Le parole dell'ad nerazzurro a Cronache di Spogliatoio: "Lui vuole rimanere e noi siamo contenti di tenercelo. Oggi è già una bandiera perché è il capitano"
Beppe Marotta, ad dell'Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni di Cronache di Spogliatoio. Queste le sue dichiarazioni partendo da Lautaro Martinez: «Lautaro è innanzitutto un bravissimo calciatore, ma anche un bravissimo papà. È un giocatore che ha dentro di sé dei valori importanti: ama l’Inter come l’Inter ama lui, questo è un bel concetto. Lui vuole rimanere e noi siamo contenti di tenercelo. Oggi è già una bandiera perché è il capitano della squadra. Se ti danno la fascia è perché c’è un pochino di differenza rispetto agli altri».
Ci sono altre strade che avrebbe voluto seguire nel mondo del calcio?
«Avevo due strade che potevo seguire: o fare il dirigente o il giornalista. Nei primi sei mesi ho provato a fare tutte e due, e alla fine ho scelto di fare il dirigente, anche perché mi si è creata l’opportunità. Quando fai esperienza riesci a gestire meglio le situazioni. Io sono famoso perché spesso giro attorno alla domanda e non dico niente, questo è un modo andreottiano. Oppure raccontare bugie bianche, che però è politica».
Cos’è successo con Škriniar?
«Ci sono state delle divergenze, delle difficoltà tra lui e l’Inter. Questo ha portato alla rottura del rapporto di amicizia, appartenenza che c’era tra noi. Lui è andato a Parigi e noi siamo andati avanti senza di lui direi bene».
Qual è stato il giocatore meno quotato che ha preso e che poi si è rivelato un grande campione?
«Ci sono molti esempi. Quello più recente è quello di un grandissimo professionista: Matteo Darmian. È un ragazzo che Ausilio ed io abbiamo preso per pochissimi soldi e oggi invece è un giocatore che vale molto molto di più, che stimo di più per la serietà che ha e per un’insieme di valori. Matteo è un ragazzo che piano piano ha dimostrato il suo valore senza che i giorni gli abbiano dato tanto spazio».