e ora posso apprezzarlo ancora di più. Somiglia molto al primo titolo che Conte ed io vincemmo con la Juve: insperato, inatteso e per questo ancor più esaltante".
In questi giorni delicati per la Juve c’è stato chi ha ipotizzato un tuo ritorno in bianconero...
"Lo escludo. È un’eventualità mai presa in considerazione né, tantomeno, mai ho ricevuto richieste da Torino. C’è solo l’Inter".
E adesso?
"E adesso con Antonio vogliamo aprire un ciclo lungo e ricco di successo. La garanzia assoluta è lui. Ha inculcato nella squadra la mentalità vincente. Questo è il quinto titolo che vince in dieci anni. Conte è il migliore".
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